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Mercoledì 09 OTTOBRE 2024
Asma grave e poliposi nasale. Gli esperti: “Anti Il-5 efficace contro le due patologie, hanno lo stesso percorso infiammatorio”
Nei pazienti con asma grave, si stima che il 45-50% abbia anche poliposi nasale, un dato elevato rispetto alla prevalenza della poliposi nella popolazione generale, che è del 2-3%. D'altro canto, il 70-80% dei pazienti con la poliposi nasale ha anche asma, sebbene non sempre grave.
“Le terapie biologiche che bloccano l'interleuchina 5 (Il-5) si sono dimostrate molto efficaci sia nella gestione dell'asma grave che della poliposi nasale. Le due malattie, infatti, condividono lo stesso percorso infiammatorio e spesso coesistono. Nei pazienti con asma grave, si stima che il 45-50% abbia anche poliposi nasale, un dato elevato rispetto alla prevalenza della poliposi nella popolazione generale, che è del 2-3%. D'altro canto, il 70-80% dei pazienti con la poliposi nasale ha anche asma, sebbene non sempre grave. Poter trattare entrambe le patologie con un unico farmaco che agisce su un meccanismo centrale come l'interleuchina 5 è un'opportunità terapeutica preziosa”. Lo ha detto Enrico Heffler, direttore della Scuola di specializzazione in Allergologia e immunologia clinica di Humanitas University Milano, all'Adnkronos Salute in occasione congresso Siaaic, Società italiana di allergologia, asma e immunologia clinica, che si è svolto a Roma.
“Asma grave e poliposi nasale - spiega Heffler - sono due malattie infiammatorie croniche delle vie respiratorie. In entrambe, nella stragrande maggioranza dei casi, l'infiammazione è di tipo 2. Questa infiammazione è caratterizzata da un importante infiltrato di eosinofili, cellule che normalmente abbiamo nel nostro sistema immunitario, ma che quando sono iperespresse nei tessuti, soprattutto nelle vie aeree respiratorie e nel tessuto naso-sinusale, per quanto riguarda la poliposi, causano una serie di danni locali con manifestazioni cliniche caratteristiche”.
Fulcro del problema è l'infiammazione. “Nell'asma - continua lo specialista - causa iperreattività bronchiale, ovvero i bronchi diventano più reattivi a stimoli esterni e tendono a chiudersi più facilmente, causando il broncospasmo con mancanza di respiro a cui seguono gli altri sintomi. Nella poliposi nasale, invece, dove non ci sono muscoli, come nei bronchi, l'infiltrato di eosinofili e di altre cellule forma escrescenze chiamate polipi che occupano la cavità nasale e i seni paranasali, determinando un'ostruzione importante, perdita dell'olfatto e conseguenze come il peggioramento della qualità del sonno, a causa della difficoltà respiratoria”.
In questo contesto infiammatorio, è fondamentale il ruolo dell'interleuchina 5. “Si tratta di una citochina, una proteina prodotta da diversi tipi cellulari, in particolare dai linfociti T e da cellule chiamate Innate Lymphoid Cells 2 - illustra Heffler - Questa citochina è centrale per la nascita, crescita, maturazione e attivazione degli eosinofili. Grazie all'interleuchina 5, gli eosinofili maturano nel midollo osseo, entrano nel circolo sanguigno e poi nei tessuti target, come i bronchi e i seni paranasali. Sempre grazie all'interleuchina 5, gli eosinofili non solo migrano nei tessuti, ma si attivano, liberando sostanze tossiche che danneggiano l'ambiente circostante. Poiché entrambe le malattie condividono lo stesso percorso infiammatorio, è possibile trattarle con un unico farmaco biologico”.
