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Giovedì 01 AGOSTO 2024
Miopia, ipocrisia o forse incompetenza?  



Gentile Direttore,
sono mesi che si amplia il confronto sulle problematiche attuali del SSN e sulle necessarie azioni di riforma del sistema sul versante organizzativo e gestionale per tutelare il Diritto dei Cittadini.

Tutti concordano sul fatto che il nostro SSN ha bisogno di un congruo finanziamento che sostenga nei prossimi anni i servizi territoriali ed ospedalieri adeguati ai bisogni profondamente mutati (demografici, epidemiologici, socio-culturali) della popolazione, altresì sempre più concordano sulla esigenza di riformare radicalmente la struttura del Servizio stesso proprio per poter rispondere efficacemente a questi bisogni ed utilizzare nel modo appropriato ed efficace tutte le risorse.

Un finanziamento che non può ne deve aver solo un riferimento a quelli di altri Paesi europei dato che tutti dovrebbero conoscere le grandi differenze del nostro sistema sanitario generalista e fiscale nazionale rispetto ad altri. Un finanziamento che deve invece esser coerente con la nuova organizzazione del SSN.

Il mondo politico-amministrativo ma anche quello sindacale della Sanità , che si presume siano più di tutti in grado di conoscere le criticità, le disfunzioni e le inefficienze della strutturazione del Sistema (avendole guidate ed avendone spesso sfruttato per loro fini le magagne) sono attesi finalmente ad un serio impegno di Riforma.

Per adesso purtroppo nulla di serio dalla classe politica tutta.

Invece continuano ad apparire contributi che sono al limite del ridicolo per il puerile valore sul piano dei contenuti tecnici, ma che molto bene rappresentano ancora la pervicace incapacità di impegnarsi nel necessario e profondo cambiamento che dovrà superare come primo passo quanto meno le rigide posizioni di parte che storicamente hanno segnato l’immobilismo di questi ultimi anni. E’ solo miopia o anche ipocrisia?

Si leggono difese ferree dei Decreti Ministeriali dopo anni che hanno dimostrato in concreto la loro inadeguatezza (ed in particolare sono state le Regioni applicandoli nei modi più svariati a dimostrarne la vacuità) e dopo un anno che il riordino del DM 70 ed il rinnovo del DM 77 dormono senza segni vitali.

Si leggono posizioni delle organizzazioni sindacali che fanno pensare che non sappiano vedere al di la della punta del loro naso oppure ipocritamente vogliano nascondere i problemi che anche loro dovranno affrontare nella gestione dei diritti nel lavoro dei loro associati quando si giungerà ad una Riforma.
Basti pensare alla Sanità Integrativa che i sindacati hanno utilizzato per trasportare nelle retribuzioni dei lavoratori (con tutti i contratti) una notevole quantità di risorse che dovevano esser impegnate nel SSN.

Viceversa si leggono grandi attacchi alla proposta Calderoli come se questa creasse domani la sanità differenziata e frammentata che in verità tutti sanno che esiste e cresce da oltre 20 anni per merito di tutte le Regioni dopo la modifica del Capo V della Costituzione.

Si continua a parlare di finanziamento come se questo da solo potesse modificare le disparità di offerta, l’inefficienza delle organizzazioni e delle strutture pubbliche, la inadeguatezza di selezione, formazione ed aggiornamento del personale fino dalle Università, la frammentazione dei compiti operativi legata a schemi organizzativi e contrattuali antichi ed ingessati.

Altro ripetitivo annuncio è il rischio di passare tutto alla sanità privata: non credo che nessuno sul piano politico o scientifico possa avere in mente una cosa del genere che è manifestamente insostenibile. Ma la cosa più importante è scritta nel fondamento del SSN che definisce la struttura privata come contributo alle attività del sistema pubblico quando necessario ed utile, ma in particolare quando governata e controllata appunto del SSN. Ed allora la responsabilità è solo del pubblico e di chi lo guida a livello nazionale e regionale per utilizzarla. La confusione ed inadeguatezza organizzativa e gestionale del SSN oggi rende sempre più difficile questo governo e questo necessario controllo in tutto il Paese.

Gli stessi LEA che avrebbero dovuto guidare le prestazioni di tutela della Salute dei Cittadini sono del tutto teorici, direi astratti, mai realmente aggiornati: tutti ne dichiarano la efficacia dopo valutazioni fatte dalle stesse Regioni che dovrebbero esser invece controllate. Il parere degli Utenti è diametralmente opposto e non solo per le liste di attesa!

Il pieno fallimento nazionale e regionale negli ultimi 15 anni è macroscopico rispetto alla “banale” previsione dei nuovi servizi necessari, della previsione degli organici e delle figure professionali indispensabili e della loro tempestiva formazione ed assunzione; questa chiara manifestazione di inadeguatezza è sotto gli occhi di tutti i cittadini che ne pagano tutte le conseguenze.

Unica possibile interpretazione di queste “stranezze” è che ci sia diffusamente, proprio tra chi ha le maggiori responsabilità, un livello di incompetenza, di incapacità di osservazione, di analisi e comprensione dei problemi profondi del SSN che debbono esser riformati per realizzare i suoi compiti.

Viceversa tra i Cittadini è sempre più diffusa la chiara consapevolezza delle responsabilità che tutta intera la classe politico-amministrativa e sindacale ha in questa crisi.

Il colmo della “stranezza” lo si può leggere nel recente documento in cui la UIL scopre i rischi delle sanità privata quando si scrive: “combattere gli sprechi delle Regioni evidenziati, ormai da diversi anni, dalle sezioni regionali di controllo della Corte dei Conti” e poi “Le Regioni, pertanto, in modo interessato, sul tema accreditamento della sanità privata, continuano ad andare in ordine sparso”.

Questo significa che si ha la certezza che è urgente modificare profondamente l’attuale fallimentare sistema delle sanità regionali ed aziendali, ma non si ha il coraggio di impegnarsi esplicitamente in questa Riforma del SSN.

Alcune Regioni già in condizione di piena autonomia hanno fallito nella Sanità, altre Regioni Autonome o con la sola autonomia data dalla modifica del Capo V della Costituzione, hanno cercato di operare decentemente mentre altre hanno prodotto solo disordine e sprechi. Ma tutte , tramite norme sempre più autonome e differenziate e tramite Aziende , Società della Salute, centri ed appalti di approvvigionamento ed altre fantasticherie (che sono la negazione radicale dei principi di generalità ed eguaglianza del Diritto alla Salute), hanno frammentato e spesso cancellato i diritti dei Cittadini, moltiplicando contemporaneamente confusione e spreco.

Agitare lo spettro di un nemico è sempre utile per cercare di mascherare le proprie colpe: lo si fa con il privato dichiarandogli guerra e lo si fa con la proposta Calderoli in modo che tutto rimanga come adesso. E sappiamo che adesso non sono tutelati ne i Diritti dei Cittadini–Utenti ne quelli degli operatori che appunto fuggono dal SSN.

Se si vuole riportare il SSN ai suoi compiti unitari e generalisti, ad una efficienza operativa idonea ai bisogni attuali e futuri del Paese, ad una sostenibilità che sappia governare anche il privato come dice la 833, che utilizzi e valorizzi meglio le competenze dei professionisti (senza le ipocrisie degli “eroi), dobbiamo tutti insieme costruire una profonda riforma del Sistema Sanitario Nazionale che possa veramente difendere questi Diritti.

Alessandro Giustini

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