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Giovedì 20 GIUGNO 2024
Fvg. Per il Rapporto Crea performance migliorate, +8%. Soddisfazione della Regione
La Regione commenta lo studio realizzato dall’Università Tor Vergata, presentato oggi a Roma. Riccardi: “i grandi sistemi hanno bisogno di tempo per evolvere: ma la visione di prospettiva ci conferma che il lavoro fatto ha portato miglioramenti al nostro SSR. C’è ancora molto da fare, ma la direzione è quella giusta”.
Il Servizio Sanitario della Regione Friuli Venezia Giulia ha registrato un complessivo miglioramento delle performance valutato in 8 punti percentuali rispetto alla rilevazione del 2023. Una tendenza che continua a mostrare risultati positivi, evidenziando dal 2017 ad oggi, un incremento che va dallo 0.35% allo 0.50% attuale, con una tendenza a ulteriori progressioni. Lo sottolinea la Regione in una nota, commentando il risultato certificato il report “Opportunità di tutela della Salute: le performance regionali” redatto dall’Università Tor Vergata di Roma, presentato questa mattina nella Capitale, e che riporta un’analisi della sanità nazionale e regionale tra le più attese dell’anno. Il report conferma l’evoluzione positiva dello stato generale del Servizio Sanitario del Friuli Venezia Giulia, con un miglioramento netto rispetto all’anno precedente, in linea con quello avviato nel 2018, che porta la nostra regione vicina ai massimi livelli della classifica.
“I grandi sistemi – commenta in una nota l’assessore alla salute Riccardo Riccardi - si muovono con velocità che non sono percepibili allo sguardo quotidiano. Per questo la visione prospettica che ci offre lo studio CREA è dirimente rispetto a qualsiasi polemica: è con il governo del centrodestra che alla sanità regionale è stata impressa una svolta verso il miglioramento. Non siamo noi a dirlo ma un ente terzo, indipendente e autorevole come l’Università di Tor Vergata. Solo con una riorganizzazione efficace, quella che nessuno ha avuto coraggio di fare nei precedenti trent’anni, garantiremo un futuro alla sanità. Un passato di indecisioni e scelte discutibili ci hanno presentato un conto salato che stiamo pagando assieme alla popolazione. Da oggi non si può arretrare di un passo e scegliere la strada dell’efficienza organizzata, della partecipazione e della responsabilità”.
Quindi: la valutazione complessiva delle performance degli indicatori individuati dal rapporto CREA è passata dallo 0.42% attribuito lo scorso anno, allo 0.50% indicato sul rapporto 2024: un incremento che ha portato la sanità del Friuli Venezia Giulia a raggiungere livelli di tutela socio-sanitaria valutati complessivamente omogenei e con una netta tendenza al miglioramento complessivo. Per chiarezza, gli indicatori del rapporto CREA pongono al 100% l’obiettivo massimo raggiungibile.
La disamina degli indicatori di performance analizzati dall’Università Tor Vergata mostra delle criticità nell’indice di implementazione della rete oncologica e nel tasso di attuazione del Fascicolo Sanitario Elettronico per quanto riguarda gli indicatori dell’innovazione. Per quanto riguarda il sociale le voci critiche sono sempre due: la prima è il tasso di disabili e/o anziani che ricevono assistenza domiciliare integrata con servizi sanitari e il tasso di persone deboli o a rischio (anziani e poveri) che ricevono interventi per l’integrazione sociale.
“Su questi temi in particolare – ha commentato l’assessore Riccardi – anche alla luce della revisione dell’impianto organizzativo che la sanità regionale dovrà varare, stiamo costruendo una rete di assistenza territoriale che dovrà dare risposte a questi bisogni intervenendo in modo organico sulla realtà locale”.
L’ultimo indicatore in zona rossa è il tasso di accesso al pronto soccorso che continua a palesare un utilizzo inappropriato dei servizi di Emergenza Urgenza da parte della popolazione: vanno contenuti gli accessi di codici bianchi e verdi ampliando l’assistenza territoriale.
Anche gli indicatori economico-finanziari mostrano delle contenute criticità come l’incidenza dei consumi sanitari sui consumi e la spesa sanitaria totale pro-capite: “Ricordiamoci – ha continuato Riccardi - che siamo una delle regioni più ‘vecchie’ d’Italia, la cronicità diffusa è un elemento che incide particolarmente sui ‘consumi di salute’ e la riorganizzazione del sistema viene attuata per modellare, anche su questi temi, risposte adeguate”.
Numerosi gli indicatori che segnano la positività e che, quindi, contribuiscono al miglioramento complessivo della performance della Regione: partendo dal raggiungimento dell’equilibrio nell’indicatore relativo alla Spesa sanitaria pubblica pro-capite ovvero la distanza tra la spesa sanitaria pubblica regionale e quella della media europea.
Completamente in equilibrio l’indicatore relativo alla dimensione dell’equità nel quale per primo si evidenzia la positività del tasso di persone che hanno effettuato ricoveri per prestazioni a bassa o media intensità in un’altra regione.
“Questo significa che l’attrattività del nostro sistema sanitario resiste e che riusciamo a contenere il numero delle persone che emigrano per avere una risposta al loro bisogno di salute” ha commentato l’assessore Riccardi.
Importante, per la Regione, anche il risultato positivo degli altri due indicatori: il primo che evidenzia la quota delle prestazioni specialistiche ambulatoriali in priorità B (10 giorni) nei tempi previsti (oltretutto in miglioramento); così come il secondo: il tasso di rinuncia alle prestazioni per motivazioni economiche, liste d’attesa lunghe, costi eccessivi.
Nell’ambito dell’innovazione il rapporto CREA identifica positivamente l’indice relativo al numero di interventi realizzati con tecniche minivasive e, nel sociale, il tasso di over 75 non autosufficienti in trattamento socio-sanitario residenziale.
Considerato molto interessante la valutazione espressa sul tasso di ospedalizzazione evitabile per patologie croniche che rientra nella media nazionale e mostra elementi di miglioramento, così come la speranza di vita senza limitazioni funzionali (over 65), l’indice di popolazione con stili di vita corretti e quello relativo mortalità post infarto acuto e il tasso di adesione alla prevenzione vaccinale nei bambini e negli anziani. “Questo significa che le politiche di prevenzione e una capillare campagna di informazione ed educazione alla salute stanno dando i loro frutti: tutti questi indicatori non solo rientrano nella media nazionale ma presentano riscontrabili tassi di miglioramento”.
Nel complesso dunque la XII edizione del rapporto stilato dall’Università Tor Vergata, “ci conforta nella validità della direzione che stiamo imprimendo al Servizio sanitario del Friuli Venezia Giulia. Non era facile ottenere risultati subito dopo la pandemia. Ma, rispetto alla rilevazione precedente, gli indicatori ci mostrano che, nonostante il lavoro da fare sia ancora lungo, la direzione è quella corretta” ha concluso l’assessore alla salute Riccardi.
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