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Lunedì 05 FEBBRAIO 2024
Medicina di ‘genere-specifica’. Transgender, diagnosi tardive per il 68%, e il 71% non fa screening. Iniziativa formativa Omceo Milano

Il presiedente Rossi: “La medicina di genere non è delle minoranze, ma è inclusiva, attenta a prendersi cura di ogni persona. In questo corso approfondiremo con l’aiuto di esperti, medici ospedalieri, ambulatoriali e universitari, le variabili che influenzano il genere, richiedendo approcci specifici all’età, al sesso, al contesto ambientale, alla patologia in atto e a ogni altra determinante di salute”.

La medicina generale e specialistica deve essere non solo di genere, ma ‘genere-specifica’, ovvero orientata a dare risposte, efficaci e puntuali, al paziente tenuto conto del sesso, dell’età, del contesto socio-economico, relazionale, ambientale, contestualizzato al quadro clinico. Una situazione che richiede un percorso di cura personalizzato anche per la popolazione LGBTQ+ (il 9% della popolazione italiana), con maggiore attenzione fin dall’anamnesi iniziale e nella valutazione del rischio.

Peraltro, il 68% dei pazienti transgender, circa 400 mila in Italia, giunge in ritardo all’osservazione del medico ed il 71% non accede a screening oncologici. Quindi, la conoscenza della Medicina di genere o di ‘genere specifica’ verso cui il medico (del territorio o dell’ospedale) deve essere informato, e formato, acquisisce, nella società odierna, un ruolo davvero importante.

Per questo l’Omceo Milano ha organizzato il corso “La medicina di genere: la personalizzazione della cura”, sottoforma di FAD asincrona, che sarà disponibile sulla piattaforma www.omceomi.it accedendo nell’area riservata tramite SPID/CIE dal 7 febbraio 2024 per un anno intero. Il corso, con 12,6 crediti Ecm, è stato strutturato in 12 moduli, diretti da esperti per altrettante specialità e risponde alle ‘Linee di indirizzo per l’applicazione della medicina di genere’, approvate dall’Osservatorio dedicato alla Medicina di genere dell’Istituto Superiore di Sanità.

“Questo corso – spiega Luciana Bovone, responsabile scientifico del corso e referente Area Strategica, Aggiornamento Professionale, Formazione e Cultura Omceo Milano – vuole approfondire nuove variabili che possono influenzare lo stato di salute: primo fra tutte il genere, inteso non come diversità solo ed esclusivamente sessuale, ma come fattore su cui competono, concorrono e si integrano componenti biologiche, ambientali, sociali, economici, professionali, di appartenenza etnica e religiosa. Aspetti, tutti, di cui la medicina di genere deve tenere conto e che il medico, di qualunque specialità, deve essere formato a considerare: quando un paziente entra nei nostri ambulatori, occorre pensare dapprima alla persona nella quale la malattia è presente e poi al quadro e alle implicazioni cliniche. Solo così, usando approcci, sensibilità, linguaggi e empatia dedicati, specie in caso delle minorities, cioè di tutte le minoranze sessuali, la medicina di genere adempie alla propria ‘mission’ di medicina genere-specifica. Ciò a indicare che la medicina di genere non è delle minoranze, ma è inclusiva, attenta a prendersi cura di ogni tipologia di persona e dei suoi specifici determinanti di salute”.

“Con questa iniziativa formativa – spiega il presidente Omceo Milano, Roberto Carlo Rossi – rispettiamo due obiettivi: uno ‘di legge’ e uno ‘mondiale’: il rispetto e l’attenzione al genere rientra infatti tra i determinanti di salute che contribuiscono al benessere fisico, psichico ed emotivo della persona, secondo quanto definito dall’Oms. È stato dunque ideato per rendere la materia fruibile e immediatamente traslabile nella pratica medica quotidiana, che tocca quotidianamente molti cittadini. Per riuscire a far ciò abbiamo chiesto ai massimi esperti del mondo universitario, ospedaliero di organizzare delle lezioni che potessero illustrare ogni materia oggetto del corso sia in campo Medico Chirurgico, sia in quello Odontoiatrico per garantire una formazione aggiornata”.

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