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Giovedì 22 NOVEMBRE 2012
Anziani. Arriva il Libro Bianco e un decalogo per invecchiare bene
La sfida è rendere la vecchiaia sinonimo di salute, nello spirito dell’anno 2012 che l'Ue ha dedicato all’invecchiamento attivo e alla solidarietà intergenerazionale. Entro il 2060, in Europa ci saranno solo 2 persone in età lavorativa per ogni persona over65. Oggi il rapporto è di 4 a 1.
Analizzare le principali tematiche che ruotano intorno alla salute ed all’assistenza della popolazione anziana e molto anziana del nostro Paese, in modo da delineare i reali bisogni assistenziali, sottolineare le eventuali differenze territoriali e identificare i possibili gaps tra l’attuale offerta di assistenza ed i traguardi ottimali cui mirare. Questo l’obiettivo del Libro Bianco 2012 “La salute dell’anziano e l’invecchiamento in buona salute: Stato di salute, opportunità e qualità dell’assistenza nelle regioni italiane” (leggi la sintesi), redatto dall’Osservatorio nazionale sulla Salute nelle Regioni italiane dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, con il contributo incondizionato di Abbott, e presentato oggi in Senato, contestualmente al Decalogo “HEALTHY AGEING”, 10 semplici regole basate sulle prove di efficacia per invecchiare in salute.
Queste raccomandazioni si rivolgono alla popolazione adulta e anziana per rendere la vecchiaia sinonimo di salute, secondo lo spirito dell’anno 2012 dedicato “all’invecchiamento attivo e alla solidarietà intergenerazionale” dall’Unione Europea.
“La situazione italiana, relativa alla popolazione anziana e molto anziana, evidenzia sia i progressi conseguiti nell’ambito dello stato di salute e della qualità dell’assistenza nel nostro Paese, sia le aree di intervento dove è necessario implementare e concentrare maggiormente l’attenzione per raggiungere livelli più soddisfacenti. Infatti, i dati analizzati mostrano un quadro complessivamente buono dello stato di salute degli anziani, ma sottolineano importanti differenze, oltre che a livello regionale, anche tra generi e classi di età, soprattutto per quanto riguarda gli stili di vita ed i comportamenti, così come l’accesso e l’utilizzo dei servizi”, ha affermato Walter Ricciardi, direttore Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane.
“Bisogna incentivare le attività di prevenzione ed educazione alla salute e adeguare l’offerta dei servizi alla domanda di assistenza, attraverso un maggiore coinvolgimento degli stessi cittadini per giungere ad una più corretta pianificazione ed allocazione delle risorse, in un’epoca di crisi finanziaria e di ridimensionamento della spesa pubblica”, ha aggiunto il senatore Antonio Tomassini, presidente XII Commissione Igiene e Sanità del Senato e Presidente dell’Associazione Parlamentare per la Tutela e la Promozione del Diritto alla Prevenzione.
"Per Abbott, la prevenzione delle malattie croniche lungo tutto il corso della vita e in tutte le sue forme (primaria, secondaria e terziaria), nonché un approccio integrato alla cura, rappresentano un elemento essenziale della strategia volta ad estendere gli anni di vita in buona salute dei cittadini europei ed italiani. Nuove soluzioni sono sempre più necessarie per migliorare gli esiti per i pazienti e la società e assicurare, al contempo, la sostenibilità dei sistemi sanitari. Tale risultato può essere raggiunto solo mediante un impegno congiunto di industria, governo e pazienti", ha invece aggiunto Fabrizio Greco, General Manager Abbott.
Dal Libro Bianco si ribadisce una forte tendenza all’invecchiamento della popolazione con uno sbilanciamento, nelle età più avanzate, a favore delle donne: anche l’aspettativa di vita è a vantaggio del genere femminile, ma il divario si sta riducendo a favore degli uomini.
La famiglia al centro: nel nostro Paese, il benessere degli anziani è ancora essenzialmente legato al contesto familiare in cui essi vivono, per cui la famiglia continua a svolgere una primaria azione di assistenza e cura, rappresentando l’elemento centrale per una qualità di vita accettabile; la maggiore concentrazione di anziani disabili si riscontra nel Meridione e nelle Isole e tra le diverse tipologie di disabilità esaminate la più diffusa è “difficoltà nelle funzioni”. Nell’arco delle 24 ore di un giorno medio settimanale gli anziani dedicano maggior tempo alle attività fisiologiche di base; le persone sole di 65 anni ed oltre risultano molto o abbastanza soddisfatte delle relazioni familiari, tanto che in caso di necessità gli anziani reputano più probabile il poter contare sui propri familiari e, poi, sugli amici, sui vicini di casa, sui volontari e, infine, su altri soggetti piuttosto che fare ricorso all’Assistenza Domiciliare Integrata o all’Ospedalizzazione, cosa assai più frequente per i molto anziani.
Corretti stili di vita: l’abitudine al fumo è più diffusa tra gli uomini e, con l’avanzare dell’età, aumentano i non fumatori e diminuisce il numero medio di sigarette fumate; negli anziani la prevalenza dei consumatori a rischio di alcol è più elevata tra gli uomini che si contraddistinguono per un eccessivo consumo di vino ai pasti; la percentuale di persone anziane in sovrappeso ed obese presenta un trend in aumento e, considerando la distinzione per genere, l’obesità risulta più diffusa tra le donne, mentre il sovrappeso lo è tra gli uomini; con l’avanzare dell’età diminuisce l’interesse per lo sport, ma cresce quello per l’attività fisica, praticata di più dal genere maschile.
Come si invecchia oggi: in generale, nella classe di età 65-74 anni, c’è una riduzione della mortalità nettamente più marcata per gli uomini rispetto alle donne. Tale tendenza può essere, in parte, ricondotta al valore dei tassi femminili, che risultano molto più bassi e pari a circa la metà di quelli maschili. Nella classe di età 75 anni ed oltre si invertono le tendenze. Più di un anziano ogni quattro vive in un nucleo monocomponente (trend in crescita) ed anche in questo caso si osserva un netto sbilanciamento verso il genere femminile. Questo divario può essere imputabile sia alla differenza di età fra i coniugi, che alla più elevata mortalità maschile, che rende le donne più a rischio di sperimentare l’evento vedovanza e di vivere sole per il resto della vita.
I rischi dell’anziano: una riduzione dell’epidemia influenzale stagionale, con le percentuali di copertura vaccinali attualmente conseguite (l’obiettivo minimo previsto dalle vigenti indicazioni ministeriali è del 75%) resta lontano dall’essere raggiunto. Si prevede un aumento dell’incidenza e della prevalenza delle Malattie di Parkinson e di Alzheimer, che colpiscono maggiormente gli uomini e che andranno a costituire una priorità socio-sanitaria per il servizio sanitario nazionale. Negli anziani, poi,la mortalità per suicidio ed autolesione è maggiore nel genere maschile ed aumenta con l’avanzare dell’età.
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