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Venerdì 10 SETTEMBRE 2010
Forum di QS. “La sanità e la crisi politica”. Il Governo vada avanti. Ma sul serio. Altrimenti meglio andare a votare

Questo il verdetto quasi unanime dei protagonisti della sanità italiana (sindacati medici, farmacisti e imprese) sull’attuale crisi politica. Ma, al di là di come andrà finire, la richiesta diffusa è che la politica torni a occuparsi delle cose concrete. Rispondono Dompé, Lala, Paolini, Troise, Cozza, Cassi, Racca, Milillo, Carpino, Levoni e Testa.

Elezioni anticipate, governo istituzionale o nuovo patto, con o senza Fini, per portare avanti la legislatura fino al suo termine naturale. Per il mondo della sanità lo sbocco auspicato per uscire dall’attuale crisi politica è a stragrande maggioranza un nuovo patto di legislatura che consenta al Governo Berlusconi di portare a termine il suo mandato assicurando continuità. Ma a una condizione: che sia un Governo solido e realmente in grado di governare. Altrimenti, anche qui il giudizio è quasi unanime, meglio il voto che situazioni pasticciate e poco chiare.
Questo il quadro che emerge da un’inchiesta realizzata da Quotidiano Sanità con i principali protagonisti del mondo sanitario. Sindacati medici e della dirigenza del Ssn, farmacisti e imprenditori che all’unisono appaiono comunque stanchi e sconcertati da questo nuovo teatrino della politica.
Ecco le loro risposte:

Sergio Dompé, presidente Farmindustria
Vogliamo che il Governo vada avanti. Ma sul serio. Altrimenti meglio votare subito
L’industria del farmaco ha bisogno di certezze e tempi lunghi per poter programmare correttamente i propri investimenti e le proprie strategie di sviluppo e innovazione. Il tutto in un contesto internazionale in continuo cambiamento. Con tempi velocissimi che richiederebbero altrettanta velocità e costanza di risposta. Quindi Governi solidi e durevoli. Per questo non c’è dubbio che il nostro auspicio sia quello di un nuovo patto di legislatura per portare avanti programmi e progetti già in corso in un contesto di stabilità istituzionale. Ma deve essere un patto solido e reale. Se, al contrario, dovessimo continuare ad assistere a chiacchiere e discorsi vuoti, allora meglio il voto. Subito.

Roberto Lala, segretario nazionale Sumai
Basta galleggiamenti. Se non c’è accordo vero, meglio il voto
Vorrei partire dall’assunto che per quanto riguarda la sanità c’è sempre la necessità di una forte politica d’indirizzo da parte dell’Esecutivo, quale ne sia il colore. Ciò, a maggior ragione, in un contesto economico globale che richiede una forte reattività da parte dei governi. È questa la ragione per cui credo sia opportuno, o che si ritrovi un’intesa concreta e realistica tra le varie anime della maggioranza uscita dal voto di due anni fa o, se ciò non dovesse accadere, l’opzione più seria non potrebbe che essere quella di tornare alle urne. Per la sanità, c’è bisogno di “fare politica” e galleggiare, in questa fase, non mi sembra possa portare nessun beneficio né alla sanità né ai cittadini.

Enzo Paolini, presidente Aiop
Nessuna preferenza. La politica è ormai troppo autoreferenziale
Gli operatori del mio settore (ma credo tutti gli imprenditori anche quelli che come me credono che il bandolo stia nella riforma elettorale) sono,e devono restare, indifferenti alle soluzioni tecniche relative alle crisi politiche. Essi sono interessati alla soluzione dei problemi del loro comparto ed alle risposte che i governi comunque composti e sostenuti riescono a dare. Non posso quindi esprimere una preferenza, ma una preoccupazione: mentre i medici litigano sulla cura il malato si aggrava e rischia di morire. Il parlamento è più autoreferenziale che mai e gli interessi dei cittadini stanno su Marte.

