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Mercoledì 07 AGOSTO 2024
Schillaci: “La sanità ha bisogno di risorse, il 7% del Pil è il minimo. In manovra ci sarà spazio”. E sull’autonomia differenziata: “Al ministero ruolo guida per aiutare chi è in difficoltà”

Il ministro ha poi illustrato due provvedimenti a cui si sta lavorando per migliorare il Ssn. “Si tratta di due collegati alla finanziaria”. 
Il primo “riguarda una revisione della sanità territoriale e ospedaliera che è fondamentale, perché vuol dire rivedere in maniera moderna la rete ospedaliera Occorre poi rivedere la medicina territoriale, al centro degli stanziamenti del Pnrr”. Il secondo collegato "riguarda quelli che sono i compiti delle professioni sanitarie, per renderle anche più attrattive".


Intervista a 360 gradi quella di ieri sera del Ministro della Salute, Orazio Schillaci, all'incontro dal titolo "Come salvare la sanità" organizzato nell'ambito della rassegna culturale "Mediterranea - La Civiltà Blu", in corso a Sabaudia.

Innanzitutto, in vista della prossima manovra di Bilancio, il ministro ha fissato nel 7% del Pil la spesa "minima" per in Servizio sanitario nazionale che ha bisogno di risorse. Rivendicato poi un ruolo centrale per il Ministero della Salute nell'ambito dell'autonomia differenziata per aiutare chi è più in difficoltà senza lasciare nessuno indietro.

Anticipati anche alcuni prossimi provvedimenti con i quali si punterà a migliorare il Ssn. “Si tratta di due collegati alla finanziaria”.
Il primo “riguarda una revisione della sanità territoriale e ospedaliera che è fondamentale, perché vuol dire rivedere in maniera moderna la rete ospedaliera Occorre poi rivedere la medicina territoriale, al centro degli stanziamenti del Pnrr”. Il secondo collegato "riguarda quelli che sono i compiti delle professioni sanitarie, per renderle anche più attrattive".

Covid: “Niente allarmi ma sarà importante a settembre una campagna vaccinale per i più fragili”
“Il Covid ha ripreso un po’ a correre. Questo dimostra, tra l’altro, che non è una malattia stagionale come molti virus respiratori. È importante ricordare di proteggere le persone più fragili, penso agli anziani, ma anche gli immunodepressi e ai malati oncologici”, ha detto il ministro.
Per Schillaci “è importante non sottovalutare il Covid, pur senza allarmi, perché i dati più importanti, che sono quelle delle ospedalizzazioni e dei ricoveri in terapia intensiva, sono assolutamente sotto controllo. Sarà però importante, a settembre, fare una campagna per fare sì che i più fragili si vaccinino, questo credo sia assolutamente mandatorio”.

Decreto Liste d’attesa: “Serve gioco di squadra, nessuno può tirarsi indietro”
Il Decreto Liste D’attesa è un provvedimento “fatto per i cittadini, non per gli operatori o per i politici”, ha voluto anzitutto sottolineare Schillaci, che ha definito le liste d’attesa “il problema più annoso della nostra sanità”.

In merito ai contenuti del decreto, il ministro ha spiegato che “abbiamo anzitutto seguito un metodo rigoroso. Io, che vengo dal mondo della scienza sono fissato con i numeri, perché per affrontare un problema e cercare di risolverlo in maniera compiuta dobbiamo capire qual è il problema, dove è, possiamo mettere in atto delle strategie. Dobbiamo sapere quali sono le prestazioni che mancano, dove mancano, quali sono i veri tempi di attesa. Questo fino ad oggi su base nazionale non è stato fatto in modo compiuto. Quindi il punto forte del provvedimento sta nel fatto che finalmente ci sarà una piattaforma nazionale per le liste d’attesa in cui tutte le Regioni dovranno mettere i dati. In questo modo sapremo che quando in una determinata Regione manca una determinata prestazione e potremo intervenire selettivamente per far sì che quella prestazione possa essere erogata finalmente nei tempi di attesa giusti. Questo è per me il punto più qualificante di tutto l’impianto”.

Il ministro ha poi illustrato le altre misure del decreto:
- “il Cup unico di prenotazione, che vuol dire che in maniera trasparente le strutture pubbliche e private accreditate dovranno mettere a disposizione dei cittadini tutte le prestazioni che sono in grado di erogare e già solo questo farà si che il numero delle prestazioni siano maggiori e creo che i tempi di attesa diminuiranno in modo significativo”;
- “un tavolo di monitoraggio per controllare quello che accade delle Regioni”;
- “sa subito le Regioni che hanno capacità economica potranno superare il tetto assunzionale per gli operatori sanitari di un 5% e dal 2025 verrà abolito il tetto assunzionale di spesa e si passerà a un nuovo modello che terrà conto dei fabbisogni”.
- “Abbiamo messo anche incentivi importanti per i medici e gli operatori sanitai, con l’aumento delle tariffe orarie e la defiscalizzazione per chi si presterà per all’abbattimento delle liste d’attesa”.

