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Giovedì 30 MAGGIO 2024
Perché è importante la delibera della Lombardia sulla farmacia dei servizi



Gentile direttore,
l’assistenza sociosanitaria territoriale è a corto d’aria. Tanto da lasciare l’utenza completamente asfittica, vittima com’è di case della comunità, ospedali di comunità e Cot esistenti solo sulla carta. Non solo. Ivi programmate in modo offensivo per la popolazione residente nelle periferie, alle quali è tuttavia assicurata la perenne offerta H24 da parte della farmacia.

Il problema più preoccupante non è solo quello dell’ingiustificato ritardo nel mettere a terra quanto reso possibile, sino ad oggi solo in via teorica, grazie al PNRR. Ad impensierire tanto è infatti l’assenza di accurate politiche assistenziali del territorio.

Abbandonata com’è dai numeri dei medici di famiglia che mancano all’appello, destinati a crescere, la “medicina” di prossimità vive difatti nell’esigenza irrinunciabile di ricorrere a siti e percorsi assistenziali succedanei.

Un tema, questo, avvertito in via prioritaria dalla Regione Lombardia che offre - con i suoi 18 IRCCS attrattivi del 50% delle prestazioni rese da tutti i 51 operanti nel Paese - le migliori performance alla persona bisognosa di cure e riabilitazione.

Da qui, la recentissima delibera della Giunta regionale meneghina recante la «Sperimentazione dei nuovi servizi nella farmacia di comunità – Servizi di telemedicina ed ulteriori determinazioni concernenti il piano attuativo “riconciliazione terapia farmacologica”» (si veda su questa rivista articolo redazionale del 28 maggio scorso e uno a mia firma dell’8 maggio).

Un atto corposo di oltre 100 pagine che, invero, scandisce opportune constatazioni sui limiti attuali del servizio sociosanitario e sulle sue esigenze compensative, aspira a sanare limitazioni esistenti e a coprire gli attuali deficit, ma soprattutto offre una lettura operativa delle potenzialità della farmacia in una ottica innovativa e di prospettiva. Insomma, finito il Giro d’Italia, Fontana e i suoi tentano una fuga alla Tadej Pogačar. Lo scopo evidente è quello di sopperire al difetto dell’organico assistenziale esistente, nudo di strutture di comunità, fino ad oggi solo immaginate, e al grande gap determinato dalla progressiva carenza dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta.

Così come si fa al poker per dimostrare di avere il punto vincente della manche, la Regione Lombardia mette giù le carte con un buon piano operativo. Tra le soluzioni: la farmacia destinata ad assumere nuova linfa attraverso la messa a disposizione dei cittadini del proprio patrimonio tecnologico, tra i quali l’holter pressorio, quello cardiologico e l’ECG tutti sopportati medicalmente dalla più attuale telemedicina. Non solo. La stessa è chiamata a svolgere un importante ruolo, divenendo così presidio fisso di comunità in materia di prevenzione attraverso la messa a terra di un “progetto di riconciliazione della terapia farmacologica”. Un evento dimostrativo di una certa perspicacia nell’individuare una sorta di soluzione in itinere alle oramai consolidate criticità assistenziali di prima istanza, tenendo nel dovuto conto l’esigenza di conoscenza relativa al consumo di tutti i farmaci assunti, nel tempo, dall’utente con l’obiettivo di ridurre i rischi connessi alla politerapia e ad uso scorretto dei medicinali.

In una tale ottica assume una importanza vitale per i pazienti più deboli, soprattutto per gli anziani in incremento progressivo, l’individuazione di facilitazione di accesso ai servizi complementari della farmacia. Intendendo per tali gli anzidetti esami perfezionabili attraverso la telemedicina, cui i pazienti potranno accedere direttamente - in un massimo di tre per singola tipologia e per un totale di nove - purché muniti di ricetta bianca a firma prescrittiva del medico di famiglia. Il corrispondente singolo “referto dell’esame sarà ovviamente prodotto da centro di tele-refertazione accreditato, Counselling con invito o meno a recarsi dal medico”. A ben vedere, un percorso di accreditamento che si rende garante del corretto esito diagnostico nell’assoluto rispetto dell’esercizio della professione medica.

Il tutto nello spirito evidenziato nella premessa delle delibera giuntale, ove emerge l’apprezzabile motivazione di attribuire al deliberato piano attuativo “una particolare valenza nella tutela degli assistiti residenti nelle aree lontane dai centri di assistenza e dei cittadini più fragili e risponde alla moderna esigenza di movimentare le informazioni diagnostiche anziché il paziente”. Ciò nella prospettiva “che l’effettuazione di analisi di prima istanza ad opera delle farmacie aderenti alla sperimentazione permette di perseguire l’obiettivo di perfezionare l’attività di prevenzione per quelle categorie di persone già classificate a rischio o per chi sia già affetto da patologie”.

Insomma, per la farmacia del domani una occasione enorme di soddisfare le istanze della propria cliente, con la possibilità per l’utenza di rintracciare sotto casa gli esiti degli esami diagnostici minimali e le tutele dall’errato consumo dei farmaci, con la abituale collaborazione amorevole del proprio farmacista.

Federico Jorio
Globalfarma srl – Roma
SED snc - Cosenza

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