quotidianosanità.it
Una macchina che si è rimessa in moto dopo la pandemia anche se non ancora a regime rispetto ai ritmi del 2019. È questa la sintesi dell’attività di ricovero e cura degli ospedali italiani, pubblici e privati nel 2022. Questa la fotografia dell’attività di ricovero e cura degli ospedali italiani, pubblici e privati scattata dal Rapporto ‘Scheda di dimissione ospedaliera – Sdo’ 2022 del Ministero della Salute. Un Rapporto che diventa sempre più “puntuale”: la banca dati Sdo conquista infatti un elevato livello di completezza della rilevazione, pari al 99,4% per gli Istituti pubblici, al 99,8% per gli Istituti privati accreditati e al 91,7% per gli Istituti privati non accreditati, con una copertura complessiva del 99,2%. Nel 2022 sono pervenute complessivamente 7.646.540 schede, 327.666 in più rispetto al 2021, con un incremento del 4,5% (sono comprese quelle relative ai neonati sani in reparto ‘Nido’ e quelle inviate da Istituti non censiti nell’anagrafica nazionale) Vediamo alcuni dati in sintesi Attività di ricovero. Nel 2022 il numero complessivo di dimissioni nei reparti per acuti, di riabilitazione e lungodegenza (escludendo gli Istituti non censiti nell’anagrafica e le dimissioni dei neonati sani) passa da 7.019.750 a 7.358.727 unità, con un incremento di circa il 4,8% rispetto al 2021 (e un decremento del 10,2% rispetto al 2019, anno pre-pandemico). Il volume di giornate e accessi diurni passa da 50.889.870 a 52.428.952, con un aumento di circa il 3% rispetto al 2021 (e un decremento del 9,2% rispetto al 2019). Entrando nel dettaglio, il numero di dimissioni per acuti in regime ordinario è stato pari a 5.413.992 unità (+3,9% sul 2021, ma -9,9 rispetto al 2029), con un incremento dell’1,6%, del volume di giornate di ricovero che arriva a 39.200.563. Le dimissioni per acuti in regime diurno (1.588.792) aumentano del 7,2% (-9,1 rispetto al 2019), con un +8,3% dei corrispondenti accessi, pari a 4.220.112. La degenza media. Nei reparti per acuti il rapporto tra giornate erogate in regime diurno (DH) e in regime ordinario (RO) è pari a 0,11 (0,09 nel 2021). La degenza media per acuti in regime ordinario è di 7,2 giorni (in lieve diminuzione rispetto al 2021, quando il valore si era attestato a 7,4); la degenza media per riabilitazione in regime ordinario diminuisce, passando da 27 giorni nel 2021 a 26,3 giorni nel 2022; in calo anche quella media per lungodegenza, che passa da 26,1 giorni nel 2021 a 24,5 nel 2022. La complessità dei ricoveri acuti in regime ordinario resta sostanzialmente stabile: il peso medio passa da 1,33 a 1,31. Stabile anche il numero medio di diagnosi compilate per scheda (2,6) e il numero medio di procedure, che passa da 3,4 a 3,3. Attività ospedaliera per i DRG a rischio di inappropriatezza erogati in regime di ricovero ordinario. In particolare, il tasso di ospedalizzazione per acuti in regime ordinario passa da 103,7 per 1.000 abitanti nel 2013 a 90,1 nel 2019, con un minimo di 74,4 nel 2020, per poi portarsi a 79,3 nel 2021 e a 82,2 nel 2022. Il tasso di ospedalizzazione per acuti in regime diurno passa da 38,2 nel 2013 a 27,8 nel 2019, con un minimo di 20,2 nel 2020 e un successivo incremento fino a 24,1 nel 2021 e 25,7 nel 2022. La mobilità interregionale nel periodo 2013-2022 (l’attività per acuti, riabilitazione e lungodegenza in regime ordinario e diurno) mostra dopo la flessione generalizzata della mobilità rilevata nel 2020 per effetto della pandemia e i primi segnali di ripresa osservati nel 2021, nel 2022 aumenta la percentuale dei ricoveri in mobilità per ciascun tipo di attività e regime di ricovero (tranne acuti day hospital), tendendo ai valori del periodo precedente al Covid-19 e in alcuni casi superandoli. I dati del 2022 registrano comunque una sostanziale stabilità rispetto al 2021 per gli indicatori di appropriatezza organizzativa, con una percentuale di dimissioni da reparti chirurgici con DRG medico del 24,01% (era 24,73% nel 2021), una percentuale di ricoveri diurni di tipo diagnostico del 34,37% (36,69% nel 2021), una percentuale di ricoveri brevi del 8,86% per i ricoveri 0-1 giorno (8,41% nel 2021) e del 24,07% per i ricoveri 2-3 giorni (23,42% nel 2021). La