Per Schillaci “per vincere la battaglia delle liste d’attesa servono anzitutto due cose: più personale e pagarlo meglio. In merito ho incontrato il ministro Giorgetti per iniziare a parlare della prossima legge di bilancio e questi sono i capisaldi che ho indicato”.

“Quello che mi preme sottolineare – ha però precisato il ministro – è che la lotta alle liste d’attesa è un gioco di squadra, in cui nessuno si può tirare indietro. Il governo e il sottoscritto hanno messo la faccia in questo decreto, ma le Regioni devono – e sono sicuro che lo faranno - dare il loro contributo, così come i sanitari. Anche i cittadini sono chiamati a una maggiore responsabilizzazione, perché a volte prenotano la stessa prestazione in due, tre posti diversi ma si dimenticano di cancellare quelle alle quali non si presenteranno. Ci sarà una razionalizzazione di quello che oggi avviene, verranno anche richiamati i pazienti in lista d’attesa e verranno verificate le loro prestazioni”.

Schillaci si è comunque detto “convinto che riusciremo ad avere risultati, perché al di là di tante polemiche la sanità italiana è di grande qualità e gli operatori di elevata professionalità, per questo vogliamo che rimangano nel servizio sanitario pubblico e che siano contenti di lavorare nel Ssn”.

Direttori generali: “Favorevole ad aumentare i compensi ma anche a chiedergli di farsi carico dei problemi”
“La qualità di una Asl la fanno spesso i direttori generali e i direttori sanitari”. Ne è convinto il ministro, che ritiene possa essere anche “utile andare a rivedere i compensi. Io sono favorevole che i compensi dei Dg, fermi da quasi 20 anni vengano rivisti, perché hanno una grossa responsabilità. Però è anche giusto che i dg e ds si facciano carico dei problemi reali della sanità. Ai governatori ho detto: mettete negli obiettivi della parte variabile de dg l’abbattimento delle liste d’attesa, che è la parte meno edificante del nostro Ssn”.

Riforma Ssn: “Al lavoro su rete ospedaliera, sanità territoriale e professioni sanitarie”
Il ministro ha quindi illustrato altri due provvedimenti a cui si sta lavorando per migliorare il Ssn. “Si tratta di due collegati alla finanziaria”.
Il primo “riguarda una revisione della sanità territoriale e ospedaliera che è fondamentale, perché vuol dire rivedere in maniera moderna la rete ospedaliera, perché l’Italia, negli anni ha perso molti posti letto. Occorre poi rivedere la medicina territoriale, che è il punto più al centro degli stanziamenti del Pnrr”.

Poi c’è il secondo collegato, “che riguarda le professioni sanitarie. Perché la medicina è cambiata e noi abbiamo 30 diverse professioni sanitarie. Oggi dobbiamo rivedere, alla luce di quelle che sono le esigenze della medicina del terzo millennio, anche quelli che sono i compiti delle professioni sanitarie, per renderle anche più attrattive, perché se è vero che spesso si parla di carenza di medici o di medici poco soddisfatti del Ssn, a guadare i dati Ocse, che mettono in maniera evidente a confronto 39 nazioni, ci rendiamo conto come in realtà i medici italiani non sono pagati così tanto meno rispetto alle altre realtà; chi è pagato meno è davvero carente, anche rispetto al numero di abitanti, sono gli infermieri, le cui retribuzioni sono anche ferme ai tempi in cui la formazione era molto più limitata. La revisione delle professioni sanitarie è assolutamente una priorità: dobbiamo renderle più attrattive”.

Risorse: “Il 7% è il minimo. Penso che nella finanziaria ci sarà spazio”
Nel corso dell’incontro con il ministro Giorgetti “non abbiamo parlato di soldi, ma di priorità. Ma è chiaro che la sanità è ormai al centro dell’agenda politica, nessun Governo può pensare di trascurare il tema della sanità. Io penso che anche nella Finanziaria ci sarà spazio”, ha detto Schillaci. “La sanità italiana ha bisogno di più soldi: io credo che il 7% del Pil sia il livello minimo sul quale ci dobbiamo attestare, però oltre ad avere più fondi, i fondi vanno spese bene. Ed è impensabile non avere oggi come priorità la prevenzione”.

Drg: “Obsoleti, vanno rivisti per pagare meglio le strutture che fanno particolari interventi”
Le priorità indicate per la finanziaria da Schillaci a Giorgetti sono le assunzioni e le retribuzioni. Ma “c’è un altro punto che mi sta a cuore ed è quello di cercare di rivedere anche i Drg, che sono obsoleti e lo specchio di una medicina che ormai non c’è più. Il rimborso è rimasto fermo, ma c’è stata un’evoluzione che richiede un sacrificio per andare a riammodernare anche i Drg e pagare meglio le strutture che effettuano determinate interventi”, ha detto il ministro.

