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"Uno dei temi cruciali per l'attuazione del federalismo fiscale riguarda la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni, in quanto una più ampia autonomia richiede a monte la garanzia di accesso a prestazioni uniformi. Da questo punto di vista si registra qualche progresso, ma non un risultato completo. Infatti, anche sotto la spinta della riforma dell'autonomia differenziata, è stato dato nuovo impulso alla definizione dei Lep attraverso il lavoro di un'apposita commissione i cui esiti non hanno ancora portato effetti concreti". Così la Corte dei Conti, nel corso di un'audizione sulle tematiche relative allo stato di attuazione e alle prospettive del federalismo fiscale. "La definizione dei fabbisogni standard, che richiede a monte la fissazione dei Lep, non ha fatto passi in avanti e le assegnazioni delle risorse per la copertura dei servizi si basano ancora sostanzialmente sui livelli storici - si è spiegato nel corso dell'audizione -. Questi ultimi non assicurano la coerenza con la tutela dei diritti essenziali, in quanto riflettono, in linea di conseguenzialità, i preesistenti squilibri tra le diverse regioni. Tale sistema si mostra limitato e non sempre caratterizzato da parametri efficaci di equità, non potendo garantire in modo uniforme l’effettività dei diritti civili e sociali". Le modalità e l’entità del finanziamento incidono però "sull’esercizio dei diritti fondamentali e in particolare sui livelli essenziali delle prestazioni (Lep), i quali devono essere determinati dal legislatore statale e garantiti su tutto il territorio nazionale". Dal punto di vista finanziario, "il sistema dei Lep non può prescindere da flessibilità e da una valida capacità programmatoria da parte dello Stato. Si tratterà, infatti, di un approccio differente dall’attuale copertura dei Lea – ossia i livelli essenziali di assistenza, operativi da tempo nel settore sanitario – che vengono finanziati in coerenza con i limiti di finanza pubblica e non costituiscono un parametro di definizione della spesa sanitaria". Per un efficace funzionamento di un sistema autonomistico sarà inoltre determinante il modello di perequazione, che "dovrà essere integrale per i fabbisogni valutati a costi standard per i livelli essenziali delle prestazioni e le funzioni fondamentali, da finanziare attraverso l'autonomia tributaria per le restanti funzioni". "I fabbisogni determinati dal completamento della riforma potrebbero richiedere risorse superiori a quelle necessarie per coprire la spesa storica; pertanto, potrebbe rendersi necessario un apporto ulteriore di risorse e un maggiore coordinamento fra gli aspetti fiscali e quelli connessi alle esigenze autonomistiche", conclude la Corte dei Conti.
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Mercoledì 22 MAGGIO 2024
Autonomia differenziata. Corte dei Conti: “Sui Lep registrato solo qualche progresso”. Dubbi anche sul sistema di perequazione
"I fabbisogni determinati dal completamento della riforma potrebbero richiedere risorse superiori a quelle necessarie per coprire la spesa storica; pertanto, potrebbe rendersi necessario un apporto ulteriore di risorse e un maggiore coordinamento fra gli aspetti fiscali e quelli connessi alle esigenze autonomistiche", spiega la Corte dei Conti nel corso di un'audizione sulle tematiche relative allo stato di attuazione e alle prospettive del federalismo fiscale. IL DOCUMENTO
Allo stato, però, "la perequazione finanziaria per i Comuni è stata affidata al fondo di solidarietà, strumento che presenta, però, alcuni limiti: la sua alimentazione, nel tempo, è stata quasi esclusivamente orizzontale e la componente strettamente perequativa ha un peso complessivo non elevato sul totale della dotazione. Accanto a ciò, è presente anche un’esigenza di perequazione infrastrutturale per la quale è stato introdotto solo di recente apposito fondo (legge di bilancio per il 2021), la cui dotazione è stata notevolmente ridotta dall’ultima legge di bilancio".
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