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Lunedì 21 OTTOBRE 2024
Pnrr e concorrenza in sanità: proroghe in vista 



Gentile Direttore,
l’obiettivo di spendere i 195 miliardi di euro del PNRR entro il 2026 appare irrealizzabile, stando ai dati emergenti dal Documento programmatico di bilancio (DPB) approvato dal CdM il 16 ottobre scorso e trasmesso alla Commissione europea.

Nei prossimi due anni, in base alle previsioni, andrebbero spesi circa 132 miliardi di euro stanziati dal PNRR. Una circostanza che induce fondatamente a ritenere che le scadenze del 2026 del Piano potrebbero essere verosimilmente prorogate, incluse quelle previste dalla missione 6 (Salute).

Un differimento che purtroppo impatterà sul PIL del Bel Paese e sulle risorse del FSN. Giova infatti ricordare che il PNRR si misura su millestone e target, che l’Italia ha sempre rispettato, ma che solo i pagamenti effettivi incidono sul PIL e, per l’effetto, sull’ammontare delle risorse del FSN.

Ma in tema di “proroghe”, si staglia all’orizzonte anche quella relativa alla legge n. 118 del 2022, in tema di “concorrenza”, che ha apportato significative modifiche all’impianto regolatorio del SSN, intervenendo sugli articoli 8-quater e 8-quinquies del Decreto legislativo n. 502 del 1992, in materia di accreditamento e accordi contrattuali con gli operatori privati.

Giova ricordare, al tal riguardo, che il Ministero della Salute, al fine di promuovere una omogenea applicazione regionale di tali modifiche, con Decreto 19.12.2022, ha definito i criteri di valutazione (in termini di qualità, sicurezza e di appropriatezza) per conferire lo status giuridico di “soggetto accreditato” e per selezionare coloro con cui stipulare gli accordi contrattuali (senza i quali non si può operare per conto del SSN e con oneri a carico della finanza pubblica).

In virtù di tali importanti modifiche, le Regioni saranno chiamate a selezionare le strutture private in base a nuovi criteri di valutazione, valevoli sia per la conferma degli accreditamenti in corso che per il rilascio dei nuovi – in sostituzione della obsoleta valutazione comparativa della qualità e dei costi – nonché a selezionare i soggetti privati con cui stipulare gli accordi contrattuali in base a procedure di evidenza pubblica.

Tuttavia, le Regioni, soprattutto quelle meridionali, in cui il comparto privato accreditato supporta il sistema pubblico a gestione diretta in misura significativa, non sono ancora pronte a tali modifiche.

Vi sono Regioni, come la Campania, in cui il privato accreditato garantisce oltre l’80% dei volumi di prestazioni della macro-area della specialistica ambulatoriale – assorbendo poco più del 5% del FSR annuale – in cui sono in corso le procedure di rinnovo dell’accreditamento istituzionale.

Pertanto, è del tutto evidente che, in presenza di una riorganizzazione epocale del SSN, basata sul potenziamento dell’assistenza sanitaria territoriale - con tutte le sue implicazioni organizzative e finanziarie – ipotizzare che il “territorio”, ora presidiato anche dal sistema privato accreditato, possa essere lasciato in balia di “gare” e conseguenti “ricorsi”, è esercizio alquanto azzardato.

E’ verosimile, quindi, che il legislatore potrebbe intervenire in materia concedendo una proroga, salvo poi pretendere dalle Regioni l’adozione tempestiva delle nuove procedure.

Antonio Salvatore
Direttore del Dipartimento Salute di ANCI Campania
Vice Presidente della Fondazione Triassi per il management sanitario

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