Costantino Troise, segretario nazionale Anaao Assomed
Vogliamo un Governo che governi
Parto da una premessa: non è compito dei sindacati intervenire nel determinare l'evoluzione degli scenari politici e tanto meno tifare per l'una o l'altra soluzione. Credo però che quando c'è bisogno di riforme non è utile né galleggiare e tirare a campare, né affrontare il succedersi di appuntamenti elettorali inconcludenti per determinare una maggioranza chiara e coesa. Questo è un momento delicato per il Paese, ci troviamo alle prese con crescenti ristrettezze di finanza pubblica, una grande e grave carenza di professionisti causata dalla crisi del sistema formativo medico e assetti regionale sottoposti a commissariamento o a piani di rientro. Tutto questo alla vigilia della partenza del federalismo fiscale. Questi scenari andranno a incidere pesantemente sulla esigibilità del diritto alla salute dei cittadini e sulla stessa tutela dei livelli di salute che in Italia sono tra i più efficaci al mondo. Quello che chiediamo alla politica è avere un Governo che governi ossia un Parlamento in grado di individuare le soluzioni legislative necessarie per intervenire in senso positivo. Un Governo che, anche di concerto con le associazioni professionali sia nelle condizioni di dare attuazione ai meccanismi di riforma che appaiono sempre più urgenti.

Massimo Cozza, segretario nazionale Fp Cgil Medici
Mi auguro un nuovo Governo, al di là del “come”
Il punto fondamentale è il cambiamento delle politiche sanitarie e del pubblico impiego che sta portando avanti questo Governo. Basti pensare al Libro Bianco di Sacconi che, di fatto, ha come obiettivo la creazione di un secondo pilastro privato con impoverimento della sanità pubblica, ai tagli delle risorse alle Regioni, al blocco del contratto e delle retribuzioni, al blocco del turn over e al dimezzamento dei precari, al processo di esautorazione della rappresentanza sindacale, al rischio di un federalismo che divide. Per queste ragioni, al di là del modo in cui potrebbe avvenire, è auspicabile un deciso cambio delle politiche fin qui seguite e quindi un cambio del Governo.
 
Riccardo Cassi, presidente nazionale Cimo Asmd
Vogliamo riforme in tempi brevi
Non voglio entrare nello specifico di scenari prettamente politici, ritengo però che occorra dare stabilità e certezze al Paese in un momento di crisi economica non risolta L’importante, quindi, è che si intraprenda la strada più breve per arrivare al compimento di quelle riforme necessarie per far funzionare bene il Pese e di conseguenza la sanità. Per quanto riguarda più specificamente quest’ultima mi riferisco alle norme attuative del federalismo: la riforma del titolo V della Costituzione è rimasta incompleta, dal 2001 è stato riconosciuta autonomia legislativa alla Regioni, mantenendo il finanziamento del Ssn con la fiscalità generale. Questo ha fatto sì che in alcune Regioni abbiamo accumulato deficit insostenibili, mettendo in crisi la tenuta dell’intero sistema. Ritengo quindi che occorra introdurre rapidamente norme che, senza penalizzare le Regioni meno ricche, diano certezza dei costi e responsabilizzino i governi regionali sulle risorse destinate a finanziare le competenze regionali, delle quali dovranno rendere conto ai propri cittadini. Un’altra riforma strettamente legata alla Sanità è quella dell’Università, è necessaria un’azione per dare una formazione di eccellenza ai futuri professionisti. Insomma, poca importa quali saranno le strade intraprese, essenziale è che si arrivi a una stabilità di governo.

Annarosa Racca, presidente uscente Federfarma
Stabilità autentica. Questo chiediamo alla politica
Questo governo ha fatto per le farmacie cose davvero importanti, come la norma sui nuovi sevizi che le farmacie potranno offrire, e per questo merita il nostro ringraziamento. Ma la sanità ha bisogno di un governo con pieni poteri, capace di affrontare i problemi che abbiamo di fronte, a cominciare dai deficit regionali che in alcune realtà, come la Campania o la Calabria, determinano anche grandi ritardi nei pagamenti alle farmacie. Per questo occorre trovare una stabilità autentica.
 
