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Lunedì 18 MARZO 2024
Potenziare i piani formativi in chiave digitale
Gentile Direttore,
le criticità del Sistema Sanitario Nazionale (SSN) – disparità territoriali nell’erogazione di prestazioni, carenza di personale, insufficienti risorse finanziarie e tempi di attesa eccessivi – impongono una sua riorganizzazione strutturale che preveda, in modo particolare, lo sviluppo di adeguate competenze professionali, manageriali e digitali. Un contesto nel quale la Telemedicina svolge un ruolo strategico, soprattutto per l’assistenza sanitaria territoriale e domiciliare.
Lo sviluppo della nuova piattaforma nazionale di Telemedicina e delle piattaforme regionali interconnesse consentirà infatti la gestione integrata dei dati e la loro valorizzazione per la componente clinica, per la ricerca scientifica e per la programmazione sanitaria.
Tuttavia, la “sanità digitale” in Italia avanza lentamente. La spesa per la digitalizzazione del SSN nel 2022 è stata di 1,8 mld di euro (1,4% della spesa sanitaria pubblica pari a circa 31 euro per abitante), in aumento di circa il 7% rispetto al 2021.
Una delle barriere all’innovazione è rappresentata senza dubbio dalla poca cultura digitale e dalle scarse competenze per l’uso degli strumenti di sanità digitale. Si aggiunga la tutela della privacy e della Cybersecurity. Un tema, quest’ultimo, particolarmente sensibile, dal momento che il settore sanitario è al secondo posto tra le categorie più colpite da attacchi informatici con circa il 12% del totale. Cyber attacchi che, nel 70% dei casi, hanno arrecato ingenti danni alle strutture sanitarie colpite.
Nonostante ciò, la sanità digitale resta uno dei “pilastri portanti” del nuovo SSN.
Nodale sarà lo sviluppo del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), quale infrastruttura per la raccolta, l’elaborazione e l’analisi di un bene prezioso: il dato. La nuova piattaforma FSE 2.0, grazie all’uniformità dei contenuti e all’interoperabilità con altri sistemi informativi, diventerà a breve il punto d’accesso ai servizi di sanità digitale per i cittadini.
Resta il fatto che, della grande mole di dati raccolti, solo una parte di essi viene attualmente sfruttata per trarne valore. Giova ricordare che la raccolta estensiva dei dati e l’integrazione delle diverse fonti informative consentono l’implementazione di sistemi di valorizzazione dei dati basati su nuove tecnologie, tra cui i sistemi di Intelligenza Artificiale (AI) che, sulla base dei dati analizzati, sono in grado di fornire indicazioni e suggerimenti a supporto decisionale.
Le applicazioni di AI ad oggi maggiormente diffuse sono quelle che analizzano immagini e segnali per finalità diagnostiche o di trattamento. Meno diffuse sono quelle che trattanto altre tipologie di informazioni.
E’ dunque necessario agire sulla crescita delle competenze digitali per l’uso degli strumenti di valorizzazione dei dati, essendo generatori di valore pubblico in Sanità.
Le capacità predittive abilitate da una sanità data-driven permettono, tra l’altro, una efficiente ed efficace allocazione delle risorse e, per l’effetto, contribuiscono alla sostenibilità dei SSN.
La creazione di uno Spazio europeo dei dati sanitari (EHDS) ne è la conferma.
Bisognerà dunque arricchire i piani formativi riguardanti la digitalizzazione e l’innovazione tecnologica quale driver di sviluppo del S.S.N.
Antonio Salvatore
Direttore del Dipartimento Salute di ANCI Campania
Membro del TT innovazione in sanità del Ministero della Salute
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