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Lunedì 25 MARZO 2024
Sensi (Asl Sassari): “Modello di studio e di elaborazione di nuovi modelli di assistenza socio-sanitaria”

Intervista al dg dell'Azienda sanitaria che sta mettendo in pratica diversi progetti per avvicinare le cure primarie ai cittadini anche nei piccoli centri al di sotto dei 1-2.000 abitanti, di cui la Sardegna è ricca

Nell'elaborazione di nuovi modelli di assistenza socio-sanitaria che si adattino al territorio “la Sardegna può essere davvero un esempio: è vero che in Italia esistono le città metropolitane grandi nelle regioni più popolose, ma se togliamo questa decina di centri urbani quello che rimane è uno spaccato molto simile a quello che ci può essere in Sardegna. In più abbiamo il più alto tasso di denatalità d'Italia e la più bassa densità demografica: quello che possiamo studiare e mettere in pratica qui potrà essere sicuramente da riferimento anche per le altre regioni, soprattutto nelle città e nei piccoli comuni lontani dai grandi centri”. A spiegarlo è Flavio Sensi, direttore generale dell'Asl di Sassari.

Un esempio è rappresentato dal progetto sperimentale “Viaggio nel cuore della prevenzione e delle cure primarie. Siamo da te, con te, per te” nel comune di Martis. A bordo degli ambulatori mobili della Asl di Sassari, grazie a questa iniziativa la popolazione verrà sottoposta a visita e valutazione del diabetologo e cardiologo per lo screening cardio-metabolico, del ginecologo per screening ginecologico-ostetrico mirato alla valutazione di problematiche inserenti le algie pelviche croniche, malattie sessualmente trasmesse, gravidanza e menopausa, alla visita del pneumologo per lo screening delle malattie respiratorie croniche, come la broncopneumopatia cronica ostruttiva e l’enfisema polmonare, sarà inoltre possibile ritirare i kit per la ricerca del sangue occulto nelle feci per la prevenzione del tumore del colon retto e programmare l’adesione agli screening per la prevenzione del tumore del seno e del collo dell’utero. Durante gli incontri verranno inoltre diffuse informazioni sui corretti stili di vita oltre all’indicazione, dove necessario, ad effettuare ulteriori accertamenti di secondo livello secondo percorsi dedicati. E saranno le amministrazioni comunali, sulla base di criteri di reclutamento della popolazione stabilite dalla Asl, a convocare i cittadini.

Ancora, la Asl di Sassari, attraverso il Distretto di Sassari, ha attivato recentemente l’ambulatorio Ascot nel comune di Ossi. Si tratta di ambulatori dedicati esclusivamente ai cittadini residenti nel comune, sprovvisti di medico di medicina generale. Sarà possibile richiedere prescrizioni mediche, visite, rinnovo di piani terapeutici, raccolta dei fabbisogni domiciliari (inserimento in ADI, attività domiciliari programmate, prestazioni integrative programmate), certificati di malattia.

“La ASL - prosegue Sensi - sta invertendo un trend che da almeno 12-15 anni è stato quello di un eccessivo accentramento” dell'erogazione dell'assistenza. “Oggi, può sicuramente contribuire a sviluppare le cure primarie e le attività sociosanitarie territoriali in modo capillare attraverso una presenza anche fisica di ambulatori di prossimità che sono dotati di strumentazioni essenziali per una prima una prima cura sia in termini di prevenzione sia in termini di assistenza specialistica, oltre che quella di base cui anche le guardie mediche possono contribuire. Questo esempio viene a dare una risposta concreta per evitare effettivamente viaggi verso i pronto soccorsi dei centri più grandi. In Sardegna la mobilità extraregionale è abbastanza contenuta, è minore rispetto a quella di regioni che sono limitrofe ad altre regioni con dei grandi centri di cura, dove invece il problema è molto sentito. È chiaro che dalle nostre dalle nostre parti si viaggia soprattutto per patologie oncologiche o per l'altissima complessità chirurgica e su questo ancora dobbiamo sicuramente migliorare”. Così come si sta lavorando per ampliare le cure primarie avvicinandosi ai cittadini. “Questo obiettivo - spiega ancora il dg - è ostacolato dalla carenza dei medici e anche di personale infermieristico, essenziali per aumentare i servizi lontano dai centri. E' chiaro che quindi avrà un ruolo determinante la sanità digitale, la telemedicina e soprattutto la razionalizzazione delle risorse in modo da impiegare il minor numero di ore di professionisti possibili per raggiungere il più ampio numero di pazienti anche in modo capillare e fisicamente anche in centri al di sotto dei 2000 abitanti. noi ne abbiamo tanti anche al di sotto dei 1000”.

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