Autonomia Differenziata: “Per il ministero della Salute rivendico un ruolo di guida”
“Di fatto, in sanità, per molti aspetti, l’Autonomia differenziata già c’è”, ha detto Schillaci, che ha evidenziato come con la riforma del Titolo V di oltre 20 anni si siano create “disparità regionali lampanti, che sono tra l’altro testimoniate dal livello di Lea che le Regioni riescono a garantire ai cittadini. Dal primo giorno che sono diventato ministro rivendico per il ministero un ruolo almeno di controllo e di guida, perché nessuno può essere lasciato indietro. Rivendico per il ministero un ruolo guida per aiutare chi è più in difficoltà”.

Medicina generale: “Non mi appassiona dibattito su convenzione o dipendenza, ma è sicuramente impensabile che mmg non contribuiscano con un monte ore chiaro alla medicina territoriale”
“Nessuna riforma sanitaria può essere davvero efficace, in Italia, se non c’è una rivitalizzazione del medico di medicina generale. Non è necessario solo avere più medici, ma anche che siano inseriti in un contesto diverso, più vicino alle esigenze della sanità che è cambiata”, ha detto il ministro.
In questo senso, per Schillaci la medicina generale dovrebbe anzitutto diventare “una scuola di specializzazione al pari delle altre. Bisogna fare in modo che il medico di famiglia torni ad essere una professione attrattiva. Dobbiamo anche sburocratizzare molto, su questo con il decreto semplificazione abbiamo già agito. E poi bisogna parlare con i mmg perché il loro contributo è essenziale”.
Schillaci ha spiegato di non appassionarsi molto alla questione della convenzione o della dipendenza: “Se si parla con i mmg, molti preferirebbero rimanere liberi professionisti; ma se si parla con le Regioni, mettiamo tutti d’accordo sulla dipendenza. Il tema, comunque, non mi appassiona, ma è sicuramente impensabile che i mmg non contribuiscano con un monte ore chiaro alla medicina territoriale. E sono certo che lo faranno”.

Farmacie: “Possono contribuire in maniera proattiva a una sanità per tutti e a portata di tutti”
“Durante il Covid, le farmacie hanno avuto il grande pregio di essere sempre disponibili nei confronti dei cittadini e si vede come la percezione dei cittadini sia cresciuta in maniera esponenziale durante il Covid”, ha evidenziato anzitutto il ministro. “Io credo che siano dei presidi importante che debbano contribuire in maniera corretta al funzionamento della medicina territoriale. Sicuramente sono presidi molto graditi dai cittadini e quindi penso che tutti debbano contribuire a quella che io definisco la sanità del terzo millennio, se vogliamo davvero avere una sanità per tutti e a portata di tutti. Le farmacie possono contribuire in maniera proattiva”.

E sulle querelle per le nuove prestazioni previste in farmacia, Schillaci ha commentato: “Io credo che sia importante che i servizi vengano erogati in maniera corretta rispettando le regole per tutti”.

Antibiotico resistenza: “In finanziaria capitolo dedicato a sistemi pronti di accesso e acquisto di antibiotici”
“Il tema dell’antibiotico resistenza è cruciale e purtroppo siamo in Europa il secondo o terzo paese per numero di decessi correlati alle infezioni ospedaliere; quasi un terzo dei morti per infezioni ospedaliere si registrano in Italia. Su questo dobbiamo investire ed è un altro argomento che ho trattato con il ministro dell’Economia e delle finanze. Abbiamo finanziato un piano quinquennale ma abbiamo bisogno di avere più risorse”, ha detto Schillaci.

Secondo il ministro “dobbiamo far sì che gli antibiotici vengano usato quando necessario. Dobbiamo fare anche cultura tra i cittadini. Siamo molto migliorai nel campo veterinario, dove abbiamo un sistema sicuro di monitoraggio e il fenomeno sta migliorando ed è sotto controllo. È però un tema globale, per cui, come sta avvenendo in altri Paesi, un capitolo della finanziaria sarà dedicato ad avere dei sistemi pronti di eventuale accesso e acquisto di antibiotici in caso di antibiotico resistenza”.

Sanità privata convenzionata: “Fa parte del sistema pubblico, abolirla vorrebbe dire abolire il sistema sanitario pubblico”
“La sanità privata convenzionata fa parte del sistema pubblico. Nessun governo di nessun colore potrà mai abolirla perché vorrebbe dire abolire il sistema sanitario pubblico. Quel che importa è la qualità del sistema erogato: un cittadino che a Milano va al San Raffaele o al Niguarda spesso non sa che una è una struttura a gestione privata e una è pubblica, sa che va in due ospedali eccellenti nei quali paga il ticket e riceve una buona assistenza. Io sono un forte sostenitore del sistema sanitario pubblico e sono qua per difenderlo, ma il sistema sanitario privato convenzionato fa parte del sistema sanitario pubblico a tutti gli effetti”, ha detto il ministro, secondo il quale “il privato accreditato a volte funziona meglio del pubblico perché paga meglio gli operatori sanitari”. Per Schillaci è comunque “chiaro che bisogna avere trasparenza”.


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