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Venerdì 02 AGOSTO 2024
Agenas. Da Corte dei conti ok a gestione ma attenzione alla programmazione

“Sul piano strettamente contabile” il giudizio è favorevole sulla “sostenibilità prospettica della gestione e sul basso impatto dei rischi di squilibri latenti a carico del bilancio”, si denotano tuttavia la presenza di profili di criticità in ordine all’utile ed efficace impiego delle risorse in dotazione, che meritano di essere segnalati anche al Ministero vigilante per sollecitarne un approfondimento sulle relative cause”. IL DOCUMENTO

Ok alle gestione di Agenas per l’anno 2022 dalla Corte dei conti. La spesa per il personale nel 2022 è risultata pari a 9,47 mln, pressoché analoga a quella dell’anno precedente (9,01 mln nel 2021), con una forte contrazione di questa con riferimento ai rapporti di lavoro a tempo determinato, alcuni dei quali si sono trasformati, nel corso dell’annualità, a tempo indeterminato. Anche in virtù di tale situazione, la spesa unitaria per il personale risulta diminuita rispetto al 2021. Al riguardo, si rammentano gli indirizzi generali di contenimento di questa voce di spesa che l’Agenzia deve tenere sempre presenti.

Parallelamente, la spesa per incarichi libero-professionali di studio, ricerca e consulenza ha subito, malgrado le raccomandazioni formulate, un incremento, che in ogni caso non è tale da riportarla ai livelli raggiunti antecedentemente al 2020. Appare invece in calo la spesa per collaborazioni e altre forme di lavoro flessibile. Per quanto concerne l’attività negoziale, si registra la notevole incidenza degli affidamenti diretti, sui quali va posta particolare attenzione. Gli importi di questi superano quelli scaturenti da accordi/convenzioni, come quelle, ad esempio, stipulate da Consip S.p.a. Il numero di contratti è diminuito rispetto al 2021, ma gli importi posti a base sono aumentati.

La gestione del rendiconto generale 2022 evidenzia risultati positivi, determinati dalla crescita delle entrate - primariamente per trasferimenti correnti da amministrazioni pubbliche connessi ai progetti relativi al PNRR, seguiti dalla componente dei proventi propri derivanti dalle attività svolte nell’ambito del Servizio della formazione permanente in medicina (ECM), che avevano subito nel 2020 una anomala riduzione in ragione dell’emergenza pandemica - non pienamente bilanciata da quella delle uscite. Siffatti andamenti hanno determinato un ulteriore incremento dell’avanzo di amministrazione (pari a 139,42 mln; +10 per cento), dell’avanzo economico (34,95 mln; +281 per cento) e del patrimonio netto (cresciuto a 170,96 mln; + 26 per cento).

Dette risultanze, se sul piano strettamente contabile supportano un giudizio favorevole sulla sostenibilità prospettica della gestione e sul basso impatto dei rischi di squilibri latenti a carico del bilancio, denotano tuttavia la presenza di profili di criticità in ordine all’utile ed efficace impiego delle risorse in dotazione, che meritano di essere segnalati anche al Ministero vigilante per sollecitarne un approfondimento sulle relative cause, finalizzato anche ad una corretta definizione del fabbisogno finanziario annuo dell’Ente che grava sui trasferimenti statali. La riscontrata situazione di squilibrio fra residui attivi (5,98 mln) e passivi (11,26 mln) conservati in contabilità a fine esercizio, che ha quale fenomeno correlato la rilevante consistenza della cassa liquida in dotazione (144,70 mln), testimonia e conferma, quale tratto strutturale e distintivo della gestione, la sfasatura temporale tra acquisizione e spendita delle risorse assegnate, fenomeno meritevole di adeguamenti e correzioni. In merito alla realizzazione/conservazione dei residui attivi e passivi, occorre che l’Agenzia li monitori costantemente al fine di verificarne l’effettività nel tempo.

Elemento a sostegno delle su indicate esigenze è offerto dall’esame degli indicatori, dai quali emerge, comunque, un generale miglioramento che, da una parte, conferma come le partite attive che confluiscono e vengono conservate in conto residui sono una componente minima degli accertamenti annui (10 per cento nel 2022, rispetto al 17 per cento del 2021), ed evidenzia, dall’altro, che gli impegni che non giungono alla fase della liquidazione e del pagamento sono diminuiti in misura sensibile rispetto al 2021 (25 per cento, rispetto al 50 per cento), con un rapporto che tende a valori maggiormente ragionevoli.

La Sezione rileva, tuttavia, il tratto di forte instabilità che ha connotato negli ultimi esercizi finanziari l’organizzazione dell’Ente, anche in ragione dei menzionati interventi normativi, che appaiono ispirati da esigenze contingenti anziché da solida programmazione a monte, come invece si richiederebbe nel delicato settore nel quale Agenas è chiamata ad operare con un ruolo di raccordo operativo fra i diversi livelli decisionali; ruolo anch’esso da definire meglio e da completare con chiarezza nei suoi contorni per massimizzarne l’efficacia ed evitarne, alla radice, gli eventuali rischi di estemporaneità, fermo restando che il settore, come noto, è in continua evoluzione e cambiamento, per affrontare i quali occorrono flessibilità normativa ed adeguamenti al passo con i tempi.

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