quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Lunedì 22 LUGLIO 2024
Perplessità sui nuovi corsi universitari in Osteopatia



Gentile direttore,
al riguardo dei nuovi corsi universitari in Osteopatia, come annunciati in questi giorni dalle Università di Verona e Firenze, esprimiamo le seguenti perplessità alla Sua cortese attenzione: premettiamo che tanto le Università pubbliche che private dovrebbero riferirsi a docenti specializzati che dispongano di requisiti pedagogici e professionali formalmente chiari, ovvero nei termini definiti dalla legge. Tuttavia, la legge in materia di requisiti formali per l’esercizio dell’Osteopatia allo stato non c’è ancora! Probabilmente è imminente, ma non è dato ancora conoscerne i contenuti a garanzia del nuovo insegnamento pubblico.

A titolo d’esempio indicativo e non esaustivo, non le sembrerebbe imbarazzante seguire corsi ed esercitazioni cliniche all’Università, essendo queste tenute da docenti che successivamente possano rivelarsi privi dei requisiti per eseguire in ambito sanitario le stesse competenze che insegnano? Come nei casi in cui docenti universitari in Medicina furono scoperti di non possedere titolo di studio abilitante. I docenti universitari sono anche ricercatori; ma per eseguire una ricerca occorre avere titoli di studio convalidati ed essere abilitati all’esercizio sanitario per lo specifico accesso ai pazienti.

Non si creerebbe in tal modo un problema assai più grave rispetto alla fretta di raggiungere un risultato che potrebbe conseguirsi tranquillamente il prossimo anno? Perché, secondo lei, nessun’altra Università italiana ha pensato di fare analogo salto in avanti? Perché gli osteopati che esaltano l’iniziativa delle Università di Verona e Firenze non si pongono il problema dei rischi conseguenti per l’integrità culturale e clinica della professione?

Purtroppo i problemi che ostacolano, ritardano o inficiano i buoni provvedimenti si generano anche da queste contraddizioni. Mentre le di cui responsabilità potrebbero riferirsi a chi oggi ignora o finge di non sapere.

Federico Claudio Franscini
Comitato scientifico e Direttivo dell’Associazione Degli Osteopati (ADOE)

© RIPRODUZIONE RISERVATA