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Martedì 01 OTTOBRE 2024
Violenza su sanitari. Omceo Milano incontra il Questore: “Basta botte e minacce, ecco le nostre proposte”   

Dotare i presidi sanitari di forze dell’ordine, istituire all’interno degli ospedali ‘rinforzi’ privati della sicurezza con servizio di sorveglianza e vigilanza, mettere in atto misure che contribuiscano a spegnere i contenziosi fra famigliari e medici e medici e pazienti, stimolare un dialogo aperto e una formazione ad hoc. Queste alcune delle proposte dell’Omceo. Rossi commenta: “Bene il Dl Schillaci, ma ora serve controllo sui territori”.

“Basta botte, spintoni, insulti e minacce, da troppo tempo ormai all’ordine del giorno in ospedali, ambulatori e studi medici”. Lo dice l’Omceo Milano, che ha incontrato il Questore di Milano, Bruno Megale, per presentare alcune delle proposte contro il fenomeno delle aggressioni in sanità. Il Questore ha rassicurato il presidente dell’Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano (OMCeOMi), Roberto Carlo Rossi, e il Tesoriere, Martino Trapani, che la strada già intrapresa in accordo con la Prefettura già da diverso tempo a Milano, verrà ulteriormente rafforzata.

Tra le proposte dell’Omceo al Questore: ritornare a dotare le strutture sanitarie e i presidi ospedalieri di forze dell’ordine è ormai non più procrastinabile. Così come è fondamentale istituire all’interno degli ospedali ‘rinforzi’ privati della sicurezza con servizio di sorveglianza e vigilanza, per consentire ai professionisti sanitari di lavorare in tranquillità. Inoltre, vanno prese in esame delle misure che contribuiscano a spegnere i contenziosi fra famigliari e medici e medici e pazienti, stimolare un dialogo aperto e una formazione ad hoc all’interno delle Aziende Sanitarie e diffondere anche nelle scuole la cultura del buon utilizzo del SSN e del rispetto dei professionisti che vi operano.

“Bene, quindi – per l’Omceo - , l’iniziativa legislativa dei ministri della Salute, Orazio Schillaci, e della Giustizia, Carlo Nordio, che devono ora essere affiancate dall’attività di controllo sui territori”.

“Abbiamo portato all’attenzione del questore – spiega Rossi – proposte concrete da mettere in atto tempestivamente, anche in periferia, per arginare il fenomeno delle violenze, aggressioni fisiche e verbali, a danno del personale medico, sia in Pronto Soccorso (PS) di grossi presidi sanitari, sia in reparto ma anche presso gli ambulatori periferici, di medici convenzionati, di continuità assistenziale e di specialisti ambulatoriali. Ben vengano i provvedimenti annunciati dal Ministro e la sorveglianza elettronica, ma queste non possono essere le uniche risposte”.

“Come OMCeOMI – precisa Rossi – riteniamo prioritario il potenziamento di forze dell’ordine nei presidi ospedalieri e nei punti nevralgici più a rischio, quali i già citati PS, affiancate tuttavia dalla presenza di un servizio di vigilanza istituito all’interno degli ospedali. Alcune misure sono state già intraprese da diversi mesi, anche grazie a un precedente incontro che abbiamo avuto con la Prefettura, ma non sono ancora sufficienti a offrire la sicurezza che il personale sanitario e tutti i pazienti meritano. Oltre a queste – conclude Rossi – altre misure possono essere indicate come lo studio di modalità di approccio di de-escalation a pazienti (e ai loro parenti) particolarmente aggressivi, utili a raffreddare i contenziosi di cui devono essere resi partecipi tutti i sanitari che si occupano della gestione dei pazienti, o forme di dialogo, da estendere a tutti i livelli e a tutte le aziende sanitarie, che tengano costantemente informati i famigliari sulle condizioni del proprio caro senza lasciarli ore ed ore in sala d’aspetto in attesa di notizie, aumentando ulteriormente ansia e aggressività”.

OMCeOMI ha portato all’attenzione del Questore anche altre proposte, tra cui un progetto di formazione all’interno delle scuole, educando i bambini e i ragazzi a comprenderne fin da giovani il ‘valore’ del Sistema Sanitario Nazionale universalistico, fiore all’occhiello della Sanità italiana, che si “prende in carico” la persona, totalmente o parzialmente, a seconda dei casi a differenza degli altri Stati europei o americani in cui le spese sanitarie sono a carico del paziente o per sussidi assicurativi. “Sono molte le azioni e gli investimenti di risorse, economiche e non, da attuare – precisa Martino Trapani – per tutelare e soprattutto non lasciare soli i medici nei PS, negli ambulatori, nei presidi di continuità assistenziale. Occorre mettere i professionisti nelle condizioni di lavorare in sicurezza, aspetti verso i quali il Questore ha confermato la massima attenzione”.

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