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Martedì 26 MARZO 2024
Direzione assistenziali, le considerazioni della Sidmi
Le direzioni strategiche devono contare, per realizzare gli obiettivi di riorganizzazione del sistema sociosanitario, su una squadra di direzione composta da professionisti dedicati competenti e formati. Nominare un Direttore Assistenziale tra le professioni sanitarie risponde pienamente a queste logiche, soprattutto se pensiamo che le professioni sanitarie, insieme agli Oss, sono la prevalenza, circa l’80% del personale del sistema sanitario italiano.
Complimenti ai neo nominati Direttori Assistenziali per l’inizio di una nuova avventura Professionale. Complimenti alle Professioni Sanitarie per questo importante traguardo raggiunto; storia, formazione, impegno e dedizione non sono mai mancate. Complimenti alla Regione Emilia Romagna che ha saputo comprendere come l’inserimento del Direttore Assistenziale nelle Direzioni Strategiche, oggi più che mai, può diventare un’opportunità reale per favorire una visione strategica e attuale della sanità. Può diventare l’opportunità per promuovere cambiamenti culturali, rafforzare la governance dei processi organizzativi, promuovere la valorizzazione e la motivazione di tutte le professionalità presenti, migliorare la risposta a bisogni sempre più complessi dei cittadini, con particolare attenzione agli standard di qualità delle cure, ai percorsi di presa in carico e di continuità assistenziale ad elevata integrazione interprofessionale sia in ambito territoriale che ospedaliero.
Nell’anno 2021 il personale dipendente del SSN ammontava a 617.246 unità di cui 69,1% donne e 30,9% uomini. A livello nazionale, la composizione per ruolo risultava essere così strutturata: il 72,5% sanitario, il 17,7%, tecnico, il 9,6% amministrativo e il restante 0,2% professionale. Del ruolo sanitario il 59,2% risultava essere costituito da personale infermieristico, il 22,9% da personale medico e odontoiatri, mentre il 17,9% da altre figure professionali sanitarie, quali: altro personale laureato, dirigente delle professioni sanitarie, personale tecnico – sanitario, riabilitativo e personale di vigilanza-ispezione1.
Da questi numeri si evince come sia particolarmente rilevante il numero delle professioni sanitarie, riconducibili al Direttore Assistenziale.
Perché è importante scegliere di nominare, nella direzione strategica, il Direttore Assistenziale
Per la storia
Prima di tutto per la storia, perché è dalla storia che inizia il percorso esperienziale e formativo che determina lo sviluppo di una “cultura professionale” che, per la professione infermieristica in particolare, si esprime sia in ambito tecnico-professionale che organizzativo.
Per le conoscenze, competenze, abilità acquisite con la formazione e l’esperienza
I professionisti che, terminata la formazione di base, decidono di intraprendere un percorso di sviluppo di carriera in ambito organizzativo, acquisiscono conoscenze, competenze ed abilità in percorsi formativi strutturati: Laurea specialistica o magistrale con circa 3000 ore di insegnamento, master di primo e secondo livello con 1500 ore per master, completi di stage e corsi di alta formazione, nei quali i temi del management sono ampiamente trattati.
Certamente un bagaglio formativo notevole, non così strutturato per altri professionisti sanitari, che se unito all’esperienza diventa un patrimonio prezioso nell’esercizio del ruolo di Direttore Assistenziale.
Ma quali sono le principali sfide per il Direttore Assistenziale
Il Contesto sociodemografico
La combinazione tra aumento della vita media e decremento del tasso di fecondità genera in Italia indici di vecchiaia e di dipendenza che sono tra i più alti al mondo: il 24,1% (quasi un quarto) della popolazione supera i 65 anni di età. Secondo i dati Istat , gli scenari demografici prevedono un consistente aumento dei cosiddetti "grandi anziani": nel 2050, l'8% degli italiani avrà più di 85 anni.
Una popolazione anziana è una popolazione che ha bisogno di assistenza.
L’incremento di condizioni patologiche croniche richiede cure a lungo termine (long-term-care) e l’impennata del numero di persone non autosufficienti esposte al rischio di solitudine e di emarginazione socio-economica determinano un aumento del carico dei servizi socioassistenziali che richiedono di disegnare adeguate e mirate politiche sanitarie di intervento. Senza dimenticare il tema delle disabilità, del disagio sociale e del disagio mentale.
