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Lunedì 30 SETTEMBRE 2024
Vaccinazioni. D’Avino (Fimp): “Aumentare le coperture è possibile se tutti gli stakeholder lavorano con lo stesso obiettivo”

A tale proposito “il counseling è fondamentale - osserva il presidente Fimp - La principale motivazione di esitazione o stanchezza vaccinale è la mancanza di informazioni adeguate. Invece, deve esserci consapevolezza da parte delle famiglie italiane della straordinaria efficacia dei vaccini. Per questo, durante le visite periodiche programmate, come i bilanci di salute, informiamo le famiglie, ma vorremmo sfruttare queste occasioni per vaccinare i bambini che risultano inadempienti”.

Il ruolo del pediatra di famiglia nell’incrementare le coperture delle vaccinazioni raccomandate per raggiungimento dell’obiettivo ministeriale “è essenziale perché essendo presenti su tutto il territorio nazionale siamo, insieme ai centri vaccinali, gli attori protagonisti di questo sistema”. Così Antonio D’Avino, presidente Federazione italiana medici e pediatri (Fimp), in occasione del Congresso nazionale Fimp in corso a Rimini fino a domenica, spiega che “l’aumento delle coperture vaccinali è possibile solo se tutti gli stakeholder lavorano nella stessa direzione”.

In questo contesto, “sempre di più, il pediatra di famiglia vuole lavorare nel proprio studio e inserire l’attività vaccinale - continua D’Avino - avvalendosi anche di personale infermieristico e di supporto per migliorare l’organizzazione dello studio professionale. Questo, crediamo, sia fondamentale per aumentare le coperture vaccinali. Tutti i setting possono essere utili e giusti, ma quello dello studio del pediatra di famiglia è un setting che va sicuramente implementato”. Come “federazione siamo impegnati attivamente in tutte le regioni d’Italia e collaboriamo con le campagne del ministero e dell’Istituto superiore di sanità perché riteniamo che le vaccinazioni siano uno strumento fondamentale di prevenzione delle malattie infettive”.

A tale proposito “il counseling è fondamentale - osserva il presidente Fimp - La principale motivazione di esitazione o stanchezza vaccinale è la mancanza di informazioni adeguate. Invece, deve esserci consapevolezza da parte delle famiglie italiane della straordinaria efficacia dei vaccini. Per questo, durante le visite periodiche programmate, come i bilanci di salute, informiamo le famiglie, ma vorremmo sfruttare queste occasioni per vaccinare i bambini che risultano inadempienti”. Grazie all’anagrafe vaccinale regionale, auspicabile in ogni regione, ma presente in circa la metà, è possibile avere in tempo reale, attraverso il sistema informatico, “il polso della situazione in tempo reale, capire quali sono i bambini da vaccinare e attuare strategie di chiamata attiva”. Certo, quando ogni regione avrà l'anagrafe e sarà adottato il fascicolo sanitario elettronico, “saremo nella situazione ottimale per avere contezza dei bambini da vaccinare”.

Le famiglie italiane, del resto “vogliono continuare ad avere nel pediatra di famiglia il principale punto di riferimento per la crescita del bambino e l’assistenza sanitaria - sottolinea D’Avino - Abbiamo chiesto all’Università di Padova, dipartimento di Statistica, di effettuare un sondaggio di gradimento sulla figura del pediatra di famiglia. Sono stati intervistati più di 1500 genitori, rappresentativi di tutte le regioni italiane. Il campione era statisticamente significativo. I risultati sono stati molto incoraggianti perché è emerso, inoltre, che nei futuri modelli organizzativi, le famiglie desiderano un riferimento costante, proprio come il pediatra di famiglia”.

L’importante è che il pediatra possa contate anche su “un’informazione istituzionale adeguata ai tempi - osserva il presidente Fimp - Troppo spesso i genitori ci riferiscono di aver letto su TikTok o altri social informazioni false, come la convinzione che il vaccino contro il morbillo causi l’autismo. Questo evidenzia quanto una comunicazione distorta arrivi più facilmente rispetto alla comunicazione scientifica. La mia speranza è che le istituzioni capiscano quanto sia importante programmare attività di sensibilizzazione di massa per contrastare queste false informazioni anche attraverso canali social con testimonial autorevoli, in modo che il messaggio arrivi alle famiglie - conclude - in maniera efficace”.

“Abbiamo scoperto, con una survey - prosegue Martino Barretta, responsabile vaccini e immunizzazione della Federazione italiana medici e pediatri - che nei bilanci di salute le visite programmate in momenti specifici della vita del bambino, come ad esempio al terzo mese di vita - solo nella metà dei casi si promuovono le vaccinazioni in maniera sistematica. Ci siamo quindi mossi per migliorare questo aspetto, introducendo degli strumenti tecnologici come i 'pop-up' nei nostri gestionali, che ci ricordano di verificare lo stato vaccinale durante il bilancio di salute. Anche Meningioca è nato da questa esigenza". Presentando il secondo step del progetto formativo per clinici dedicato alla vaccinazione anti-meningococco b negli adolescenti, Barretta ha proseguito: “Si tratta di una modalità di formazione innovativa, per pediatri, ispirata ai cosiddetti 'serious games', che meno frequentemente si usano per i medici - spiega Barretta - L’anno scorso abbiamo lanciato questo 'game' scaricabile anche dal sito della Fimp, simile al gioco dell’oca per facilitare i pediatri nel promuovere la vaccinazione contro il meningococco, un tema centrale per noi. Anche se non è una vaccinazione obbligatoria, è altamente raccomandata per prevenire malattie gravi nei bimbi di 2-4 anni. L’idea è stata quella di creare un gioco che rendesse più piacevole l’esperienza formativa, rendendo anche il processo di apprendimento più memorabile. Quest’anno lanciamo una versione per la vaccinazione negli adolescenti, che va promossa con altrettanta importanza poiché, le infezioni da meningococco, dopo il picco dei primi anni, ne hanno un secondo, proprio in questa fase della vita”.

Ad oggi, "solo 10 regioni hanno incluso questa vaccinazione nei loro calendari vaccinali, l’ultima è stata la Lombardia - ricorda il pediatra - Il gioco ha lo scopo di rendere questo tipo di apprendimento formativo e attraente per i pediatri. Abbiamo inoltre visto che i giochi, in generale, aiutano a ricordare meglio le informazioni rispetto a una lezione tradizionale. Siamo stati creativi e abbiamo avuto successo, con più di 300 pediatri che hanno partecipato finora al game che ha innescato anche una bella competizione, dato che, ogni mese, venivano premiati i pediatri che ottenevano il miglior punteggio".

Adesso, "visti i risultati, abbiamo esteso il progetto anche alla vaccinazione in prevenzione del secondo picco di meningococco, nell’adolescenza. Speriamo che questa modalità divertente e innovativa - conclude Barretta - continui ad appassionare i pediatri, in particolare i più giovani, che sono più avvezzi a queste tecnologie".

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