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Martedì 14 MAGGIO 2024
Trend in crescita per gli interventi chirurgici in ospedale 

Rispetto al 2022 gli interventi sono cresciuti del 12,1% e del 20,2 e 38,5% rispetto al 2021 e 2020. Percentuali minori rispetto al 2019 a causa della diminuzione di parti cesarei e altri interventi legati alla gravidanza: 3.886 in meno in tutto,  conseguenza anche della denatalità diffusa in Toscana come nel resto d’Italia. I dati dell’Ars

Continuano a crescere gli interventi chirurgici negli ospedali della Toscana: 243.807 nel 2023. Lo certifica Ars, l’Agenzia regionale di sanità. Raffrontati al 2022 gli interventi sono cresciuti del 12,1% e del 20,2 e 38,5 per cento rispetto al 2021 e 2020.

I numeri eguagliano quasi quelli il 2019, con una differenza del 2,7% da attribuire in buona parte (68,5%) al numero minore di parti cesarei e altri interventi legati alla gravidanza: 3.886 in meno in tutto, conseguenza anche della denatalità diffusa in Toscana come nel resto d’Italia.

Dopo l’ostetricia le specialità che hanno mostrato il maggior decremento di volumi operatori sono l’ortopedia (-1,9% nel 2023 sul 2019, 1.219 interventi in meno) e l’oculistica (-9,6%, 1.092 interventi). Entrambe queste specialità, spiega una nota della Regione, effettuano grandi volumi di attività chirurgica, anche complessa, in regime ambulatoriale. Non ha conosciuto variazioni sostanziali l’attività chirurgica programmata in case di cura private: il volume non si è modificato. Sono cresciuti invece gli interventi chirurgici oncologici.

Il dato, suggerisce la nota, è da analizzare con attenzione. La Toscana ha fatto un lavoro importante sulla prevenzione oncologica, sia dal punto di vista dell’informazione, sia per quanto riguarda l’adesione alle campagne di screening estendendo, come nel caso della mammella, la fascia d’età rispetto a quelle previste a livello nazionale. La scienza ha inoltre fatto passi avanti negli ultimi anni, rendendo possibili interventi, come nel caso del tumore al polmone, che fino a quattro anni fa non potevano essere fatti. Da qui l’aumento.

Nel 2023 i volumi della chirurgia oncologica per le dodici patologie monitorate hanno infatti superato complessivamente i livelli erogati in tutti gli anni precedenti, compreso il 2019 (+11,6%), con un incremento del 6,5 per cento sul 2022.

Nel dettaglio per la patologia maligna di mammella, polmone, prostata, utero e pancreas nel 2023 gli interventi sono cresciuti nel numero e i tempi di attesa mediani risultano inferiori o uguali a quelli rilevati prima della pandemia; per i tumori al colon, retto, fegato e stomaco il numero di interventi è invece leggermente inferiore, ma anche i tempi di attesa. Per i tumori del rene crescono notevolmente gli interventi (+21% sul 2022; +18,5% sul 2019) e i tempi mediani di attesa sono superiori al 2019. Per i tumori del sistema nervoso centrale (sia maligni che benigni) meno interventi e tempi di attesa mediani in aumento.

Crescono notevolmente anche gli interventi per tumori maligni della tiroide (+13% sul 2022; +65,1% sul 2019) e cresce il tempo di attesa mediano. In questo caso la crescita è legata anche all’aumento del numero di pazienti che provengono da altre regioni. Il polo di Pisa è infatti un riferimento a livello mondiale per quanto riguarda il tumore alla tiroide e richiama pazienti da tutta Italia.

Superano i volumi di erogazione rispetto agli anni precedenti anche gli interventi programmati per la chirurgia non oncologica. Questo avviene per tutte e dieci le tipologie (+ 8,8% sul 2022, + 3,7% sul 2019). I tempi di attesa mediani sono in linea con quelli del 2019 per colecistectomia, ernia addominale, artroscopia e aneurisma dell’aorta addominale ed inferiori per protesi d’anca, di ginocchio e isterectomia. Sono superiori per gli interventi su tiroide, prostata e valvuloplastica.

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