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Venerdì 26 LUGLIO 2024
Alcol. In Italia meno consumatori giornalieri, ma più occasionali e fuori pasto. Aumenta la quota di donne. Il 15% dei giovani fa binge drinking. La nuova relazione al Parlamento

l cambiamenti nelle abitudini a distanza di 10 anni sono diffusi in tutte le fasce d’età e mettono in evidenza un generalizzato e forte calo di consumo giornaliero e, parallelamente, un aumento del consumo occasionale e fuori pasto, specialmente tra la popolazione adulta di 45 anni e più. Notevoli nel decennio gli incrementi nella quota di donne consumatrici che, per il consumo occasionale passano dal 39,3% al 46,9% e che passano dal 15,6% al 23,2% per il consumo fuori pasto. LA RELAZIONE

Secondo i dati ISTAT nel corso del 2022 il 67,1% della popolazione italiana di 11 anni e più ha consumato almeno una bevanda alcolica (pari a 35 milioni e 918 mila persone), con una prevalenza maggiore tra i maschi (77,4%) rispetto alle femmine (57,5%). Il 19,3% dei consumatori (10 milioni 310 mila persone) beve quotidianamente (28,4% tra i maschi e 10,7% tra le femmine). Nel 2022 è in lieve aumento, rispetto all’anno precedente, il consumo di alcol nell’anno (66,3% nel 2021 e 67,1% nel 2022), tale aumento si osserva esclusivamente tra le donne (passate dal 56,1% al 57,5%); stabile il consumo giornaliero (19,4% nel 2021 e 19,3% nel 2022), mentre in aumento il consumo fuori pasto (30,7% nel 2021 e 31,7% nel 2022) e il consumo occasionale (46,9% nel 2021 e 47,9% nel 2022). Nell’arco di tempo che va dal 2012 al 2022 l’ISTAT ha, invece, rilevato: un aumento dei consumatori nell’anno (dal 64,6% al 67,1%), la diminuzione della quota di consumatori giornalieri (dal 23,6% al 19,3%), l’aumento dei consumatori occasionali (dal 41% al 47,9%), l’aumento dei consumatori fuori pasto (dal 26% al 31,7%). Lo rileva la Relazione del Ministro della salute al Parlamento sugli interventi realizzati ai sensi della legge 30.3.2001 n. 125 in materia di alcol e problemi alcol correlati: anno 2023.

l cambiamenti nelle abitudini a distanza di 10 anni sono diffusi in tutte le fasce d’età e mettono in evidenza un generalizzato e forte calo di consumo giornaliero e, parallelamente, un aumento del consumo occasionale e fuori pasto, specialmente tra la popolazione adulta di 45 anni e più. Notevoli nel decennio gli incrementi nella quota di donne consumatrici che, per il consumo occasionale passano dal 39,3% al 46,9% e che passano dal 15,6% al 23,2% per il consumo fuori pasto.

Bevande alcoliche consumate dagli italiani nel 2022

Nel 2022, beve vino il 54,9% della popolazione di 11 anni e più, di cui 65,1% maschi e 45,2% femmine. Nella stessa popolazione considerata, beve birra il 51,3%, con una prevalenza dei consumatori di sesso maschile pari al 63,7% rispetto al 39,6% di quella femminile. Gli aperitivi alcolici, amari e superalcolici sono consumati, nel 2022, dal 48% della popolazione di 11 anni e più (58,5% degli uomini e il 38,0% delle donne). Nel 2022 i consumatori giornalieri di bevande alcoliche che hanno bevuto vino sono stati il 16,7% (24,2% maschi e 9,6% femmine), mentre quelli che hanno bevuto birra il 5,4% (8,9% maschi e 2,1% femmine) ed infine hanno bevuto aperitivi, amari, superalcolici lo 0,9% (1,4% maschi e 0,4% femmine) (Tabella 3). Nel tempo si assiste anche a sensibili cambiamenti, in tutte le classi di età, nel tipo di bevande consumate. Il consumo esclusivo di vino e birra diminuisce in quasi tutte le fasce di età, mentre aumenta l’abitudine a consumare altri alcolici insieme al vino e alla birra.

