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Giovedì 11 GENNAIO 2024
Evviva la competenza e l’assennatezza! Che nell’anno nuovo diminuiranno ancora di più



Gentile Direttore,
nei giorni scorsi è successo qualcosa che mi ha fatto tornare indietro di trent’anni. Era il 1994 e, nelle sale, era appena uscito Forrest Gump, un film che mi aveva divertito, se non altro per l’arcinoto riferimento a una vicenda del Tristram Shandy di Stern: “E lei dove è stato ferito?”. Parlavo allora del film con una coppia di amici e con il loro figlio. Guido, che all’epoca era un fanciullo che non aveva 10 anni, fece una osservazione che mi stupì: “Questi americani semplicioni: ci vogliono far credere che i deficientini abbiano le stesse possibilità di quelli che deficientini non sono!”.

La vicenda di Forrest Gump, che non era soltanto un ‘deficientino’ per come nel film ci viene descritto, pur nella sua ‘semplicioneria’, ci segnala molte altre cose interessanti, ma l’osservazione di Guido mi colpì e mi incuriosì. Tuttavia è innegabile che negli ultimi decenni moltissimi progressi sono stati compiuti per elidere i pregiudizi relativi alla capacità di sentire, di comprendere e di agire di quelli che Guido fanciullo aveva ingiustamente indicato come ‘deficientini’.

Mauro e Marta, due giovani affetti da sindrome di Down, nel 2014 si sono sposati. Alcune foto, sul web, li ritraggono sorridenti e sommersi da chicchi di riso all’uscita dalla chiesa. Pochi giorni addietro un famoso giurista ha pubblicato sul web un video così intitolato: “Questo matrimonio s’ha da fare”. Il noto giurista, nel video, racconta brevemente di essere stato consultato da un Giudice Tutelare che lo avrebbe incaricato di esprimere una opinione competente sulla opportunità che due giovani down, un uomo, Michele, di 22/23 anni e una donna, Cannella, di 20 anni, contraessero matrimonio come da loro richiesto. Niente di così singolare, visto i precedenti in Italia fino dal 2014. Il noto giurista va a trovare i due giovani, ne valuta la situazione personale, economica, familiare e sociale, valuta la capacità dei due giovani di comprendere la portata di due degli impegni previsti dall’art. 143 cc (la fedeltà e l’assistenza reciproca), consulta uno psichiatra che si dice favorevole al matrimonio, aiuta persino ad organizzare il successivo viaggetto di nozze e, infine, esprime il suo parere al Giudice Tutelare che l’ha richiesto: “Questo matrimonio s’ha da fare”. Pare, in effetti, che il matrimonio si sia celebrato e che anche il viaggio di nozze sia stato effettuato senza intoppi.

Evviva, verrebbe da dire senza indugio. Personalmente, invece, qualche indugio l’ho subito avvertito. Mi sono chiesto: perché, in questa decisione, è intervenuto il Giudice Tutelare? Forse perché uno dei due ragazzi, oppure entrambi, sono beneficiari di una Amministrazione di Sostegno? E in questo caso, gli eventuali Amministratori di Sostegno, hanno fatto valutare la situazione da qualcuno che conoscesse approfonditamente i due giovani e fosse in grado di fornire una valutazione competente sulla loro capacità di comprendere appieno la portata degli obblighi previsti intanto dall’art. 143 cc (che non sono soltanto la reciproca fedeltà e assistenza morale/materiale, ma anche la coabitazione -Michele e Cannella non si sa se avessero convissuto prima del matrimonio- e la collaborazione nell’interesse della famiglia), ma anche dei successivi articoli del codice civile che regolano il matrimonio?

Cannella pare abbia alle spalle una famiglia partecipe e capiente, favorevole al matrimonio (forse qualcuno dei familiari è anche Amministratore di Sostegno?): questa è già un’ottima cosa, poiché tali familiari c’è da attendersi che abbiano fornito un parere sulla effettiva capacità di Cannella di contrarre matrimonio. Michele non ha una famiglia alle spalle, poiché ha perso il padre da tempo e la madre, molto vecchia, vive in una casa di riposo. Il giovane è ospite di una Comunità, gode ovviamente di una “pensioncina di invalidità” e dei modestissimi proventi che provengono dalla vendita di oggetti prodotti nell’atelier artigianale dove lavora; pare che il padre gli abbia anche lasciato un paio di case, una delle quali, affittata, produce un ulteriore fonte di reddito.

I genitori di Cannella (la ragazza, più volitiva di Michele, secondo il noto giurista è l’elemento trainante della coppia) stanno bene economicamente e potrebbero provvedere comunque alle esigenze della futura coppia. Incuriosisce poi la valutazione che il noto giurista compie delle caratteristiche personologiche di Michele: “[…] abbastanza indipendente, abbastanza autonomo, molto assennato, piacevole come persona, generoso, dolce, intelligente, un po’ timido, non tanto sicuro di sé, molto comunicativo, a me ha fatto un’ottima impressione, mi è sembrato uno fragile, timido, ma solido, ben piazzato come essere umano, quindi mi ha fatto una eccellente impressione”. Il noto giurista ha perciò fornito una valutazione senza dubbio positiva delle capacità personologiche di entrambi i giovani, oltre che della loro situazione socio-economica. Ma non si è limitato a questo: ha anche indagato la sfera affettiva e sessuale, esprimendo persino a questo proposito un parere favorevole.

Il noto giurista ci racconta infine di avere rappresentato al Giudice Tutelare, che lo aveva richiesto, la sua complessiva opinione ‘clinica’ sulla celebrazione del matrimonio, che in effetti pare sia stato contratto. Tutto bene, ameno sembra. Ma alcune domande vengono spontanee.

E’ mai possibile che un Giudice Tutelare si affidi, per valutare la capacità di due giovani down a contrarre matrimonio, a un uomo di legge e non a tecnici abilitati a effettuare una valutazione competente? E’ mai possibile che gli eventuali Amministratori di Sostegno non abbiano richiesto al Giudice Tutelare l’intervento di tecnici idonei? Come mai il giurista ha chiesto il parere di “uno psichiatra”, visto che la Salute Mentale non si occupa quasi mai (a meno che non intervengano psicopatologie acute, come stati di agitazione o ‘psicosi di innesto’) di difetti intellettivi/cognitivi? Come leggere le valutazioni espresse dal noto giurista su Michele: “ un po’ timido, non tanto sicuro di sé, [ma] molto comunicativo”; “fragile, timido, ma solido, ben piazzato come essere umano”.

Vogliamo fidarci delle valutazioni del noto giurista. Vogliamo sperare che il nuovo anno riluca splendidamente sul felice matrimonio di Michele e Cannella. Ma se qualcosa andasse storto in questa unione di due esseri umani, che dobbiamo presumere più sensibili considerando la loro “fragilità”, chi ne risponderebbe?

Personalmente confido ancora nella competenza e nell’assennatezza. Ma forse sono uno degli ultimi a farlo. Fra poco valutazioni come quelle di cui abbiamo parlato potranno molto più utilmente essere affidate a chat gpt.

Mario Iannucci
Psichiatra psicoanalista
Esperto di Salute Mentale applicata al Diritto

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