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Martedì 15 OTTOBRE 2024
Prezzi dei farmaci. Ocse: in metà dei Paesi ci sono accordi riservati e barriere alla trasparenza, servono azioni politiche

L’Ocse ha condotto un sondaggio su 43 paesi membri per comprendere meglio le loro esigenze, aspettative e volontà di condividere informazioni sui prezzi netti dei medicinali. I risultati hanno messo in evidenza che mentre 20 paesi impongono la pubblicazione dei prezzi di listino, molti altri hanno vincoli legali e contrattuali che impediscono loro di condividere le informazioni sui prezzi netti.

Il dibattito aperto sulla politica farmaceutica evidenzia da tempo la necessità di una maggiore trasparenza sui prezzi dei medicinali. Ma esattamente cosa possa e debba essere reso più trasparente non è ancora stato definito: non è chiaro il tipo di informazioni (ad esempio quali prezzi, di quali medicinali) a cui si dovrebbe poter accedere, le condizioni in base alle quali i soggetti interessati accettano di farlo, e l'eventuale esistenza di barriere che potrebbero impedirlo. Per far progredire il dibattito politico, l'OCSE ha condotto un esame della fattibilità della condivisione di informazioni sui prezzi dei medicinali tra i paesi.

Negli ultimi anni - rileva il report - si è parlato molto di trasparenza in questo ambito poiché i prezzi effettivi delle terapie divergono sempre di più dai prezzi di listino ufficiali, a causa dell’impiego sempre più ampio di accordi riservati. Questi accordi, che dovrebbero comportare prezzi più favorevoli per i pagatori, hanno l’effetto negativo di ostacolare la supervisione della spesa pubblica, erodere la responsabilità nelle decisioni di rimborso e indebolire il benchmarking dei prezzi internazionali, uno strumento impiegato da molti paesi OCSE per la regolamentazione dei prezzi dei medicinali.

In risposta alla pressione pubblica per migliorare la trasparenza dei prezzi internazionali, la 72a Assemblea mondiale della sanità ha adottato nel 2019 una risoluzione che chiede una maggiore trasparenza ed esorta i paesi a condividere le informazioni sui prezzi pagati al netto di rimborsi e sconti. Questa richiesta di trasparenza ha anche stimolato lo sviluppo dell'iniziativa sui medicinali di Oslo (OMI), avviata dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e dal governo norvegese. Ma nonostante il forte interesse collettivo per una maggiore trasparenza, non è ancora stato stabilito chiaramente caratterizzato cosa esattamente può e dovrebbe essere reso più trasparente.

L’Ocse ha condotto un sondaggio su 43 paesi membri per comprendere meglio le loro esigenze, aspettative e volontà di condividere informazioni sui prezzi netti dei medicinali. Trentaquattro paesi hanno risposto a tutto o parte del sondaggio. In sintesi, i risultati hanno messo in evidenza che mentre 20 paesi impongono la pubblicazione dei prezzi di listino, molti altri hanno vincoli legali e contrattuali che impediscono loro di condividere le informazioni sui prezzi netti. Nove paesi hanno dichiarato di avere disposizioni legali in atto che proibiscono o limitano la divulgazione pubblica delle informazioni sui prezzi netti e 6 paesi hanno segnalato di avere vincoli legali che impediscono loro di condividere le informazioni sui prezzi netti. Trentadue paesi menzionano l'esistenza di clausole contrattuali che limitano le autorità competenti e/o gli acquirenti nella loro capacità di condividere informazioni senza consenso. Questo panorama – osserva l’OCSE - pone barriere significative al raggiungimento dell’obiettivo di trasparenza dei prezzi netti, che dovrebbero essere rimosse tramite azioni politiche. Tutti i paesi intervistati sarebbero interessati a ottenere informazioni sui prezzi pagati dalle loro controparti. Il loro interesse abbraccia un'ampia gamma di prodotti, tra cui medicinali brevettati e non brevettati e medicinali per malattie rare, nonché diversi tipi di prezzi. Infine, mentre 5 paesi hanno dichiarato di non essere interessati a condividere informazioni sui prezzi netti in una rete chiusa, per 22 paesi questo sarebbe utile per guidare le negoziazioni sui prezzi e secondo altri 12 paesi per regolare le iniziative di prezzi di riferimento esterni e di approvvigionamento congiunto.

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