Le diagnosi di disturbi mentali sono in continua crescita, con aumenti del 30% soprattutto nelle categorie più fragili e nei più giovani. I dati dell’OMS contano un 10-20% di bambini e adolescenti colpiti, con il 75% delle malattie psichiatriche che insorge prima dei 25 anni e la metà con sintomi entro i 14 anni, tra cui disturbi di alimentazione e di dipendenza.
Tuttavia, con sempre meno professionisti sanitari, in particolare, con sempre meno Infermieri a disposizione nel mercato del lavoro, il Sistema sanitario italiano, a tendere, non sarà più in grado di fornire cure e assistenza adeguati.
Il Personale sanitario
Il periodo che stiamo vivendo è caratterizzato da una profonda crisi delle professioni sanitarie dovuta a molteplici fattori:
- crisi dell’identità professionale;
- conseguenze del covid-19 che hanno determinato logoramento, stanchezzae burnout;
- scarso equilibrio tra la vita lavorativa e la vita privata;
- divario tra l’aumento della domanda di servizi sanitarie e quindi del fabbisogno, a fronte di una ridotta disponibilità di professionisti presenti sul mercato;
- lo squilibrio tra i pensionamenti, trasferimenti e le migrazioni verso altri paesi (Svizzera, paesi dell’Unione europea, oggi anche emirati Arabi) a fronte delle nuove assunzioni.
La Riorganizzazione del sistema sociosanitario
Certamente il fenomeno della pandemia Covid-19 ha evidenziato l’urgenza di dare forte impulso alla riorganizzazione del sistema socio sanitario facendo emergere criticità importanti, quali: il divario tra il modello del sistema sanitario presente rispetto al cambiamento del contesto socio-demografico, la presenza di modelli organizzativi e/o assistenziali pre-pandemia non più compatibili e sostenibili con un “mondo sanitario” ed un contesto sociale che è cambiato radicalmente all’aumento della domanda sanitaria e sociale a fronte delle risorse disponibili sul mercato.
Le direzioni strategiche devono contare, per realizzare gli obiettivi di riorganizzazione del sistema sociosanitario, su una squadra di direzione composta da professionisti dedicati competenti e formati. La scelta di nominare un Direttore Assistenziale tra le professioni sanitarie risponde pienamente a queste logiche, soprattutto se pensiamo che le professioni sanitarie, insieme agli operatori sociosanitari (OSS) sono la prevalenza, circa l’80% del personale che lavora nel sistema sanitario italiano.
Quale altro professionista ha una conoscenza così approfondita dei ruoli, funzioni e responsabilità di queste professioni. Quale altro professionista può lavorare per sostenere, valorizzazione e motivare i professionisti, adottare politiche di reclutamento, politiche di skill-mix, favorire innovazione e governance dei processi organizzativi ed assistenziali, progettare la riorganizzazione della rete dell’offerta socio sanitaria, sostenere la qualità della cura e dell’assistenza e garantire risposte ai bisogni dei cittadini. Inoltre il Direttore Assistenziale, proprio per il tipo di formazione ed esperienza maturati, ha sviluppato competenze di negoziazione e capacità di lavorare in team a forte integrazione multiprofessionale e multidisciplinare, competenze assolutamente indispensabili al ruolo specifico.
La SIDMI esprime il proprio orgoglio per questo importante traguardo della professione, augura ai colleghi un grande in bocca al lupo per questa nuova esperienza e plaude alla Regione Emilia-Romagna per la decisione assunta, auspicandosi che altre regioni possano far tesoro di questa scelta certamente coraggiosa.
Questi traguardi così importanti evidenziano la necessità di armonizzare a livello regionale le Direzioni Assistenziali aziendali con le loro articolazioni dipartimentali, complesse e semplici. Per fare questo riteniamo necessaria l’istituzione di strutture permanenti regionali capaci di coordinare e standardizzare processi e modelli organizzativi del S.S. R. interessato. La SIDMI quindi auspica come atto conclusivo e necessario l’istituzione di una Direzione Assistenziale Regionale.
Si rende a questo punto logico e necessario anche un importante ed autorevole intervento di indirizzo ministeriale per uno sviluppo, implementativo e di valorizzazione della Dirigenza delle Professioni Sanitarie in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale (oggi presente “a macchia di leopardo”) attraverso l’istituzione di un osservatorio nazionale presso il ministero costituito dalla rete di tutte le direzioni assistenziali regionali.
“La cosa più difficile è la decisione di agire, il resto è solo tenacia.” (Amelia Earhart 1897-1937)
Il Consiglio Direttivo Sidmi
Società Italiana per la Direzione e il Management delle professioni Infermieristiche
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