A livello internazionale “ci sono già linee guida e raccomandazioni sia per l'asma grave che per la poliposi nasale, che ci aiutano a considerare la terapia biologica per i pazienti elegibili - precisa Heffler - La scelta del farmaco dipende dalla fenotipizzazione del paziente, ovvero dallo studio delle sue componenti infiammatorie, e da quanto l'interleuchina 5 è il target principale o se è necessario un altro approccio. Esistono poi anche registri di malattia per monitorare l'andamento delle patologie e la risposta ai diversi trattamenti. In Italia abbiamo il registro Sani (Severe Asthma Network Italy) per l'asma grave e il registro Rinet (Rhinosinusitis Italian Network) per la poliposi nasale”.
“Per il trattamento della granulomatosi eosinofilica con poliangioite (Egpa) è ora a disposizione un farmaco molto particolare e importante. Si chiama mepolizumab ed è il primo trattamento mirato approvato per Egpa. Si tratta di un farmaco biologico e intelligente che va a bloccare una sostanza chiamata interleuchina 5 (Il-5), che ha un ruolo centrale nella patologia. Infatti, l'Il-5 è la citochina più importante per gli eosinofili perché ne aumenta la sopravvivenza. Mepolizumab agisce bloccando le funzioni biologiche della Il-5 e riducendo il numero degli eosinofili, le cellule responsabili del danno tissutale tipico della Egpa”, aggiunge Alessandra Vultaggio, ricercatrice del dipartimento di Medicina sperimentale e clinica presso l'Università degli Studi di Firenze, Sod Immunoallergologia Aou Careggi.
L'Egpa, già nota come sindrome di Churg-Strauss, è una malattia complessa che interessa diversi organi come reni, nervi, cuore, cute e vasi sanguigni. “I pazienti trattati con mepolizumab - spiega l'esperta - possono andare in remissione, ossia ottenere una scomparsa dei segni e sintomi che la malattia comporta, permettendo loro di ridurre di molto, fino addirittura a sospendere, la quantità di cortisone assunta quotidianamente. Parliamo di una malattia infiammatoria caratterizzata da un aumento degli eosinofili nel sangue, un tipo particolare di globuli bianchi, e un aumento conseguente di queste cellule nei vari tessuti dove causano un danno di tipo strutturale. La quasi totalità dei pazienti manifesta asma e poliposi nasale, a cui poi si associano vari segni e sintomi legati al tipo di organo coinvolto”.
Mepolizumab si sta dimostrando sicuro ed efficace anche nelle forme di malattia di più lunga durata e più grave, prevenendo le recidive. “Da qualche anno il farmaco è ormai parte del nostro armamentario farmaceutico - continua Vultaggio - In Italia, prima con i pazienti asmatici severi e ora anche per altre malattie quali la poliposi nasale, la sindrome ipereosinofila e l'Egpa, osserviamo successi terapeutici addirittura migliori di quelli dei trial registrativi”. Tali risultati inducono a implementare il più velocemente possibile la diagnosi, in modo da poter valutare tempestivamente l'introduzione del farmaco biologico.
“Spesso la storia dei pazienti con Egpa è una storia lunga - sottolinea l'esperta - caratterizzata da notevole ritardo diagnostico. E' importante conoscere la malattia e saperla sospettare. Ci aiutano semplici esami ematici che registrano lo spiccato aumento degli eosinofili nel sangue in pazienti con storia di asma e poliposi nasale e, talvolta, anche la positività di alcuni particolari autoanticorpi a livello ematico, denominati Anca”.
Trattandosi di una patologia che può colpire organi diversi, le manifestazioni cliniche dell'Egpa sono eterogenee e quindi diversi specialisti possono trovarsi di fronte a pazienti in cui si sospetta la patologia. “Noi allergologi e immunologi - aggiunge Vultaggio - abbiamo la necessità di collaborare in un team multidisciplinare al quale devono appartenere pneumologi, otorini, cardiologi, nefrologi, radiologi e anatomo-patologi". Lo scambio di informazioni e competenze tra i vari specialisti, infatti, "è essenziale per arrivare più precocemente alla diagnosi e per ottimizzare il trattamento - conclude la specialista - fino all'introduzione del farmaco biologico e al monitoraggio dei suoi effetti terapeutici”.
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