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Mercoledì 18 SETTEMBRE 2024
Pronto soccorso, cosa non funziona e di chi è la colpa



Gentile Direttore,
ieri un ennesimo articolo Data Room di Gabanelli-Ravizza contro i Medici di Assistenza Primaria che, oltre a farli arrabbiare, deve anche farli meditare su come sia vitale trovare una soluzione organizzativa ed una centrale telefonica per la copertura delle urgenze territoriali da parte delle medicine in rete, di gruppo e dei single, prima che, oltre ai CAU, arrivino DM e delibere di Giunta che impongano modelli simili anche per la cronicità ed il domicilio, esautorando progressivamente i MMG dai loro compiti e funzioni, sino a renderli da rottamare e spingendo la popolazione, senza più un Medico di fiducia, ad andare sempre più a pagamento.

Certo, bisognerebbe però spiegare ai cittadini, ai politici ed agli amministratori, oltreché ai media, per prima cosa che :
- i MMG hanno mediamente ognuno 120 contatti al giorno ed il PS di Padova 255, ma suddivisi su 30 medici , cioè pari a ben 8,8 a testa al giorno, aiutati da solo 30 infermieri e 15 OSS, analizzando i numeri pubblicati;
- i picchi di accessi ai PS , non a caso, ci sono notoriamente quando i MMG chiudono gli studi cioè fra le 13 e le 15 e fra le 18.30 e le 21 , oltrechè nei prefestivi e festivi, esattamente come negli altri Stati;
- i CAU hanno realmente ridotto i codici bianchi solo del 10,5 % a Reggio Emilia, a fronte di spese pubbliche ingenti, perché lì non si fanno tutti gli esami, gli accertamenti e le visite specialistiche che per medicina difensiva si fanno nei PS, creando “ concorrenza sleale” molto onerosa verso i MMG-MCA-PLS;
- le lunghe attese nei PS non sono solo dovute a carenze di personale, anche se ci sono, ma ad una loro inadeguata organizzazione, perchè i codici bianchi e quelli verdi atraumatici, una volta inquadrati da un valido triage, cioè non solo infermieristico ma anche medico, non dovrebbero incedere a vagonate di accertamenti o visite specialistiche, ma essere reinviati al Medico curante, neanche alla Continuità assistenziale notturna, prefestiva o festiva, perchè è un servizio per urgenze: i codici bianchi NON sono urgenze, il termine CAU, Centro Assistenza Urgenze, fa ben capire l’ignoranza di chi li ha creati, visto che sono solo inappropriatezza e che sono pazienti che dovrebbero essere visitati entro 3-4 giorni;
- è dal 1999 che chiediamo che i PS siano direttamente collegati informaticamente con i Medici di famiglia, e viceversa, sia per velocizzare le diagnosi , riducendo così il numero di morti anche solo per allergie ignote, sia per non fare accertamenti appena fatti, sia per sapere subito le malattie gravi e croniche oltre alle terapie in corso del paziente, cosa possibile secondo il GDPR EU privacy artt 4 e 28 , se o i DG Ausl li applicassero e nominassero responsabili esterni i Medici di famiglia per i loro soli assistiti, considerato che sono convenzionati Ausl, collegati punto a punto con il sistema informatico regionale, così come hanno nominato responsabili interni gli specialisti non solo dipendenti ma persino quelli convenzionati esterni .

Vien da piangere a considerare che già nel 1999 al PS Ospedale Tel Ashomer di Tel Aviv avevo notato con i miei occhi ed orologio che :
- i tempi medi di attesa dei pazienti prima di essere presi in carico erano di circa 15 secondi, non minuti;
- i tempi di attesa dei codici rossi erano nulli, perché ambulanze super attrezzate li portavano, tramite un’entrata diversa, direttamente ad una sala di rianimazione per non perdere tempo prezioso;
- ai pazienti, veniva chiesta o presa se in coma una qualunque tessera magnetica personale che consentiva ai Medici di PS di vedere subito le prime 4 pagine riassuntive della scheda del MMG ;
- la telemedicina funzionava con risposte immediate dello specialista, mentre qui a Reggio Emilia l’Ausl RE hanno fatto fallire i progetti di telecardiomedicina Dicit del 2000, che funzionava, per eccesso di costo annuo, ben 5€/cittadino reggiano, e poi quello successivo SDIMM Easy ECG del 2014, a causa di risposte anche ad un mese di distanza da parte della Centrale specialistica refertante di Guastalla, che, purtroppo, “copriva” la maggior parte di MMG e popolazione, a causa di mai accertate difficoltà tecniche di trasmissione-ricezione , quando quella, uguale, di Castelnovo né Monti, Comune notoriamente posto in pianura e senza ostacoli naturali, non solo rispondeva in tempi brevi , ma, previo avviso, consentiva ai Medici di famiglia anche risposte urgenti.

Sarà forse che nella Direzione Sanitaria di un Ospedale immenso come il Tel Ashomer c’erano solo quattro addetti, mentre, invece, in Italia dal 1979 si assegna solo il 6% dei budget aziendali alle Cure primarie ed il 12% agli amministrativi, oltre a finanziare gli ospedali , ora solo per acuti, come se non si fossero chiusi tanti ospedali da decenni e la popolazione, divenuta sempre più anziana, cronica, fragile ed affetta da poli patologie non gravasse ora quasi tutta sulla medicina territoriale?

La pandemia non forse ha chiarito che senza potenziare la medicina territoriale con personale, strutture e telemedicina non ci saranno mai sufficienti posti letto nelle terapie intensive e negli ospedali, visto che i pazienti covid sono stati trattati per il 97,6% (Bollettino ER) solo dai Medici di Famiglia e che gli stessi statisticamente assistono il 98% della popolazione 363 gg/anno ?

E’ così ignoto ai giornalisti, ai politici, a chi ha redatto il DM 77, ad Agenas ed all’Assessore regionale alla Sanità Emilia Romagna, che ogni MMG ha 396 assistiti over 60 e 732 affetti da una a cinque patologie croniche, effettua in media 42.889 prestazioni/anno = 30,3/Paziente (8.780 visite ambulatoriali, 2.007 visite Domiciliari, 21.322 Contatti telefonici, 3.888 Rinnovi ricette, 4.892 Letture esami-accertamenti, 2.000 certificazioni di vario tipo, etc.), esegue 235 PPIP e circa 600-700 vaccinazioni, segue almeno 26 pazienti in ADI ADP Nodo Hospice con 467 accessi domiciliari, e che gestisce 2,5 reparti di lungo degenti domiciliari, praticamente da solo, avendo a disposizione ben 0,31 Infermieri pubblici SID/MMG , anzichè almeno due come in Catalogna ed in Inghilterra ( in un solo reparto ospedaliero di questo tipo ruotano dieci medici, 16 infermieri professionali e 10 OSS ) ?

Tutte queste cose arci note passano da un orecchio all’altro dei politici di turno, senza lasciare in loro alcuna traccia neuronale, e fanno poca presa ed audience anche sui media, visto che le scotomizzano e fanno continuamente “scoop” su ovvietà con dati Agenas, altro ente che sembra ignorare la vera situazione territoriale, senza mai proporre soluzioni concrete. Perché?

Euro Grassi
Seg. Gen. FIMMG Reggio Emilia

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