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Mercoledì 08 NOVEMBRE 2023
Salviamo il Ssn. Consiglio regionale dell’Emilia-Romagna approva la pdl alle Camere. Il testo sarà trasmesso ora al Parlamento
Via libera dell‘Assemblea legislativa al testo firmato dalla Giunta che chiede, in particolare, di aumentare il finanziamento annuo del Fsn al 7,5% del Pil e di eliminare i vincoli di assunzione sul personale. Bonaccini e Donini: “La sanità pubblica e universalistica è patrimonio del Paese e va difesa. Occorre investire per non lasciare indietro nessuno: da qui una proposta concreta e realizzabile”.
“La nostra sanità, per continuare a essere pubblica e universalistica, ha bisogno di risorse certe e adeguate. L’approvazione della proposta di legge alle Camere in Assemblea legislativa, che abbiamo presentato come Giunta, va in questa direzione. Il via libera al testo”, approvato anche da Toscana, Puglia e Piemonte, “un inedito assoluto, arriva in tempo utile per sollecitare il Parlamento ad intervenire con la nuova legge di bilancio dello Stato, la manovra 2024. È il senso della nostra battaglia per salvaguardare la salute, la prevenzione e l’accesso alle cure di tutti i cittadini, senza differenza sociale o di censo: un impegno diffuso a difesa del sistema sanitario pubblico nazionale, vero patrimonio di questo Paese”. Così il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, e l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, commentano, con una nota congiunta, il via libera, ieri, da parte dell’Assemblea legislativa della Regione (alle 20.20 di ieri, dopo una lunga giornata di dibattito in Aula), alla proposta di legge alle Camere sul sostegno finanziario al Sistema sanitario nazionale. Approvato dalla Giunta lo scorso 31 luglio, il testo di legge intende infatti portare al 7,5% del Pil il finanziamento annuale del Servizio sanitario nazionale per evitare il collasso finanziario della sanità italiana e continuare a dare risposta ai bisogni di cura e assistenza dei cittadini. E, contestualmente, prevede di togliere i vincoli che impediscono oggi di assumere personale sanitario nelle Aziende sanità locali.
Fra i gruppi presenti in Assemblea al momento del voto hanno votato a favore Pd, Lista Bonaccini, Italia Viva, ER Coraggiosa, Europa Verde e Movimento 5 Stelle. Voto contrario di Lega, Fratelli d'Italia e Rete civica. Forza Italia non ha partecipato al voto
Ora il testo sarà inviato alle Camere per essere iscritto tra gli atti depositati e saranno i singoli Uffici di Presidenza a decidere se avviare l’iter e assegnarlo alla Commissione competente.
“Abbiamo bisogno di più sanità pubblica- aggiungono Bonaccini e Donini-, l’abbiamo toccato con mano durante la pandemia: il nostro Sistema sanitario nazionale è fondamentale e ora siamo chiamati, tutti, a lavorare per la sua sostenibilità, messa seriamente a rischio. Siamo di fronte a risorse insufficienti, che compromettono l’accesso da parte dei cittadini ai servizi sanitari e sociosanitari e per questo occorre che il Governo si impegni a portare al 7,5% del Pil nominale il finanziamento del fondo sanitario nazionale. Le 30mila firme raccolte in poche settimane sono un incoraggiamento importante: ringraziamo i cittadini, i professionisti, i sindacati, i sindaci e le associazioni e quanti si sono mobilitati in queste settimane. La nostra proposta di legge- concludono- chiede risorse stabili su un ambito pluriennale perché la spesa sanità, oggi, è inadeguata, e nella previsioni del Governo scenderà ulteriormente nei prossimi anni, verso il 6%. Serve un cambiamento radicale perché in gioco c’è la salute di tutti”.
Cosa prevede il progetto di legge
Sono tre i punti della proposta di legge di iniziativa regionale, che si inserisce in un contesto in cui la domanda di servizi sanitari e sociosanitari è in aumento per il progressivo invecchiamento della popolazione e il Servizio sanitario nazionale, già oggi sottofinanziato rispetto alle necessità della popolazione, è in affanno rispetto alla copertura dei costi delle Regioni determinati dalla pandemia.
Il primo riguarda l’incremento del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard, a cui concorre lo Stato, su base annua dello 0,21% del prodotto interno lordo dal 2023 al 2027 fino a raggiungere una percentuale di finanziamento annuale non inferiore al 7,5% del prodotto interno lordo. Obiettivo che comporta un sostanzioso, ma necessario, incremento delle risorse: 4 miliardi di euro l’anno in più per avvicinare l’Italia al livello di altri Paesi europei (come ad esempio Francia, Germania e Regno Unito).
Altro punto cardine del progetto di legge approvato, il superamento per le Regioni dei vincoli di spesa per il personale degli Enti del Servizio sanitario nazionale imposti dalla legge nazionale, e con esso anche il superamento del limite relativo al trattamento accessorio per il personale. Impedire le assunzioni in un momento in cui mancano proprio medici e infermieri è una contraddizione in termini, così come lo è non adeguare gli stipendi del personale nel momento in cui i professionisti scelgono addirittura di passare alla sanità privata. Il provvedimento affronta quindi alla radice il grave problema della carenza di professionisti sanitari, che insieme alla mancanza di risorse adeguate costituisce un nodo fondamentale da sciogliere per la tenuta dell’intero sistema.
Il terzo articolo del progetto di legge riguarda, infine, la copertura finanziaria, garantita in prima battuta da maggiori risorse che dovessero rendersi disponibili dalla crescita economica prevista dalla Nota di aggiornamento al DEF - novembre 2022 e, in seconda battuta, da risorse derivanti dal contrasto all’evasione ed elusione fiscale e contributiva.
Ieri l'Assemblea legislativa ha anche approvato tre ordini del giorno: un primo a firma di Silvia Piccinini (M5s), Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa) e Marcella Zappaterra (Pd) che chiede che ogni incremento dei finanziamenti statali per la sanità siano destinati alle sole strutture sanitarie pubbliche; il secondo di Pd, ER Coraggiosa, Italia Viva, Europa Verde e Lista Bonaccini che impegna la giunta a sollecitare il governo a proporre, nell’ambito del Patto di stabilità europeo, la riclassificazione della spesa farmaceutica, in particolare per i farmaci innovativi, passando dall’attuale classificazione di spesa corrente a spesa d’investimento. L’atto d’indirizzo, inoltre, impegna l’esecutivo regionale a sostenere la necessità di un piano di ammortamento per i farmaci innovativi con fondi che si alimentino non solo con la spesa pubblica ma anche con i risparmi derivanti dall’uso di questi farmaci; il terzo di Italia Viva, lista Bonaccini e Pd che impegna la giunta a intervenire sul governo al fine di favorire un voto positivo del Parlamento in occasione della ratifica del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) e affinché l’esecutivo nazionale ne valuti l’attivazione per fare fronte agli investimenti necessari al Servizio sanitario nazionale.
Respinto, invece, l’ordine del giorno di Fratelli d’Italia finalizzato a sollecitare la giunta a riconoscere il fallimento delle politiche regionali in materia di sanità.
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