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Mercoledì 29 NOVEMBRE 2023
La salute mentale e la svalorizzazione del territorio



Gentile Direttore,
i dati annualmente prodotti dal Sistema Informativo Salute Mentale del Ministero della Salute (SISM) non solo indicano la entità della spesa per la Salute Mentale nelle singole Regioni, ma permettono di mettere in luce anche come questa spesa viene utilizzata. Il dettaglio di quanto speso per l’ambito territoriale, semiresidenziale, residenziale ed ospedaliero permette inoltre di comprendere quale sia il modello valorizzato.

L’esame dei dati dell’ultimo report SISM, riferiti per quanto riguarda la parte economica al 2021, è, per quanto riguarda il Veneto, molto chiaro.

Il primo elemento da sottolineare è quanto la spesa per la salute mentale incida per abitante e quanto in % sul fondo sanitario. Questi valori, individuano nel Veneto una spesa pro capite di € 54,6 a fronte di una media italiana di € 69,8, mentre il % del fondo sanitario è 2,34, contro la media nazionale del 3,05. Si tratta di valori che collocano il Veneto al quartultimo posto fra le varie regioni.

Ancora più interessante è però come questa minore spesa è distribuita nei vari ambiti. Se infatti alla spesa semiresidenziale viene riservato un % sul totale della spesa praticamente identico a quella nazionale (11,9% vs 11,8%), quella residenziale (38,6% vs 41,9%), e quella ambulatoriale (39,9% e 41,6%) vedono un investimento percentuale ridotto. Nel valore della spesa residenziale in Veneto ha certo un ruolo la revisione delle tariffe avvenuta nel 2018. Al contrario, la spesa ospedaliera è decisamente più alta, assorbendo 10,6% della spesa totale, contro il 4,8% a livello nazionale.

Questi dati comportano che, mentre la spesa pro-capite è inferiore a quella nazionale in tutti gli ambiti, ed in particolare nella residenzialità e nelle strutture territoriali, quella ospedaliera è maggiore, con € 5,8 vs € 3,3.

Questi dati sono coerenti con un tasso di ricovero decisamente più alto nel Veneto rispetto alla media italiana, sia per quanto riguarda complessivamente i DRG psichiatrici (340 vs 230 per 100.000 abitanti nel 2021, poi aumentati nel 2022) sia per quanto riguarda quelli in strutture di specialità psichiatrica (273 vs 178 per 100.000 ab nel 2021, sostanzialmente stabili nel 2022). In questo divario ha un ruolo importante anche la ampia presenza di posti letto in Case di Cura, che comunque attenua solamente il maggiore utilizzo di SPDC pubblici nel Veneto rispetto al resto d’Italia.

La diminuita spesa in ambito territoriale rispecchia la minore presenza di talune figure professionali (nel 2022, medici/100.000 ab: Veneto= 6,37 vs Italia=10,57; Psicologi/100.000 ab.: Veneto= 2,81 vs Italia=4,84 per 100.000 ab), e chiarisce perché nel Veneto, a parità di tasso complessivo delle prestazioni, gli interventi terapeutici siano il 30% del totale vs il 70% presenti nella situazione nazionale e quelli socioriabilitativi il 46% vs un 17% del resto d’Italia.

Un quadro semplicemente disastroso, di cui pare però la Regione faccia fatica a prendere atto. Di fatto gli ultimi provvedimenti significativi hanno visto finanziamenti per le strutture residenziali (DGR 1673/2018), i cui posti sono stati aumentati e per quelle semiresidenziali (DGR 1512/2022), aumentate nonostante quelle esistenti siano state utilizzate (sono sempre dati SISM) solo al massimo per il 60%. Questi finanziamenti in parte sono ridistribuzioni della spesa all’interno di quella già esistente nei DSM. Mentre per quel che riguarda l’utilizzo del finanziamento ministeriale della “Linee di indirizzo per la realizzazione dei progetti regionali volti al rafforzamento dei Dipartimenti di Salute Mentale regionali” del 2022, il personale assunto fino al 31/12 con la DGR 371/2022 non ha ricevuto alcuna prospettiva di poter continuare la sua attività nel 2024, in mancanza di specifico finanziamento, che avrebbe dovuto essere questa volta regionale, lasciando ulteriormente sguarniti i servizi.

Il modello che emerge è un modello che svalorizza il territorio e gli interventi terapeutici, puntando a favorire approcci di lungo assistenza in strutture semiresidenziali e residenziali, il tutto appoggiandosi fortemente sui ricoveri e sulle strutture private.

E lascia sorpresi come, di fronte a questi dati, nessun commento sia stato espresso e nessun intervento sia stato messo in atto.

Andrea Angelozzi
Psichiatra

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