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Mercoledì 23 OTTOBRE 2024
Ddl Schillaci, per rendere più efficiente il Ssn più integrazione tra Medicina e Psicologia



Gentile Direttore,

il sistema sanitario per essere sostenibile deve avere adeguati livelli di efficienza ed efficacia e l’appropriatezza è un criterio centrale. Come sappiamo vuol dire allineare il più possibile il bisogno di salute con la risposta che viene fornita. In questo senso è fondamentale capire che bisogno di salute e domanda di prestazioni non sono la stessa cosa.

Uno dei tanti esempi è la persona ansiosa che traduce la sua ansia in una domanda impropria di interventi sanitari, la persona stressata che traduce il distress in sintomi fisici con quello che ne consegue, il malato cronico, l’adolescente, l’anziano, sono tante le situazioni nelle quali il bisogno reale di salute diventa domanda sanitaria inappropriata.

Potremmo anche aggiungere il tema della non aderenza alle cure, che genera tanti problemi e costi e che nasce in buona parte da aspetti dei quali si occupa la Psicologia: comunicazione, relazione, motivazione, disagio.
Tutto questo senza citare i tanti bisogni legati alle diverse forme di disagio e disturbi psicologici che non trovano risposta nel servizio pubblico e si trasformano in buona parte in problemi e malattie fisiche e mentali.

Quando il sistema non guarda alla sostanza delle cose non da le risposte appropriate e moltiplica quelle inappropriate, con aumento notevole dei costi e delle liste d’attesa.

Non è un caso che tutti gli studi mostrano che quando medicina e psicologia collaborano si riducono prestazioni inutili e costi, come da ultimo evidenziano i dati del Progetto PsyCare sul monitoraggio dei risultati dei percorsi di psicoterapia finanziati dal Bonus psicologico: meno assenze dal lavoro, meno prestazioni sanitarie inappropriate, meno consumo di farmaci antidolorifici.

Queste considerazioni ho espresso in Senato in audizione in Commissione Sanità sul DDL del Governo “Misure di garanzia per l’erogazione delle prestazioni sanitarie” che punta a rendere il sistema sanitario più efficiente ed appropriato e ridurre le liste d’attesa.

Se questi obiettivi si vogliono raggiungere, come la proposta di legge cerca di fare, bisogna guardare di più alla sostanza delle cose piuttosto che alla forma in cui si presentano, avere uno sguardo capace di vedere la persona e non un singolo aspetto isolato, perché è il tutto che spiega e regola la parte. Se non si ha questa ottica integrata si rischia di moltiplicare le prestazioni sanitarie senza un reale guadagno di salute.

Certamente non chiediamo una sosta di delega alla Psicologia, non abbiamo certo questa presunzione, ma un aumento della integrazione nel sistema tra Medicina e Psicologia certamente si.

Questo vuol dire che l’efficientamento che prevede la proposta di legge deve considerare anche la Psicologia e metterla in condizione di fare la sua parte, di concorrere agli obiettivi comuni. Sembra assurdo che si debba chiedere di poter lavorare meglio, ma questo è il ruolo di un Ordine che rappresenta l’ottica della professione al servizio del Paese, dei cittadini, della società nel suo complesso.

Spesso ci si dimentica di noi perché siamo gli ultimi arrivati nel sistema, perché si è abituati ad un ottica che guarda i problemi dal basso verso l’alto, dalle cellule alla persona e poco in senso inverso, dalla persona alle cellule, perché si teme l’invasione di campi altrui, ma noi vogliamo fare semplicemente la nostra parte. Gli psicologi non vogliono fare i medici o gli infermieri, semmai patiamo il problema che tutti si sentono un po’ psicologi e quindi si pensa che dello psicologo vero e proprio si possa fare a meno.

Questo DDL è una occasione importante e un aumento dell’integrazione nel sistema, dell’ottimizzazione del contributo delle sue componenti in una ottica di rete costituisce un aspetto fondamentale. L’innovazione passa da strumenti nuovi ma anche dalla cultura di salute complessiva che viene adottata.

David Lazzari
Presidente CNOP

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