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Martedì 21 NOVEMBRE 2023
Falso e truffa al Grande Ospedale Mediterraneo di Reggio Calabria, due medici sospesi 

Avrebbero somministrato a 13 pazienti oncologici terapie sperimentali in assenza di autorizzazione o per patologie diverse da quelle previste nelle linee guida, attestando anche dosaggi superiori a quelli usati di un farmaco innovativo per ottenerne quantitativi maggiori a carico dell'Erario. Riscontrata anche una truffa da 5mila euro a danni di Pfizer per l’avvio di un progetto di sostegno psicologico ai malati, di fatto mai attivato.

I Carabinieri del Nas di Reggio Calabria a conclusione di un’articolata attività investigativa, denominata “NARCISO”, hanno dato esecuzione a un’Ordinanza di “divieto temporaneo di esercizio della professione medica per la durata di mesi 12” nei confronti dell’ex primario dell’UOC di Oncologia del GOM- Grande Ospedale Mediterraneo di Reggio Calabria (in carica fino allo scorso settembre) e del suo vice, per i reati di somministrazione di farmaci guasti, Falsità materiale e ideologica, abuso d’ufficio e truffa.

L’attività investigativa, spiega una nota dei Nas, è stata condotta da marzo 2021 a Dicembre 2022 unitamente ai Carabinieri del Nucleo AIFA e vede complessivamente 7 soggetti indagati. L’indagine trae origine dalla denuncia querela di un dirigente medico che aveva rilevato delle anomalie sul diario clinico di un paziente oncologico.

“Durante l’indagine – spiega la nota -, sviluppatasi con intercettazioni telefoniche e ambientali, una complessa attività peritale, sequestro e analisi di oltre 300 cartelle cliniche, e sommarie informazioni testimoniali, si è accertato che i due sottoposti somministravano, tra il 2017 ed il 2018, a 13 pazienti affetti da neoplasie farmaci nell’ambito di terapie e protocolli sperimentali in assenza di autorizzazione o per patologie diverse da quelle previste nelle linee guida e senza un adeguato consenso degli stessi pazienti”.

Inoltre, “in concorso con la Direttrice ed il Responsabile dell’Unità Farmaci Antiblastici della Farmacia ospedaliera del GOM, attestavano nel Registro AIFA predisposto per i c.d. “farmaci innovativi” dosaggi superiori del farmaco Nivolumab rispetto a quelli realmente somministrati ai pazienti e patologie differenti da quelle reali, al fine di ottenere a spese dell’Erario, quantitativi maggiori del predetto farmaco poi dispensati a pazienti privi dei requisiti richiesti per la rimborsabilità del farmaco”.

Da quanto emerso, tutto questo veniva fatto “al fine di divulgare i risultati delle prassi cliniche da loro portate avanti tramite pubblicazioni scientifiche, così da accrescere la loro reputazione professionale per attrarre società farmaceutiche ed organizzatori di convegni”.

Nell’ambito della stessa indagine veniva riscontrata una truffa di euro 5.000 ai danni dell’azienda farmaceutica Pfizer, che avrebbero posto in essere il Primario in concorso con altro dirigente medico, una psicologa ed il presidente di una ONLUS, in quanto veniva finanziato un progetto per il sostegno psicologico ai malati oncologici, di fatto mai posto in essere.

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