Si consuma più alcol al Nord e al Centro Italia

Il consumo di alcol nell’anno è più forte nel Centro-Nord (il 69,3%), specialmente tra i maschi (Nord-est=80,5%; Centro=77,4%; Nord-ovest=77,3%). Anche la quota più elevata di consumatori giornalieri si concentra nel Centro-nord (circa il 21%). Considerando l’ampiezza demografica dei Comuni, la quota di consumatori nell’anno è più elevata nei Comuni centro dell’area metropolitana e quella dei consumatori giornalieri è più alta nei Comuni fino a diecimila abitanti. Il consumo di alcol aumenta al crescere del titolo di studio Tra le persone di 25 anni e più, la quota di consumatori di bevande alcoliche aumenta al crescere del titolo di studio conseguito. Ciò avviene soprattutto per le donne: tra quelle con licenza elementare consuma alcol almeno una volta all’anno il 41,4%, quota che sale al 74,3% fra le laureate. Le differenze di genere, pur permanendo, diminuiscono all’aumentare del titolo di studio, anche a parità di età. Andamento inverso ha, invece, il consumo quotidiano, che risulta crescente al diminuire del titolo di studio, per entrambi i sessi ma soprattutto per gli uomini.

I modelli di consumo dei giovani

Nel 2022, il 47,6% dei ragazzi e il 42,1% delle ragazze di età compresa tra 11 e 24 anni ha consumato almeno una bevanda alcolica nel corso dell’anno; rispetto al 2012 si rileva una diminuzione della prevalenza tra i ragazzi (-3,8 punti percentuali) e, viceversa, un aumento tra le ragazze (+2,7 punti percentuali), aumento che risulta significativo anche rispetto all’ultimo anno precedente (nel 2021 la quota delle ragazze consumatrici giornaliera era pari al 39,2%). Nella fascia di età 11-24 anni è soprattutto diffusa la consuetudine di bere alcolici fuori dai pasti (più di 1 ragazzo su 4 ha questa abitudine), anche con una frequenza di almeno una volta a settimana, ciò indica un comportamento nel consumo di alcol adottato in modo abituale e potenzialmente a rischio. Pertanto, possiamo considerare il consumo di alcol tra i giovani, a tutt’oggi, una criticità che suggerisce di mantenere alta l’attenzione su questa fascia di popolazione. I comportamenti a rischio sul consumo di alcol nella popolazione giovanile sono particolarmente diffusi nella fascia di età compresa tra i 18 e i 24 anni. Il fenomeno è differenziato per genere, con valori più elevati tra i ragazzi, sebbene nel tempo stia aumentando in modo significativo il numero di ragazze in questa fascia di età con comportamenti di consumo a rischio. Nel 2021 il consumo abituale eccedentario nella stessa classe di età era il 2,1%, di cui il 2,3% maschi e l’1,8% femmine. Nel 2022 il consumo abituale eccedentario, nella classe di età 18-24 anni è stato l’1,6%, di cui il 2% maschi e l’1,1% femmine. Tra i comportamenti a rischio nel consumo di bevande alcoliche tra i giovani il binge drinking rappresenta l’abitudine più diffusa e consolidata. Nel 2021 il fenomeno del binge drinking riguardava il 14,8% dei giovani tra i 18 ed i 24 anni di età, di questi il 18,3% maschi e l’11% femmine. Nel 2022 il fenomeno del binge drinking ha riguardato il 15% dei giovani tra i 18 ed i 24 anni di età, di questi il 18,9% erano maschi e il 10,8% erano femmine.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda la totale astensione dal consumo di alcol fino ai 15 anni, in Italia con la Legge 8.11.2012 n.189 vige il divieto di somministrazione e vendita di bevande alcoliche ai minori di 18 anni, da ciò si deduce che i giovani di età inferiore ai 18 anni che consumano anche una sola bevanda alcolica durante l’anno presentano un comportamento a rischio 16 nel consumo di alcol. È assolutamente rilevante, quindi, il fatto che nella fascia di età 11-17 anni il 16,5% abbia consumato almeno una bevanda alcolica nell’anno, valore che dovrebbe invece tendere allo zero. In questa fascia d’età, il 3,4% ha le abitudini più rischiose perché si caratterizza per un consumo giornaliero di bevande alcoliche ed anche per l’abitudine al binge drinking e/o al consumo fuori pasto almeno settimanale, mentre il 13,1% ha un consumo più occasionale (beve almeno una bevanda alcolica nell’anno o ha un consumo fuori pasto occasionale). C’è da osservare come in questa fascia di età si osservino differenze di genere meno marcate e i comportamenti di consumo delle ragazze sono quasi sovrapponibili a quelli dei ragazzi.

