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Martedì 16 GENNAIO 2024
Antibiotico resistenza. Sostanze antimicrobiche utilizzate negli animali destinati alla produzione di alimenti. A che punto siamo. La Relazione del Ministero

È stata pubblicata sul sito del ministero della Salute la Relazione sulla resistenza agli antimicrobici dei batteri zoonotici e commensali negli animali destinati alla produzione di alimenti e nelle carni derivate 2014-2021 LA RELAZIONE

Escherichia coli indicatore commensale, Salmonella spp., Campylobacter jejuni e C. coli, E. coli ESBL, AmpC, Carbapenemasi questi alcuni dei batteri presenti negli animali destinati alla produzione di alimenti e nelle carni derivate. Batteri messi sotto la lente per individuare le sostanze antimicrobiche utilizzate e fare luce sul fenomeno dell’antibioticoresistenza che impatta pesantemente sul nostro o Paese e per il quale sono urgenti le azioni di prevenzione e controllo.

È stata pubblicata dal ministero della Salute la Relazione sulla resistenza agli antimicrobici dei batteri zoonotici e commensali negli animali destinati alla produzione di alimenti e nelle carni derivate 2014-2021.

La Relazione si focalizza appunto sugli antibiotici, il gruppo di sostanze che rappresentano, in Italia come in EU, la quasi totalità delle sostanze antimicrobiche utilizzate negli animali destinati alla produzione di alimenti. Tutti i campioni analizzati sono stati prelevati da animali nati e cresciuti in Italia o, se nati all’estero, che abbiano trascorso almeno il 50% della vita in Italia. Per le carni fresche al dettaglio, invece, il campionamento casuale è avvenuto senza preselezione dei campioni in base alla provenienza del prodotto alimentare. Ogni anno sono prelevati almeno 300 campioni di contenuto intestinale e 300 campioni di carne fresca prelevata nella fase di dettaglio, per ciascuna popolazione animale

Obiettivi del Report, oltre quello di descrivere il sistema di monitoraggio nazionale per l’AMR fornendo definizioni utili e link, sono quelli di: aumentare l’opportunità di accessibilità ai dati sull’AMR ottenuti dall’attività di monitoraggio, in linea con gli obiettivi previsti dal PNCAR 2022-2025; dare un feedback di carattere preliminare e generale sull’andamento temporale dell’antibiotico-resistenza sulla base dell’attività di monitoraggio svolta; fornire un quadro dello stato attuale delle resistenze in Italia attraverso indicatori/highlights considerati rappresentativi del fenomeno; evidenziare i riscontri positivi ottenuti a seguito delle misure messe in atto e infine richiamare l’attenzione su alcune problematiche ancora presenti e/o emergenti.

Il piano di monitoraggio armonizzato sulla resistenza agli antimicrobici (Piano AMR), spieda il documento, si applica ai batteri zoonotici e commensali opportunisti isolati dagli animali destinati alla produzione di alimenti e dalle carni derivate (nella fase di produzione primaria, di distribuzione e di importazione).

I batteri sotto la lente? Salmonella spp., Campylobacter jejuni e C. coli, Escherichia coli produttore di beta-lattamasi ad ampio spettro (ESBL), di beta-lattamasi AmpC (AmpC) e di carbapenemasi (CP), Escherichia coli indicatore commensale, Enterococcus faecalis e E. faecium indicatori commensali.

Vediamo in sintesi alcuni dei tanti dati emersi dalla relazione.

E. coli indicatore commensale MDR (batteri che presentano resistenza ad una o più molecole appartenenti a tre o più classi di antibiotici, in alcuni casi fino a 9 classi di antibiotici contemporaneamente).

  1. I dati prodotti dal piano di monitoraggio, basati su un disegno di studio rappresentativo a livello nazionale, hanno mostrato che rispetto alla media europea, in Italia la multiresistenza è diffusa in tutte le filiere con un’elevata proporzione di E. coli indicatori MDR e una bassa proporzione di isolati Fully Susceptible.
  2. Gli isolati di E. coli indicatore commensale hanno mostrato multiresistenza fino a 8 molecole, e in alcune filiere quali la filiera suinicola (2019) e bovina (2015) fino a 9 molecole.
  3. Nel tempo si è assistito a una diminuzione complessiva della multiresistenza e a un aumento della popolazione completamente suscettibile in E. coli indicatore commensale isolato da campioni di contenuto intestinale di animali da allevamenti sia di pollo da carne che di tacchino:
  1. Nella filiera del bovino <12 mesi e del suino i parametri di MDR e FS si mantengono abbastanza stabili nel tempo, non si evidenziano veri e propri trend nella distribuzione delle resistenze negli anni, tuttavia:

E. coli produttore di ESBL/AmpC:

I batteri produttori di ESBL/AmpC e carbapenemasi, si legge nella Relazione, costituiscono un importante problema dal punto di vista sanitario globale. L’uso improprio di antibiotici appartenenti alla classe dei beta-lattamici ha determinato il rapido sviluppo di elevati livelli di resistenza nei confronti di queste molecole e un’ampia diffusione di agenti batterici produttori di ESBL/AmpC sia in campo umano che animale. Meccanismi di resistenza messi in atto prevalentemente da agenti batterici appartenenti alla famiglia delle Enterobacteriaceae (Escherichia coli, Enterobacter) che si trovano generalmente nell’intestino di uomini e animali sani, andando a costituire in tal modo un serbatoio di geni di resistenza. Gli animali possono sia costituire un reservoir di geni di resistenza trasferibili ad altri batteri tra cui batteri zoonosici, sia veicolare agenti batterici produttori di ESBL/AmpC all’uomo attraverso gli alimenti da essi derivati. Risulta, pertanto, fondamentale il loro monitoraggio e l’adozione di strategie che determinino una riduzione della loro prevalenza in ambito zootecnico.

I risultati in sintesi Mostrano che:

  1. In Italia, sin dal 2014, tutte le filiere hanno mostrato un’elevata proporzione di E. coli produttore di ESBL/AmpC in confronto alla media europea.
  2. Gli isolati di E. coli produttore di ESBL/AmpC sono caratterizzati da livelli molto alti di resistenza verso quasi tutte le molecole testate e alti livelli di co-resistenza a molecole classificate di importanza critica nell’uomo.
  3. Nella filiera avicola, si è registrato a partire dal 2017 un calo considerevole della prevalenza della popolazione di E. coli ESBL/AmpC nei campioni analizzati. Tali risultati sono verosimilmente dovuti all’applicazione dei principi di uso prudente degli antibiotici nei processi produttivi, con riduzione complessiva dei quantitativi di antibiotici utilizzati lungo i cicli produttivi.
  4. Quadro stabile nel tempo della popolazione di E. coli ESBL/AmpC nella filiera del bovino <12 mesi e del suino da ingrasso, con persistenza di prevalenze più elevate rispetto alla media europea.
  5. Nel suino da ingrasso si registra una lieve diminuzione della prevalenza sia in campioni di contenuto intestinale che di carne nel 2021 rispetto al 2019.

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