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Nel 2022, sono state effettuate 1.888 nuove diagnosi di infezione da HIV pari a 3,2 nuovi casi per 100.000 residenti. L’incidenza osservata in Italia è inferiore rispetto all’incidenza media osservata tra i Paesi dell’Europa occidentale e dell’Unione Europea (5,1 nuove diagnosi per 100.000 residenti). Nel periodo 2012- 2022 si osserva una diminuzione delle diagnosi per tutte le modalità di trasmissione. Nel 2022, la proporzione di nuovi casi attribuibile a trasmissione eterosessuale era 43% (25,1% maschi e 17,9% femmine), quella in maschi che fanno sesso con maschi 40,9% e quella attribuibile a persone che usano sostanze stupefacenti 4,3%. Il Registro Nazionale AIDS, attivo dal 1982, nel 2022 ha registrato 403 nuove diagnosi di AIDS, pari a un’incidenza di 0,7 casi per 100.000 residenti. Nel 2022, tra le nuove diagnosi di AIDS, l’84% riguardava persone che avevano scoperto di essere HIV positive nei sei mesi precedenti alla diagnosi di AIDS. Sono questi alcuni dei dati sulle nuove diagnosi di infezione da HIV e dei casi di AIDS in Italia al 31 dicembre 2022 pubblicati sul Notiziario Istisan volume 36, n. 11 - novembre 2023, redatto dal Centro Operativo AIDS (COA) dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), con il contributo di alcuni componenti del Comitato Tecnico Sanitario del Ministero della Salute e i referenti della Direzione Generale della Prevenzione sanitaria del Ministero della Salute. Nuove diagnosi d’infezione da HIV Nel 2022, le incidenze più alte sono state registrate in Lazio, Toscana, Abruzzo e Campania. Le persone che hanno scoperto di essere HIV positive nel 2022 erano maschi nel 78,7% dei casi. L’età mediana era di 43 anni per i maschi e 41 per le femmine. L’incidenza più alta è stata osservata tra le persone di 30-39 anni (7,3 nuovi casi ogni 100.000 residenti di età 30-39 anni) e 25-29 (6,5 nuovi casi ogni 100.000 residenti di età 25-29 anni); in queste fasce di età l’incidenza nei maschi è 3-4 volte superiore a quella delle femmine. Nel 2022, la maggior parte delle nuove diagnosi di infezione da HIV era attribuibile a rapporti sessuali, che costituivano l’83,9% di tutte le segnalazioni; in particolare, i maschi che fanno sesso con maschi (MSM) costituiscono il 40,9%, gli eterosessuali maschi il 25,1% e le eterosessuali femmine il 17,9%. Il numero di nuove diagnosi di infezione da HIV in stranieri è in diminuzione dal 2016 al 2020 con un lieve aumento negli ultimi due anni post-COVID-19. Nel 2022, gli stranieri costituiscono il 31,2% di tutte le segnalazioni; questa proporzione è rimasta pressoché stabile nel tempo con valori intorno al 30%. Tra gli stranieri, il 55,1% delle nuove diagnosi era attribuibile a rapporti eterosessuali (eterosessuali femmine 31,6%; eterosessuali maschi 23,5%). Dal 2015 aumenta la quota di persone a cui viene diagnosticata tardivamente l’infezione da HIV (persone in fase clinicamente avanzata, con bassi CD4 o in AIDS), ma nel 2022 si osserva una leggera diminuzione rispetto all’anno precedente. Nel 2022, il 40,6% delle persone con una nuova diagnosi di infezione da HIV è stato diagnosticato tardivamente con un numero di linfociti CD4 inferiore a 200 cell/μL e il 58,1% con un numero inferiore a 350 cell/μL. Una diagnosi HIV tardiva è stata riportata nei 2/3 degli eterosessuali maschi (66,7%) e in più della metà delle eterosessuali femmine (59,8%). Nel 2022, quasi la metà delle persone con nuova diagnosi HIV ha eseguito il test per sospetta patologia HIV o presenza di sintomi HIV correlati (41,2%). Altri principali motivi di esecuzione del test sono stati: comportamenti sessuali a rischio (24,3%), controlli di routine o iniziative di screening a seguito di campagne informative (8,9%) e accertamenti per altra patologia (4,5%). La sorveglianza dei casi di AIDS riporta i dati delle persone con una diagnosi di AIDS conclamata. Dall’inizio dell’epidemia (1982) a oggi sono stati segnalati 72.556 casi di AIDS, di cui 47.408 deceduti entro il 2020. Nel 2022 sono state notificate 403 nuove diagnosi di AIDS pari a un’incidenza di 0,7 casi per 100.000 residenti; si è osservato un leggero aumento dei casi negli ultimi due anni post-COVID-19. Nelle persone che non hanno effettuato trattamenti antiretrovirali pre-AIDS, la polmonite da Pneumocystis jirovecii è la più comune patologia di esordio (21,9% nel 2022) ed è quella che ha subito il calo più evidente nell’ultimo ventennio. Nel 2022, il 75,4% delle persone diagnosticate con AIDS non aveva ricevuto una terapia antiretrovirale prima della diagnosi di AIDS. La proporzione di persone con nuova diagnosi di AIDS che ignorava la propria sieropositività e ha scoperto di essere HIV positiva nel semestre precedente la diagnosi di AIDS è rimasta stabile nel 2022 (83,7%) rispetto al 2021 (83,9%). Il numero di decessi in persone con AIDS è rimasto stabile dal 2014 e nel 2022 è pari a 528.
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Venerdì 17 NOVEMBRE 2023
Hiv/Aids. Nel 2022 effettuate 1.888 nuove diagnosi di Hiv e 403 di Aids. I nuovi dati Iss
L’incidenza osservata in Italia è inferiore rispetto all’incidenza media osservata tra i Paesi dell’Europa occidentale e dell’Unione Europea (5,1 nuove diagnosi per 100.000 residenti). Anche se negli ultimi 2 anni (complice la ripresa post pandemica) si segnala un nuovo piccolo aumento ma con numeri sempre inferiori al pre Covid. IL REPORT
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