percentuale di ricoveri con degenza oltre soglia con DRG medico in pazienti con età di 65 anni e oltre si attesta a 6,05% (5,37% nel 2021). Per quanto riguarda i tassi di ospedalizzazione per alcune condizioni cliniche - quali ad esempio il diabete non controllato e con complicanze, l’insufficienza cardiaca, l’asma nell’adulto, le malattie polmonari croniche ostruttive, l’influenza nell’anziano e le patologie correlate all’alcol - nel 2022 si nota, con poche eccezioni, un’ulteriore ripresa del tasso di ospedalizzazione (dimissioni per 100.000 abitanti), già registrata nel 2021 rispetto all’anno precedente, senza però ancora raggiungere i livelli del 2019. Di seguito i tassi riscontrati: - diabete non controllato: 6,82 dimissioni per 100.000 abitanti (6,79 nel 2021 e 10,22 nel 2019); - asma nell’adulto: 3,25 (2,47 nel 2021 e 5,04 nel 2019); - insufficienza cardiaca nella fascia di età uguale o superiore ai 18 anni: 241,77 (236,44 nel 2021 e 301,12 nel 2019); - insufficienza cardiaca nella fascia di età uguale o superiore a 65 anni: 756,91 (743,31 nel 2021 e 994,67 nel 2019); - influenza nell’anziano: 5,27 (0,46 nel 2021 e 12,40 nel 2019); - patologie correlate all’alcol: 19,80 (21,90 nel 2021 e 24,36 nel 2019); - malattie polmonari croniche ostruttive: 30,95 (25,11 nel 2021 e 48,74 nel 2019); - amputazione dell’arto inferiore in pazienti diabetici: 13,09 (12,61 nel 2021 e 13,56 nel 2019); - diabete con complicanze: 21,22 (21,02 nel 2021 e 27,45 nel 2019).Nel 2022 la percentuale di riammissioni non programmate (avvenute entro 30 giorni dal precedente episodio di ricovero) per schizofrenia e disturbo bipolare è, rispettivamente, pari a 12,49% e 7,98% (12,58% e 7,69% nel 2021, 14,55% e 8,79% nel 2019). Indicatori economici In particolare, nel 2022 la remunerazione complessiva si attesta a circa 25 miliardi di euro per l’attività per acuti (di cui circa 22,9 in regime ordinario e 2,1 in regime diurno), circa 1,7 miliardi di euro per l’attività di riabilitazione (di cui circa 1,6 miliardi di euro in regime ordinario e 79 milioni di euro in regime diurno), e circa 250,5 milioni di euro per l’attività di lungodegenza, per un totale di circa 27 miliardi di euro (in aumento del 2,6% rispetto al 2021, quando la remunerazione teorica si era fermata a 26,3 miliardi di euro nel 2021, ma inferiore ai 28,4 miliardi del 2019).
stampa | chiudi
Martedì 18 GIUGNO 2024
Ricoveri ospedalieri in ripresa nel 2022, ma rimane il gap pre-pandemia. Torna a crescere la mobilità sanitaria regionale. Il rapporto Sdo
Realizzate in totale 7.358.727 dimissioni: +4,8% rispetto al 2021, -10,2% rispetto al 2019. Aumentano i volumi delle giornate di degenza e gli accessi: + 3% ma rimane un gap del -9,2% rispetto al 2019. diminuisce lievemente la degenza media dei ricoveri per acuti in regime ordinario: dai 7,4 del 2021 passa a 7,2 giorni IL RAPPORTO
Le dimissioni nei reparti per acuti, di riabilitazione e lungodegenza, in tutti i regimi di ricovero (ordinario e day hospital ) sono cresciute del 4,8% rispetto all’anno precedente, ma sono ancora lontane dai livelli raggiunti prima della pandemia (-10,2% rispetto al 2019).
Anche i volumi delle giornate e gli accessi sono di conseguenza aumentati del 3%, ma rimane un gap del -9,2% rispetto al 2019. La degenza media dei ricoveri per acuti in regime ordinario diminuisce lievemente: i pazienti nel 2022 hanno trascorso in ospedale 7,2 giorni rispetto ai 7,4 del 2021; anche la degenza media per riabilitazione in regime ordinario è scesa a 26,3 giorni rispetto ai 27 giorni del 2021. Più sensibile il calo della degenza media dei reparti di lungodegenza, che passa da 26,1 giorni nel 2021 a 24,5 nel 2022.
Ma il 2022, con l’uscita dall’emergenza Covid, segna anche una ripresa della mobilità tra le Regioni finalizzata al ricovero ospedaliero: i tasso di ospedalizzazione per acuti in regime ordinario per pazienti residenti in Regioni diverse da quella della struttura di ricovero sale a 7,13 per 1.000 abitanti, a fronte del 6,5 per 1.000 abitanti del 2021.
Quanto è costato tutto questo al Ssn? A conti fatti nel 2022 la spesa si è attestata a 27 miliardi di euro, in aumento del 2,6% rispetto ai 26,3 miliardi di euro del 2021.
