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Lunedì 30 SETTEMBRE 2024
Malattie reumatiche. Colpito il 10/15% degli italiani, in Campania circa 600mila pazienti

Tirri (Sir): “La sinergia tra specialisti delle varie branche, insieme alla telemedicina e ai farmaci innovativi possono facilitare non solo la presa in carico ma anche la cura del malato reumatico con conseguente ottimizzazione di tempi e di costi”

Si stima che il 10-15% degli italiani è affetto da malattie reumatiche, vale a dire più di 5 milioni di persone. Solo in Campania si contano circa 600milapazienti. Sono malattie sistemiche che possono interessare articolazioni, muscoli, ossa e tessuti connettivi con sintomi associati spesso ad un dolore, talvolta diffuso, che non sempre si “identifica” nell’immediato. E così il ritardo diagnostico delle malattie reumatiche è molto elevato: in Italia circa 7 anni per una diagnosi di artrite psoriasica e fibromialgia, circa 2 anni per una diagnosi di artrite reumatoide, circa 5 anni per una diagnosi di spondilite anchilosante. Considerando che queste malattie colpiscono una popolazione relativamente giovane (30-50 anni) anche i costi sanitari derivanti dai ritardi nelle diagnosi aumentano in maniera esponenziale

Per contrastarle serve una sinergia tra specialisti delle varie branche (dermatologia, gastroenterologia, oculistica, neurologia, nefrologia, ematologia, radiologia, chirurgia ortopedica, fisiatria, psicologia) che insieme alla telemedicina e ai farmaci innovativi possono facilitare non solo la presa in carico ma anche la cura del malato reumatico con conseguente ottimizzazione di tempi e di costi

“Spesso le malattie reumatiche – afferma Enrico Tirri, Direttore dell’Uo di Reumatologia dell’Ospedale del Mare, Consigliere Nazionale della Società Italiana di Reumatologia (SIR) – coesistono con altre patologie la cui interazione può influenzare significativamente l’evoluzione e il trattamento della malattia reumatica, con conseguente impatto sulla qualità della vita, sulla gestione terapeutica e sui costi sanitari. Molte delle malattie reumatiche sono , altresì, sistemiche e possono coinvolgere vari organi ed apparati come il cuore, il polmone, gli occhi, l’apparato gastroenterico e la cute. Il 30-60% dei pazienti può sviluppare patologie cardiovascolari rispetto alla popolazione generale mentre per esempio nel 25% di pazienti con Artrite reumatoide può sviluppare una interstiziopatia polmonare. Alte sono le percentuali di ansia e depressione tra i malati reumatici (30-40%). A queste patologie si aggiunge l’osteoporosi (30-50%) oltre talvolta a problemi renali e a malattie infiammatorie gastrointestinali. Poiché il trattamento della malattia reumatica può influire sulle altre condizioni cliniche concomitanti - prosegue Tirri - l’interazione tra queste rende cruciale un approccio integrato nella gestione dei pazienti. Per questo presso le Strutture Ospedaliere, dove presenti le UO di Reumatologia, gli ambulatori condivisi con altri specialisti rendono più facile la presa in carico del malato reumatico. Nella reumetologi dell’Ospedale del Mare di Napoli abbiamo già messo in atto la gestione condivisa del paziente reumatologico con specialisti dermatologi, gastroenterologi, oculisti e psicologi al fine di facilitarne il percorso diagnostico e terapeutico”.

Per fortuna anche la ricerca è sempre più all’avanguardia e oggi sono disponibili le più avanzate tecniche diagnostiche e terapie per la cura delle artriti e delle connettiviti. Inoltre, la visione integrata delle malattie reumatiche oggi è notevolmente facilitata dalla telemedicina ed in particolare della piattaforma iAR plus della Società Italiana di Reumatologia che rappresenta un vero e proprio ambulatorio virtuale reumatologico: “Questo sistema telematico – conclude Tiri – mette in comunicazione il medico di base, lo specialista reumatologo, il paziente e gli altri specialisti interessati dalle singole comorbidità; abilita i pazienti alla fruizione, ed i professionisti all’erogazione di una serie di servizi che possono integrare le visite dal vivo. I malati reumatici infatti necessitano di monitoraggi frequenti e poiché sono spesso in età lavorativa, possono avere grandi benefici con la possibilità di effettuare visite da remoto soprattutto se vivono in luoghi isolati ed hanno problemi di trasporto, di lavoro o di deambulazione. La telemedicina garantisce quindi una maggior equità in termini di accesso alle cure, una sinergia maggiore tra ospedale e territorio e una migliore gestione delle malattie reumatiche. Tutto questo si traduce in vantaggi e risparmi per tutta la comunità”.

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