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Venerdì 21 GIUGNO 2024
DPC. Assofarm Lazio contro la Regione: “Unilaterale e inaccettabile riduzione dei compensi”   

“Uno vero schiaffo al servizio farmaceutico territoriale”. Così Assofarm Lazio definisce l‘art. 6 della legge regionale 9/2024. Il nuovo aggio, spiega, “non consente di remunerare nemmeno il mero costo del personale farmacista adibito alla gestione del servizio, senza contare i costi di struttura”. Una penalizzazione che mette a rischio “il già precario equilibrio in cui versano molte farmacie comunali” a fronte di un servizio che “agevola fortemente gli utenti”.

Il Coordinamento regionale Assofarm Lazio esprime la sua “netta contrarietà, nel metodo e nel merito”, nei confronti delle disposizioni emanate con l’art. 6 della Legge regionale n. 9/2024 del Lazio in materia di Distribuzione dei farmaci per conto del servizio sanitario regionale (DPC), che ha previsto “una fortissima riduzione dell’aggio riconosciuto alle farmacie del territorio per tale servizio, portandolo al livello minimo nazionale, senza alcuna ponderazione né motivazione atta a giustificare il come ed il quanto di tale riduzione”. Si parla, stima l’associazione, di “un taglio medio nei bilanci delle farmacie che potrebbe aggirarsi intorno ai 20.000 euro annui ciascuna”.

Assofarm evidenzia, peraltro, come la DPC sia un servizio di grande importanza, “quel sistema grazie al quale alcuni farmaci importanti vengono acquistati da parte delle regioni ma distribuiti ai pazienti attraverso le farmacie. meccanismo che agevola fortemente gli utenti che diversamente dovrebbero recarsi presso asl o ospedali”.

Ma il nuovo aggio ipotizzato, spiega il coordinatore Assofarm Lazio, Avv. Enrico Cellentani, “non consente di remunerare nemmeno il mero costo del personale farmacista adibito alla gestione del servizio, che per ciascuna operazione oscilla tra i 6 e gli 8 euro, senza contare i costi di struttura, per aggi che in alcuni casi sarebbero dell’ordine di un euro! Il già precario equilibrio in cui versano molte farmacie comunali, che spesso prestano la loro attività in condizioni sociali o territoriali a dir poco marginali, rischia di venire gravemente colpito da tale ingiusta iniziativa che, giova rammentarlo, è stata assunta all’insaputa delle rappresentanze di categoria che pure avevano in corso interlocuzioni dirette volte a trovare un punto di equilibrio tra i diversi interessi e legittime aspettative delle parti coinvolte”.

A fronte di “tale unilaterale iniziativa”, Assofarm fa notare come “la Regione Lazio è, peraltro, una delle poche in cui non è ancora partita alcuna sperimentazione in materia di remunerazione del SSN per la Farmacia dei servizi e che ha previsto l’uscita dal circuito delle farmacie dei presidi di diagnostica per diabetici”.

Assofarm, “nel rispetto della mission dell’associazione”, si dichiara “disponibile ad operare per una revisione concordata della suddetta disposizione, in un quadro di intese – sottolineano il coordinatore Assofarm Lazio - e non di forzature, affinché si possa rafforzare e non indebolire il ruolo delle farmacie in generale e di quelle pubbliche in particolare, favorendo la distribuzione sul territorio dell’assistenza farmaceutica, l’equo riconoscimento dell’impegno delle farmacie, il consolidamento della farmacia dei servizi. Noi ci saremo, pertanto, ma confidiamo di trovare la disponibilità di tutti ad aprire un vero tavolo di confronto, sgombro da scelte unilaterali, poiché desideriamo evitare rotture traumatiche che penalizzerebbero innanzitutto i cittadini”, conclude Cellentani.

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