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Giovedì 01 AGOSTO 2024
Decreto liste di attesa. Quale futuro per il Sistema Sanitario?  



Gentile Direttore,
quanto disposto dal Decreto Liste di attesa recentemente approvato, porta il nostro sistema sanitario verso una ulteriore accelerazione dello sviluppo del privato convenzionato, con il rischio di renderlo sempre più sostitutivo al Sistema Sanitario Pubblico.

Analizzando il decreto infatti vediamo che:

• si prevede lavoro aggiuntivo per chi ha già un lavoro, non strutturando i servizi nel tempo con personale adeguato. Si risponde infatti all’emergenza di carenza di prestazioni (e di personale) destinando fondi che potrebbero essere utilizzati per strutturare nel tempo un aumento di offerta (con personale adeguato), all’incremento dell’orario di lavoro di professionisti già assunti; con produttività aggiuntiva, gettoni, straordinari vari (attività oltretutto che vengono detassate e che determineranno così un minore introito per il sostegno dello stato sociale, e di conseguenza, della sanità pubblica).

Come garantiremo poi dignità del lavoro e sicurezza delle cure, ricorrendo a continue ore aggiuntive di lavoro? L’addio al tetto di spesa per le assunzioni, previsto per l’anno 2025, avrebbe dovuto essere attuato subito e con risorse adeguate (le risorse ci sono, è volontà politica scegliere dove spenderle), in modo da poter strutturare i servizi e non sprecarle con risposte in grado di affrontare il problema solo dal punto di vista emergenziale.

• L’aumento della possibilità di acquistare i servizi dal privato convenzionato, non fa altro che dirottare ulteriori fondi dal pubblico verso il privato, rendendo il pubblico sempre meno competitivo e con meno possibilità di mirare all’eccellenza, anche con l’acquisto di strumentazioni all’avanguardia. Questa strada renderà il privato sempre più sostitutivo nelle prestazioni del sistema pubblico, con il rischio di poter prevedere in un futuro offerta di prestazioni (senza concorrenza del pubblico), al prezzo che vorrà, con le conseguenze che ben possiamo immaginare. Il privato poi spesso, riesce a fare profitti risparmiando sui diritti dei lavoratori e può attuare, sempre per la logica del profitto, una spinta verso un consumismo sanitario di prestazioni, senza garantire il principio di non spreco, di necessità e di appropriatezza delle stesse. Ricordiamo poi come gli operatori sanitari nel privato vi accedono senza concorso, certificazione delle competenze possedute delle quali il pubblico si avvale.

• Visto che alle regioni non vengono date risorse aggiuntive per abbattere le liste di attesa, il rischio è che queste si vedranno costrette a tagliare altri servizi per poter acquistare ulteriori prestazioni dal privato convenzionato o per pagare attività in straordinario. In questo modo ci troviamo come sempre, a rispondere all’emergenza con manovre di emergenza, che non strutturano alcun servizio stabile, ma rendono il sistema sanitario pubblico sempre più povero e carente.

Il Dlgs 124 del 1998, già prevedeva la possibilità, se l’utente non poteva accedere alla prestazione nei tempi indicati dalla priorità prevista nella richiesta, di vedersi erogare il servizio in intramoenia al solo costo del ticket. Non era meglio iniziare ad applicarlo per prevedere tempi certi di prestazione, invece di dare una ulteriore spinta allo sviluppo della sanità privata? Con tutte le pecche dell’attività erogata in intramoenia (che non rappresenta oggi infatti una libera scelta del cittadino che ha possibilità economica verso la scelta di un professionista, creando comunque divergenze sul diritto alla salute, ma una strada obbligata da percorrere sempre da chi ha possibilità economica, per avere una prestazione vicino al proprio domicilio e in tempi brevi), la stessa comunque aumentava gli introiti delle Aziende Sanitarie Pubbliche.

Le scelte che vediamo attuate in politica sanitaria, stanno rendendo il nostro sistema sanitario pubblico sempre più povero, e se non riusciremo ad attuare una controtendenza, rischiamo di veder annullato del tutto il nostro diritto alla salute!

Tatiana Bertini
Infermiera

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