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Giovedì 15 FEBBRAIO 2024
Payback dispositivi medici: la Corte Costituzionale fissa l’udienza per il 22 maggio

La Corte dovrà chiarire se le aziende dovranno pagare 1 miliardo per gli sforamenti del tetto di spesa per gli anni 2015-2018 dopo che il Tar ha rimesso la questione alla sua attenzione.

La Corte Costituzionale ha fissato l’udienza pubblica di discussione dei ricorsi rimessi dal TAR alla sua attenzione, al 22 maggio 2024. Ricordiamo che la Corte dovrà chiarire se le aziende dovranno pagare 1 miliardo per gli sforamenti del tetto di spesa per gli anni 2015-2018.

"Siamo sicuri che il payback dispositivi medici abbia i giorni contati. La sua incostituzionalità, infatti, non potrà che essere decisa il prossimo 22 maggio nel corso dell'udienza fissata dalla Consulta per discutere dell'ordinanza del Tar Lazio che, per prima, ha sollevato la questione di legittimità di un dispositivo assurdo: un marchiano errore normativo che va ad incidere su rapporti contrattuali già chiusi e cristallizzati". Lo dichiara, in una nota, Gennaro Broya de Lucia, presidente di PMI Sanità, la nuova associazione nazionale delle piccole e medie imprese impegnate a rifornire gli ospedali del materiale necessario alla diagnosi ed alle cure. Per Broya de Lucia si tratta "dell'ultimo capitolo di una vicenda che ha interessato, finora, diversi giudici un po' in tutta Italia e che ha coinvolto migliaia di fornitori del Servizio Sanitario Nazionale, obbligati a ripianare, di tasca propria, le perdite della finanza pubblica".

Ora, finalmente, sottolinea il presidente di Pmi Sanità: "sapremo se in Italia è legittimo mandare in crisi le aziende che hanno fornito i dispositivi salvavita a milioni di pazienti italiani". "Come ha correttamente rilevato il Tar del Lazio - continua de Lucia - il payback dispositivi medici è illegittimo perché soffoca qualsiasi iniziativa economica nel settore ed impedisce qualunque programmazione per i fornitori del SSN, obbligandoli ad operare in perdita". Inoltre, rilancia ancora de Lucia: "il payback consente alle regioni di sforare a piacimento i tetti di spesa, salvo poi rivalersi sui fornitori senza che la legge si preoccupi di fissare un limite in tal senso". Insomma: "le violazioni della Costituzione appaiono evidenti. Pmi Sanità sarà al fianco degli associati anche in questa battaglia legale, fornendo la propria opinione alla Consulta per aiutarla a vagliare correttamente la questione" conclude de Lucia.

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