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Venerdì 17 MAGGIO 2024
Scuola in ospedale. In FVG studenti triplicati in 5 anni
L’impegno a sostegno dei giovani lontani dalle aule ha permesso di passare da 8 alunni seguiti (a domicilio o in ospedale) per la scuola dell'infanzia a 86 del biennio 2021/2023; per la scuola primaria dai 24 a 115; per la secondaria di primo grado da 40 a 68 e per la secondaria di secondo grado da 63 a 121. Rosolen: “Da fanalino di coda in Italia siamo diventati Regione modello”
La Regione Friuli Venezia Giulia conferma il suo impegno per sostenere il percorso scolastico dei bambini e dei ragazzi che, a causa di un problema di salute, devono allontanarsi dalle Aule e presenta il bilancio positivo dei progetto “Scuola in ospedale” che, in 5 anni, ha permesso di triplicare il numero di studenti che studiano lontani dalle scuole (da 130 nell’Aa 2018/2019 a 390 nel 2022/2023).
Il progetto, spiega la Regione in una nota, “si basa su un innovativo modello di coordinamento per rispondere ai bisogni delle ragazze e dei ragazzi che vivono la condizione del ritiro sociale. La finalità è quella di favorire una maggiore conoscenza del fenomeno da parte di chi è chiamato a dare risposte: docenti, educatori, dirigenti scolastici e non solo. Vuole anche accompagnare in questo percorso le scuole che scelgono di ricorrere all'istruzione domiciliare come forma organizzata tra privato e sociale per sostenere il diritto allo studio. Si tratta di obiettivi importanti, condivisi nella forma e nel metodo dalla Regione che si sta muovendo, seguendo gli stessi modelli, nell'ambito delle politiche giovanili e per la scuola”.
L'assessore regionale al Lavoro, Formazione Istruzione, Ricerca, Università e Famiglia, Alessia Rosolen, in occasione dell'evento conclusivo del progetto "A scuola in quartiere" (promosso dall'istituto scolastico comprensivo "Pordenone Sud", da "Scuola in ospedale/Sio" del nosocomio di Pordenone, dal Servizio di neuropsichiatria infantile e dell'adolescenza e dalla fondazione "Ragazzi in gioco"), ha ricordato le misure adottate dall'Amministrazione regionale del Friuli Venezia Giulia per la Sio (Scuola in ospedale) e per l'istruzione domiciliare: per gli anni 2023-2025 viene erogato un contributo a una rete di scuole con capofila l'Istituto scolastico comprensivo, "Dante Alighieri" di Trieste, pari a 160.000 euro, per raggiungere gli alunni nelle stanze di degenza ed elaborare per loro un percorso didattico personalizzato, cercando di seguire lo stesso programma previsto nella classe di provenienza.
Un ringraziamento particolare da parte dell'assessore è andato alla fondazione pediatrica "Le Petit Port", partner del progetto, che da molti anni contribuisce a realizzare progetti per i bambini seguiti dal reparto di pediatria di Pordenone.
“Il Friuli Venezia Giulia, da fanalino di coda in Italia per la didattica scolastica sviluppata all'interno del sistema ospedaliero a favore dei giovani pazienti, è diventata una regione modello. Questo grazie alla scelta dell'Amministrazione regionale di attivare le scuole in un progetto che si è rivelato vincente, in considerazione del numero di alunni e studenti che hanno usufruito del servizio a partire dal biennio 2018/2019 e che, da allora, sono triplicati”, ha detto.
Per quel che riguarda la scuola dell'infanzia si è passati dagli 8 alunni seguiti (a domicilio o in ospedale) nel biennio 2018/2019 agli 86 del biennio 2021/2023; per la scuola primaria, dai 24 del 2018/2019 ai 115 del 2021/2023; per la scuola secondaria di primo grado, dai 40 del 2018/2019 ai 68 del 2021/2023; per la scuola secondaria di secondo grado, dai 63 del 2018/2019 ai 121 del 2021/2023.
Questo risultato, ha spiegato l'assessore, “è stato conseguito da una parte costruendo uno spazio di autonomia rispetto alla competenza primaria dello Stato, dall'altra implementando la collaborazione con l'Ufficio scolastico regionale e costituendo una rete con il Burlo, gli istituti scolastici (tra cui, il Liceo Petrarca di Trieste, l'Istituto comprensivo VI di Udine, il Liceo artistico Sello di Udine e gli Istituti comprensivi di Aviano e Pordenone) e le strutture sanitarie”.
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