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Trenta milioni di euro per abbattere le liste d’attesa su tutto il territorio regionale già a partire dal 2024. E per assicurare, sempre quest’anno, un milione di prestazioni in più, incrementando del 20% il numero di visite ed esami diagnostici monitorati dal "Piano regionale di governo delle liste d'attesa”. Sono le risorse messe in campo dalla Regione Emilia-Romagna per ridurre i tempi attualmente previsti di prenotazione e accesso a visite ed esami clinici specialistici (le cosiddette ‘prestazioni specialistiche ambulatoriali’) erogati dal Servizio sanitario pubblico. Un investimento che dà forza al Piano straordinario voluto dalla Giunta, composto da misure concrete che verranno attuate già entro l’estate da parte di tutte le Aziende sanitarie, con un duplice obiettivo: incrementare sia il numero di prestazioni specialistiche disponibili, sia la quota di tempo dedicato alle prestazioni ambulatoriali da parte del personale medico. Tra le principali azioni previste entro il breve periodo, l’aumento dell’offerta anche attraverso il coinvolgimento delle strutture private accreditate, agende aperte e l’introduzione di liste per la registrazione delle richieste inevase, con smaltimento in ordine cronologico, per sgravare il cittadino dall’onere di ricontattare i servizi di prenotazione. L’obiettivo, spiega una nota, è accompagnare il sistema sanitario pubblico regionale verso un nuovo paradigma di attuazione dell’Assistenza specialistica ambulatoriale, e contemporaneamente consentire ai cittadini di usufruire, in maniera uniforme e omogenea in tutta la regione, di una maggiore offerta di prestazioni in tempi previ. Come sta avvenendo per la riorganizzazione della Rete di emergenza-urgenza, che procede con risultati molto positivi, anche sul fronte delle prestazioni specialistiche ambulatoriali l’impegno è da un lato continuare a garantire ai cittadini un adeguato livello di offerta e prossimità dei servizi, dall’altro accompagnarli verso una fruizione appropriata. A illustrare i dettagli del provvedimento, oggi in Regione a Bologna in conferenza stampa, il presidente, Stefano Bonaccini, e l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini. “Nonostante le criticità che la sanità pubblica sta attraversando a causa dei mancati finanziamenti nazionali e della carenza di personale, la Regione Emilia-Romagna sul diritto alla salute non arretra di un passo, per continuare a garantire ai cittadini un servizio pubblico e universalistico gravemente messo a rischio - affermano Bonaccini e Donini -. In tutto il Paese le liste di attesa si sono allungate, e anche la nostra regione, dove il consumo di prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale è tra i più alti in Italia, deve fare i conti con questa realtà. Con questo nuovo percorso, che finanziamo mettendoci ancora una volta risorse regionali, già a partire da quest’anno aumentiamo di 1 milione le prestazioni disponibili, semplifichiamo le prenotazioni e incrementiamo la presenza dei medici specialisti su tutto il territorio”. “Si tratta di un impegno che portiamo avanti da tempo - aggiungono Bonaccini e Donini -. Lo abbiamo fatto con la riorganizzazione delle cure primarie territoriali e del sistema di emergenza-urgenza, che sta dando risultati importanti, con i Piani regionali di recupero delle liste di attesa post-pandemia, in ambito ambulatoriale, di ricovero e chirurgico, che ci hanno consentito di tornare ai livelli pre-Covid di erogazione dei servizi. E lo facciamo ora, con il potenziamento dell’assistenza specialistica ambulatoriale, puntando su misure e provvedimenti di breve, medio e lungo termine, uniformi sul territorio, e attraverso il dialogo e il confronto con le Aziende sanitarie e le Organizzazioni sindacali, come abbiamo fatto per la riforma dell’emergenza-urgenza”. L’impegno della Regione su questo fronte non è mai venuto meno, con una serie di interventi straordinari avviati dal 2015. Una strategia pluriennale che ha consentito di ottenere significativi risultati nella riduzione dei tempi di attesa e nel recupero delle prestazioni non erogate nel periodo Covid: nel 2023 il volume di prestazioni ha superato quota 16 milioni, tornando quasi ai livelli del 2019, quando erano state circa 16,9 milioni”. Le azioni previste nel breve periodo Sono tre le tipologie di intervento previste già per il breve periodo: rendere sempre effettiva la possibilità di prenotare le prestazioni, garantendo le condizioni per avere le agende sempre aperte e con un orizzonte di disponibilità di almeno 24 mesi; aiutare gli utenti sollevandoli dall’onere di dover ricontattare i servizi di prenotazione nel caso non vi fosse disponibilità, ma introducendo in questi casi le liste per la registrazione delle richieste in un elenco progressivo in ordine cronologico e garantire i tempi di attesa delle classi di priorità indicate in ricetta. Già entro il mese di aprile, inoltre, ciascuna Azienza Usl, in collaborazione con l’Azienda Ospedaliera-Universitaria o eventuale Irccs di riferimento, dovrà presentare un Piano straordinario di produzione per il proprio ambito territoriale, per garantire, nell’immediato e per tutto il 2024, un significativo aumento di prestazioni. Le Aziende dovranno migliorare ulteriormente l’efficienza produttiva ed organizzativa, anche incrementando la presenza e l’operatività degli specialisti nel setting ambulatoriale e nelle strutture territoriali, in primis le Case della Comunità.
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Martedì 09 APRILE 2024
Liste d’attesa. Obiettivo 1 milione di prestazioni in più già nel 2024
Agende aperte, più appuntamenti prenotabili, rafforzamento del personale per un investimento totale di 30 milioni di euro. Entro il mese di aprile ogni Azienda sanitaria dovrà predisporre un Piano straordinario di produzione per il proprio ambito territoriale, con azioni di breve, medio e lungo periodo. Bonaccini e Donini: “Un piano straordinario con misure concrete da subito, in maniera omogenea sul territorio. Stanziamo risorse nostre anche per far fronte alla carenza di fondi nazionali”
Il nuovo Piano per l’abbattimento delle liste d’attesa aumenta l’offerta di prestazioni, in particolare delle visite specialistiche, anche attraverso il coinvolgimento di strutture private accreditate, da un lato per consentire al sistema di assorbire il maggior numero di richieste non ancora evase e di riportare le attese a una situazione di maggiore equilibrio, e dall’altro per offrire ai cittadini servizi di assistenza e cura appropriati, ovvero commisurati ai propri bisogni, sotto il profilo prescrittivo, organizzativo ed erogativo.
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