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Martedì 17 SETTEMBRE 2024
Mpox. Unicef, 22mila casi sospetti e confermati, il 60% sono bambini sotto i 15 anni 

Circa l’80% degli oltre 700 decessi legati a mpox sono avvenuti tra i bambini, in particolare nelle comunità più svantaggiate. L’Unicef ha lanciato un appello di 58,8 milioni di dollari per affrontare la crisi del virus in 6 paesi africani.

Servono 58,8 milioni di dollari per affrontare la crescente crisi del virus mpox in 6 Paesi africani in cui i bambini sono maggiormente colpiti.

Questo l’appello lanciato dell’Unicef. Sebbene i decessi di bambini siano attualmente limitati alla Repubblica Democratica del Congo (RDC), i dati sottolineano la loro vulnerabilità: quest’anno sono stati segnalati quasi 22.000 casi sospetti e confermati di mpox, il 60% dei quali in bambini sotto i 15 anni. Circa l’80% degli oltre 700 decessi legati a mpox sono avvenuti tra i bambini, in particolare nelle comunità più svantaggiate.

L’appello mira quindi a raggiungere i bambini colpiti dall’epidemia in Burundi, Repubblica Democratica del Congo (RDC), Kenya, Ruanda, Uganda e Repubblica Centrafricana, dove la variante clade 1 è in aumento e dove migliaia di bambini sono a rischio di contagio, complicanze secondarie e stigmatizzazione sociale.

Gli alti tassi di contagio e di mortalità nei Paesi colpiti, in particolare nella RDC, spiega una nota dell’Unicef, sottolineano la vulnerabilità dei bambini, aggravata dal limitato accesso all’assistenza sanitaria e ai servizi igienici. La malnutrizione e altre malattie comuni dei bambini, così come lo sfollamento, aggravano ulteriormente la crisi.

La risposta dell’Univef all’epidemia di mpox si concentra sulla fornitura di un approccio integrato per interrompere la trasmissione attiva della malattia, prevenire i danni secondari ai bambini e sostenere le attività di preparazione, tra cui:

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