I modelli di consumo negli anziani

Nella fascia di popolazione anziana è ormai consolidata l’abitudine a consumare bevande alcoliche soprattutto durante i pasti, questo fenomeno è da sempre parte della tradizione italiana. Con l’avanzare dell’età, tuttavia, troppo spesso non si tiene in considerazione che il fisico risponde diversamente rispetto alla tossicità dell’alcol e che i cambiamenti sopraggiunti nell’organismo a partire dai 65 anni rendono le persone ancora più vulnerabili perché si riduce la capacità di metabolizzare (digerire) l’alcol, si riduce la quantità di acqua presente nell’organismo e di conseguenza si ha una minore capacità di diluire l’alcol e tollerarne gli effetti, inoltre spesso si assumono farmaci.

In totale si stima che nell’anno 2022 siano stati 2.547.000 le persone di 65 anni e più che hanno adottato almeno un comportamento di consumo a rischio per la loro salute di cui 1.919.000 uomini e 628.000 donne, pari al 31,3% e 8,0% rispettivamente. Il comportamento a rischio più diffuso tra gli anziani è il consumo abituale eccedentario, verosimilmente in virtù della mancata conoscenza da parte delle persone dei limiti da non superare per non incorrere in problemi con la salute; la prevalenza dei consumatori abituali eccedentari nel 2022 è stata pari al 29,7% degli uomini e il 7,2% delle donne. Hanno inoltre dichiarato di aver bevuto alcolici lontano dai pasti il 29,5% degli uomini e il 9,1% delle donne.

“A tutt’oggi – commenta il ministro Orazio Schillaci nella presentazione del documento - il consumo dannoso di alcol resta una criticità, tanto da indurre molti Paesi ad adottare raccomandazioni sul consumo di bevande alcoliche, suggerendo la prudenza, come esprime con chiarezza il concetto condiviso dalla Comunità Scientifica Internazionale che si sintetizza con la frase "Less is better”. Per quanto riguarda l’indicatore sui consumi a rischio, che ricomprende sia il consumo abituale eccedentario sia il binge drinking, le fasce di popolazione maggiormente interessate sono rappresentate dai giovani 16-17enni per entrambi i sessi, seguiti dagli anziani ultra 65enni, prevalentemente uomini. Un fenomeno in continua crescita riguarda le donne della fascia di età 18- 24 anni per comportamenti di consumo a rischio. Questi rappresentano i target di popolazione più vulnerabili, per i quali a livello internazionale sono raccomandate azioni d’intervento volte a sensibilizzarli sulla non conformità dei loro consumi alle indicazioni di sanità pubblica. Sebbene molte iniziative siano state realizzate in questi anni sia in ambito nazionale che internazionale ed europeo, tuttavia restano ancora delle criticità. Una riguarda la necessità di rafforzare il personale dedicato nei servizi per la prevenzione e presa in carico delle persone che manifestano problematiche alcol correlate. Inoltre, siamo impegnati a implementare un sistema di rete più rispondente alla domanda di cura attuale e una presa in carico multidisciplinare ed integrata della persona con disturbo da uso di alcol e ai loro familiari”.

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