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Lunedì 06 MAGGIO 2024
Chieti. Grave carenza di medici del 118, rete dell'emergenza da rimodulare
Nove medici si sono dimessi, 6 dei quali vincitori di concorso da dirigente di PS. Resta “un buco assistenziale di enormi proporzioni” nel territorio della Provincia, e i concorsi vanno deserti. Il Dg Schael: “Siamo riusciti finora a mantenere attive tutte le 10 postazioni di 118 medicalizzate della provincia ma ora siamo costretti a rivedere la nostra organizzazione scegliendo, tra le soluzioni possibili, quella che non pregiudica la tempestività dell’intervento”.
Chieti come Teramo messa in crisi dalla grave carenza di medici dell’emergenza. Il tema, già posto all’attenzione del Comitato Regionale Emergenza Urgenza, è stato portato negli scorsi giorni al Comitato Ristretto dei Sindaci, a cui è stata illustrata la forte criticità venuta a crearsi per le dimissioni di 9 medici del 118, 6 dei quali vincitori di concorso da dirigente di Pronto Soccorso, che lasciano un buco assistenziale di enormi proporzioni nel territorio della Provincia di Chieti. “Che, per giunta – spiega la Asl id Vasto, Lanciano e Chieti in una nota - , non si riesce a colmare perché tutte le procedure per il reclutamento di altri medici sono andate deserte proprio per una carenza che affligge tutto il Paese, dove mancano circa 4 mila medici di Pronto Soccorso e 118, e dove molti concorsi vanno puntualmente deserti. E non va meglio sul fronte delle scuole di specializzazione in emergenza urgenza, dove resta non assegnato circa il 50% di borse di studio disponibili”.
“Siamo riusciti finora a mantenere attive tutte le 10 postazioni di 118 medicalizzate della provincia di Chieti facendo ricorso anche a prestazioni aggiuntive - ha chiarito il Direttore generale della Asl Thomas Schael - ma con l’abbandono dei vincitori di concorso non abbiamo più i numeri per coprire i turni e siamo costretti a rivedere la nostra organizzazione senza venir meno ai criteri di efficienza ed efficacia a cui deve rispondere la sanità pubblica”.
Si rende necessaria, dunque, una variazione temporanea della rete dell’emergenza, rimodulata sulla scorta dei numeri e dell’ubicazione delle postazioni, scegliendo tra le soluzioni possibili “quella che non pregiudica la tempestività dell’intervento”.
Ecco, dunque, che “vista la concentrazione di mezzi medicalizzati nel raggio di circa 20 minuti sulla costa, il soccorso sulla città di Francavilla può essere garantito da un’ambulanza di tipo infermieristico, supportata, in caso di necessità, dall’auto medica in servizio a Ortona, presa a noleggio proprio per fare fronte a questa situazione, o da quelle medicalizzate di Chieti o Pescara, che abitualmente già intervengono: nel 2023 sono stati 2.951 gli interventi effettuati da equipaggi delle postazioni vicine, e in particolare 527 da Pescara, di cui 12 in codice rosso. La maggior parte delle richieste, fortunatamente, riguarda situazioni per le quali è appropriata la gestione infermieristica, senza necessità di impegnare il medico, da riservare ai codici rossi”.
Scelta analoga è stata già adottata in provincia di Teramo, dove le ambulanze di Atri e Sant’Omero sono riconvertite in India, mezzi di soccorso avanzato con autista e infermiere, per le stesse ragioni. Spiragli per il futuro, però, si aprono, perché la Asl ha già organizzato il corso di formazione per 118, al quale si sono già iscritti i primi 4 medici. La durata è di alcuni mesi, pertanto in vista dell'autunno la criticità del soccorso in emergenza dovrebbe attenuarsi.
Il Comitato dei Sindaci, riferisce la nota, “ha preso atto della difficile situazione e delle soluzioni proposte dalla Asl, di cui approfondirà l'analisi, e per voce del Presidente Diego Ferrara ha sottolineato la necessità di progettare i servizi per la salute tenendo conto della critica situazione attuale e dei nuovi scenari che si vanno configurando, ma sempre prestando massima attenzione alle esigenze dell'utenza, oltre che all’orografia dei territori e alle aree più svantaggiate”.
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