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Mercoledì 10 GENNAIO 2024
Ospedale di Tivoli ancora chiuso. Intersindacale Lazio: “I cittadini hanno bisogno di servizi”

Per l’Intersindacale “è evidente che i tempi della Magistratura” sulle cause e le responsabilità del rogo dello scorso dicembre “non possono essere gli stessi della soluzione politica dell’emergenza sanitaria che si è determinata”. Il Comune e la Regione Lazio “hanno il dovere morale e istituzionale di adottare nei tempi più rapidi possibili, tutti i provvedimenti necessari a restituire i servizi essenziali di assistenza sanitaria alla cittadinanza”.

“Mentre i pazienti aspettano, non potete restare a guardare!”. Esordisce così l’intersindacale del Lazio in una nota di denuncia sulla situazione dell’ospedale di Tivoli dopo l’incendio di inizio dicembre 2023 che ne ha causato la chiusura. “Dopo quasi un mese dall’evacuazione dei pazienti, i reparti di degenza restano chiusi! La cosa peggiore che salta agli occhi è la totale indifferenza sulla lentezza dei provvedimenti che potrebbero e dovrebbero consentire la ripresa delle attività”, dicono ANAAO Assomed Lazio - AAROI EMAC Lazio - FP CGIL Medici e Dirigenti SSN - Federazione CIMO FESMED (ANPO-ASCOTI, CIMO, CIMOP, FESMED) - CISL FP Roma Capitale Rieti - FASSID (AIP AC-SIMET-SNR-SINAFO-AUPI) - FVM Federazione Veterinari e Medici - UIL FPL Medici e Veterinari.

Per i sindacati “è evidente che i tempi della Magistratura, che deve dare risposte certe sulle cause e le responsabilità che hanno portato al rogo, non possono essere gli stessi della soluzione politica dell’emergenza sanitaria che si è determinata. In un momento così delicato per l’intera popolazione che non ha più un Dipartimento di Emergenza e Accettazione e vede il primo Pronto Soccorso degno di questo nome ubicato a Palestrina, le iniziative più appropriate spettano alle istituzioni che devono farsi carico del problema con risposte tempestive e all’altezza di una situazione così complessa e delicata”.

Un richiamo, dunque, al Comune di Tivoli e alle Regione Lazio che, per l’intersindacale, “hanno il dovere morale e istituzionale di adottare nei tempi più rapidi possibili, tutti i provvedimenti amministrativi e logistici che mettano nelle condizioni la ASL Roma 5 di poter restituire i servizi essenziali di assistenza sanitaria alla cittadinanza. Tuttavia è altrettanto evidente che un territorio con circa 600.000 abitanti non può e non deve essere lasciato senza la possibilità di accesso alle cure primarie oltre il tempo strettamente necessario, nell’indifferenza di chi ha la possibilità e la responsabilità di adottare provvedimenti idonei per le soluzioni del caso”.

Il riferimento in particolare è alla gestione della Rete delle patologie tempo-dipendenti: l’ictus, l’infarto miocardico acuto e la patologia vascolare acuta. “Si tratta di problematiche che richiedono interventi immediati a tutela dei pazienti che in questo momento non possono essere presi in carico presso il DEA di I livello dell’Ospedale di Tivoli. Tale condizione sta generando una pressione spropositata e difficilmente gestibile sugli altri ospedali della Regione Lazio, costretti a ridurre drasticamente fino alla chiusura delle attività di elezione, soprattutto quelle chirurgiche, con tempi di attesa per i ricoveri inaccettabile e, pertanto, con ripercussioni gravissime sulla salute dei cittadini”.

“Le esigenze di salvaguardia della salute pubblica della popolazione della ASL Roma 5 – prosegue la nota dell’intersindacale - non possono essere lasciate al loro destino, ma necessitano di soluzioni organizzative urgenti e improrogabili che, per un territorio da Tivoli fino a Subiaco, mancano da un mese a questa parte. Unici provvedimenti avviati per far fronte alla crisi sanitaria della ASL Roma 5 sono stati l’apertura di un Punto di Primo Soccorso nella Palestra scolastica adiacente all’ospedale di Tivoli (totalmente insufficiente ed inadeguato alle necessità della popolazione) e la ridistribuzione dei servizi e del personale sui restanti presidi ospedalieri dell’azienda (non dotati delle prerogative di DEA di I livello) e sulle aziende limitrofe, ma nessuna soluzione alternativa è stata adottata per la gestione delle patologie urgenti, se non i trasferimenti verso gli altri ospedali della regione mediante la rete dell’emergenza del 118”.

Le sigle sindacali del Comparto e della Dirigenza Medica dichiarano la propria disponibilità a partecipare ad un tavolo di confronto nel quale discutere soluzioni condivise alle quali segua un intervento sinergico delle istituzioni, Comune di Tivoli e Regione Lazio, finalizzato all’adozione di provvedimenti urgenti per la riorganizzazione della Rete e della gestione delle patologie tempo-dipendenti nel territorio della ASL Roma 5 e per la rapida riapertura del DEA di Tivoli.

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