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Lunedì 18 DICEMBRE 2023
Il medico gettonista, fra populismo e capri espiatori



Gentile direttore,
sono un anestesista rianimatore e da qualche mese medico gettonista che collabora con una cooperativa. Parlerò di me in prima persona ma potrei essere Mario, Lucia e tanti altri. Si è detto tanto di noi e sempre con toni negativi. Vorrei, allora, fare un po’ di chiarezza ed aggiungere qualche riflessione personale. Parliamo del compenso, io guadagno mediamente 100 euro lordi all’ora, dipende dalla sede lavorativa e normalmente lavoro in grossi ospedali pubblici milanesi. Lordi significa che oltre alle tasse pago la previdenza obbligatoria (ENPAM) che incide per circa il 20% degli incassi al netto delle spese. Un altro costo è l’RC professionale il cui premio per i liberi professionisti è maggiore che per i dipendenti. Ci sono anche altre spese, ad esempio i pasti, ma non sono obbligatorie e quindi non ne terrò conto. In pratica, di quei 100 euro lordi me ne rimangono circa 50 netti. Come per tutti i liberi professionisti non ho le ferie pagate, non ho la malattia, non ho la tredicesima.

A volte capita che la seduta operatoria venga annullata meno di 24 ore prima dell’inizio ed ovviamente non venga remunerata. Questi sono i vantaggi e gli svantaggi del libero professionismo, i dipendenti guadagnano meno ma hanno molte più tutele, alcune delle quali non quantificabili in euro, ognuno faccia la sua scelta. Sempre in merito al compenso orario mi chiedo se sia così esagerato che io guadagni ben 100 euro lordi all’ora. Ho una laurea magistrale, ho studiato per sei anni Medicina e Chirurgia e per altri 4 anni ho frequentato il corso di specializzazione post laurea.

Quotidianamente prendo decisioni immediate sulla salute delle persone, alla decisione segue un’azione cioè un gesto tecnico che bisogna essere in grado di eseguire. Decisioni e gesti tecnici sbagliati oppure solo in ritardo di qualche minuto possono significare danni permanenti alle persone fino anche alla morte. Io mi assumo enormi responsabilità ed offro capacità professionali e competenze che non tutti sono in grado di sostenere ma guadagno ben 100 euro lordi all’ora, evito di fare paragoni con altre categorie di lavoratori con scolarità, competenze professionali, capacità ed utilità sociale ben inferiori alla mia. Vediamola così, per un’ora mi occupo della vita della gente e per questo mi danno ben 100 euro lordi. In merito alla presunta modesta qualità dei gettonisti. Mi sembra banale dire che lavoratori bravi e lavoratori meno bravi siano presenti in tutte le categorie. Fare il gettonista non è una scelta obbligata perché non sono in grado di lavorare in altro modo o altrove, personalmente ho venti anni di pubblica dipendenza, ho ricoperto anche l’incarico di quello che una volta si chiamava Primario, ho insegnato a medici in formazione specialistica, mi sono licenziato volontariamente. Vorrei dire anche che se io mi presentassi in sala operatoria e non fossi in grado di condurre una anestesia e di gestire un paziente complicato mi allontanerebbero all’istante ed il giorno seguente la cooperativa mi caccerebbe e tutto questo senza costi che gravino sull’Azienda ospedaliera. Se la stessa incapacità l’avesse un collega strutturato/dipendente sarebbe un po’ difficile licenziarlo.

Quindi perché faccio il gettonista? Per gestire il meglio il mio tempo correndo tutti i rischi connessi. In conclusione, credo anche io che una sanità pubblica che debba esternalizzare sia una sanità che stia fallendo o che sia già fallita. Ma il capro espiatorio non sono io, io non sono l’avido che lucra sulle sfortune altrui. Quanto guadagnano gli anestesisti in altre nazioni? Mi sembra evidente che non sia io a guadagnare troppo ma i colleghi dipendenti/strutturati a guadagnare poco. Ma soprattutto non si pensi e non si dica che il livello qualitativo della mia prestazione professionale sia scadente e che sia a rischio la salute del paziente, questo non è accettabile.


Valentino De Filippis
Anestesista Rianimatore

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