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“La personalizzazione, l'umanizzazione e i percorsi di cura, sono elementi chiave per la trasformazione del sistema sanitario, specialmente nel contesto delle iniziative del Next Generation, pur rappresentando, da sempre, garanzia di assistenza di qualità centrata sulle relazioni di cura”. Così Maria Ernestina Faggiano, Presidente del Collegio dei Sindaci Sifo, nel corso della sessione dal titolo ‘Personalizzazione, umanizzazione e percorsi di cura’, che si è svolta nell’ambito del XLV Congresso Nazionale Sifo “Per l’interconnesione dei tre concetti, molto sentiti da Sifo - ha proseguito la dottoressa Faggiano - non si può prescindere dall’intervento del farmacista ospedaliero, il quale, cooperando con il team sanitario garantisce continuità assistenziale, gestione ottimale delle terapie farmacologiche e fornisce educazione terapeutica personalizzata al paziente e ai caregiver sull’uso corretto delle terapie”. Questo, ha fatto sapere l’esperta, avviene a livello empatico (Non technical skills) contribuendo a creare un “ambiente di cura umanizzato” e promuovendo una “relazione di fiducia e collaborazione, che favorisca l’aderenza alle terapie e la sostenibilità delle stesse”. A ciò si aggiunge l’expertise (Technical skills) propria della professione nella personalizzazione della terapia, dalla galenica alla ricetta nominativa. “Ma per ottenere il miglior risultato possibile le due competenze devono fondersi - ha tenuto a sottolineare la dottoressa Faggiano - sicuramente la digitalizzazione è un’opportunità significativa, a patto che si assuma una postura relazionale tale da integrare le cure tra ospedale e territorio. Ciò può avvenire soltanto con la formazione che Sifo continuerà a dare”.
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Lunedì 21 OTTOBRE 2024
XLV congresso Sifo. Personalizzazione, umanizzazione e percorsi di cura: elementi chiave per trasformazione del sistema
Faggiano: “L’Intervento del farmacista ospedaliero è imprescindibile per l’interconnessione di questi tre elementi chiave”. La digitalizzazione è un’opportunità significativa “a patto che si assuma una postura relazionale tale da integrare le cure tra ospedale e territorio”
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