Giacomo Milillo,  segretario nazionale Fimmg
Continuità di Governo, altrimenti meglio un Esecutivo istituzionale che il voto anticipato
La cosa più importante è la continuità del governo, perché la sanità sta affrontando molti delicati passaggi di miglioramento e la discontinuità è pericolosa per questa fase. In questo senso, come sindacalista, credo che un governo istituzionale sarebbe comunque preferibile alle elezioni anticipate. Al di là delle convinzioni politiche, la cosa di cui ha più bisogno la sanità italiana è la continuità e la coerenza nell’azione di governo.

Paolo Levoni, Segretario nazionale Sds - Snabi
Purtroppo la sanità interessa poco ai Governi. Quindi, comunque finirà, cambierà poco
La sanità non ha un posto rilevante nell’agenda di Governo e, purtroppo, temo che questa situazione non cambierebbe né con un governo istituzionale, né con nuove elezioni. Questo non vuol dire che non stia accadendo nulla, piuttosto che molte cose ci stanno passando sulla testa senza avere la possibilità di un confronto politico chiaro: penso alla questione dei costi standard, alle Regioni in deficit e con i Piani di rientro che ne limitano le scelte e, soprattutto, alla mostruosa riduzione dei diritti dei lavoratori pubblici, e dunque anche di quelli della sanità, prodotta dal decreto legge 78/2009.

Angelo Testa, Presidente nazionale Snami
Spero che la legislatura vada avanti. Altrimenti meglio il voto
Certamente l’opzione migliore sarebbe la continuazione della legislatura, altrimenti occorrerebbe iniziare di nuovo tutto da capo. Già ci sono tante difficoltà, a cominciare dalla “riforma” del ministro Brunetta che è convinto di conoscere tutto e procede senza consultare nessuno, per non parlare dei problemi posti dal turn over o dalla mancata programmazione del fabbisogno di medici, per cui tra qualche anno mancheranno i medici di famiglia.
Per rispondere a questi problemi l’Italia ha bisogno di stabilità: vale per la sanità, ma vale per tutto. Certo, però, che se si deve andare avanti a singhiozzo, con continui intralci, allora è meglio andare a votare e sperare che si trovi un Governo solido. Con il dispiacere di sapere che stavolta un po’ di stabilità poteva esserci e si è persa per ragioni puramente personali.
 
Vincenzo Carpino, Presidente Nazionale AAROI-EMAC
No ai teatrini. Il Paese ha bisogno di stabilità
La crisi della sanità italiana è ormai sotto gli occhi di tutti nonostante l’impegno dei professionisti che vi operano. Questo Governo in soli 2 anni ha iniziato con la rottamazione dei medici ed ha continuato con il blocco delle assunzioni, con il congelamento della progressione economica finanziata dal contratto di lavoro e non dalla spesa pubblica mortificando i precari ed in generale i giovani medici bloccandone le carriere. Peggioreranno le condizioni di lavoro degli operatori sanitari con il risultato che si è dato avvio al collasso del Servizio Sanitario pubblico. Per non parlare della situazione delle Regioni in deficit commissariate che devono rispettare i piani di rientro le cui condizioni peggioreranno con l’introduzione del federalismo fiscale. Il nostro Paese ha bisogno di stabilità e non di un teatrino quotidiano della politica, nonché di un Governo e di un Parlamento in grado di approvare le riforme necessarie che interessano ai cittadini. Pertanto, in assenza di una maggioranza che assicuri governabilità, meglio andare alle elezioni anticipate non senza aver approvato una nuova legge elettorale che restituisca al cittadino la possibilità di scegliere i suoi rappresentanti.

 
 
 

 

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