Cresce del 10% rispetto all’anno precedente il numero di dimissioni per riabilitazione in regime ordinario (262.689 unità) e il corrispondente volume di giornate di degenza (6.912.585) che registra un +7,2%; in regime diurno, la riabilitazione incrementa il numero di dimissioni del 7,1%, (arrivando a 24.177 unità) e aumenta anche il corrispondente volume di accessi dell’8,8% (403.014 unità). Più contenuta la crescita dell’attività di lungodegenza: + 3,3% rispetto al 2021 (69.077 dimissioni) con un gap di ben -30% rispetto al 2019, mentre il corrispondente volume di giornate erogate aumenta del 5,2% rispetto al 2021, raggiungendo 1.692.678 unità (-29,6% rispetto 2019)
L’attività per acuti in regime ordinario è nettamente prevalente in ogni fascia d’età, seguita dall’attività per acuti in regime diurno.
Rispetto al 2021, nel 2022 il tasso di ospedalizzazione in Italia, standardizzato per età e sesso, registra un incremento in tutte le sue componenti (acuti, riabilitazione, lungodegenza), passando i da 107,8 dimissioni per mille abitanti nel 2021 a 112,8.
In particolare, il tasso di ospedalizzazione per acuti passa dalle 103,3 dimissioni per 1.000 abitanti a 107,9, con 82,2 dimissioni in regime ordinario e 25,8 in regime diurno (nell’anno 2021 i valori erano, rispettivamente, pari a 79,3 e 24,1 dimissioni per mille abitanti).
Il tasso di ospedalizzazione in regime ordinario fuori Regione si attesta a 7,1 per 1.000 abitanti, mentre è pari a 2,6 in regime diurno (in aumento rispetto al 2021 quando erano, rispettivamente, pari a 6,5 e 2,5).
I valori più elevati di tasso di ospedalizzazione fuori Regione in regime ordinario si osservano in Molise (27), Basilicata (23,8), Valle d’Aosta (18,4) e Calabria (16,8), mentre i valori più bassi si registrano in Lombardia (4,1), P.A. Bolzano (4,7), Sardegna (5,1) ed Emilia Romagna (5,3). Per quanto riguarda il regime diurno, i tassi di ospedalizzazione per acuti fuori Regione più elevati si osservano ancora in Molise (10,7 per 1.000 abitanti) e Basilicata (7,8), seguite da Abruzzo (7,0), Calabria (6,2) e Umbria (6,1), mentre i valori più bassi si rilevano in Lombardia (1,1), P.A. Bolzano (1,5), Lazio (1,8) e Sicilia (1,9).
Il Rapporto entra nel merito del rischio di inappropriatezza, quindi ricoveri effettuati in regime ordinario anziché in regime diurno o anche ambulatoriale, per poter essere più efficientemente erogate, con minor aggravio di risorse per il Ssn ed un miglioramento dell’appropriatezza organizzativa e nell’uso delle risorse ospedaliere.
Nel 2022, su un totale di 1.628.805 ricoveri, il 59,4% è stato erogato in regime diurno (967.426 dimissioni, +6,6% rispetto al 2021) e il 40,6% in regime ordinario (661.379 dimissioni, + 7,2% rispetto al 2021, di cui 268.639 con durata di 1 giorno (+11,1% rispetto al 2021).
Il rapporto fotografa poi il trend del tasso di ospedalizzazione dal 2013 al 2022: l’andamento di lento e costante decremento delle inappropriatezze registrato fino al 2019 - risultato di scelte organizzative mirate a ridurle indirizzandole verso setting alternativi al ricovero ospedaliero - registra un brusco crollo nel 2020, raggiungendo il valore più basso mai rilevato dal flusso Sdo (99,0 ricoveri per mille abitanti), e una inversione di tendenza nel 2021 (108,2 per 1.000), con un incremento graduale che continua nel 2022 (112,8 per 1.000).
In particolare, per gli uomini la remunerazione è di circa 394,7 milioni di euro dai 0 anni (383,5 nel 2021) e di circa 368,9 milioni di euro all’età 90 anni e oltre (383,5 nel 2021); per le donne il valore è di circa 316,4 milioni di euro dai 0 anni (309,9 nel 2021) e circa 691,6 milioni di euro per la classe 90 anni e oltre (645,7 nel 2021). Il trend della remunerazione delle prestazioni di ricovero ospedaliero a carico del Ssn dal 2013 al 2022 (sono stati considerati i ricoveri in Istituti pubblici e privati accreditati, esclusi i solventi), è determinato prevalentemente dalla componente acuti in regime ordinario e in regime diurno e riabilitazione in regime ordinario, passa da 29,1 miliardi di euro nel 2013 a 27 miliardi di euro nel 2022 (26,3 miliardi di euro nel 2021, 24,2 nel 2020 e 28,4 nel 2019).
© RIPRODUZIONE RISERVATA