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In tema di sanità e liste d'attesa, “bisogna avere coraggio e fare due iniziative di riforma”. La prima è “rivedere la disciplina dell'attività libero professionale intramoenia che viene vissuta un po' come estorsiva, diciamo la verità, da parte di cittadini”. E poi serve rivedere anche “il ruolo del privato accreditato che deve partecipare e offrire di più, soprattutto per i piani assistenziali, dei programmi terapeutici che devono integrare, non certo sostituire, il nostro servizio sanitario pubblico”. Così Francesco Vaia, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, intervenuto alla trasmissione radiofonica `Il caffé di Radio1´. “Il problema delle liste d'attesa – ha proseguito -, ahimè, data da tanto tempo». Serve dunque «un intervento di sistema, cioè che il Paese si doti di un `Progetto obiettivo liste d'attesa´: c'è un problema? Più che discuterne, risolviamolo. Mettiamo insieme le risorse, le energie di tutto il sistema e cerchiamo di arrivare a una soluzione. E' una situazione che c'è da anni, ma adesso è arrivato il momento di risolverlo” In tema di liste d'attesa, ha aggiunto Vaia, “c'è sicuramente un problema etico di facilitazione dell'accesso, ma soprattutto di uniformità e di equità dell'offerta in tutto il Paese. Cioè in alcune aree sicuramente c'è maggiore quantità e soprattutto maggiore qualità dell'offerta del servizio sanitario. In altre aree c'è sicuramente un problema di minore qualità e di minore quantità dell'offerta. Quindi c'è una esigenza che il ministero della Salute si riappropri un po' di più di una sua capacità di controllare, uniformare e incidere. Questa è la prima cosa che a mio giudizio bisogna fare e che faremo subito”. La seconda cosa “è l'intervento sulla domanda”, diminuirla puntando “sulla prevenzione primaria, a partire dagli stili di vita”. “Oggi - ha evidenziato Vaia - uno stile di vita salutare diffuso in tutto il Paese riduce, ormai ci sono migliaia di studi che lo dicono, del 60-65% le patologie che più determinano la domanda stessa, le patologie croniche e croniche degenerative”, ovvero “il diabete, l'ipertensione, le malattie croniche respiratorie, i disturbi epatici, quelli della postura e della colonna”. La prevenzione “è uno strumento indispensabile per la sostenibilità del sistema, di cui oggi tutti stiamo discutendo. Sicuramente c'è bisogno di maggiori risorse, ma c'è bisogno anche che spendiamo meglio questi soldi puntando appunto sulla prevenzione”. Riduzione della domanda, dunque, da accompagnare al “potenziamento della offerta”, lavorando “in due direzioni: l'aumento della dotazione degli strumenti, delle macchine più performanti, e poi far sì che questi strumenti siano più possibilmente prossimi al cittadino. Ciò significa che noi dobbiamo dotare, oltre i centri ospedalieri, anche il territorio delle macchine più performanti. Noi dobbiamo avere la capacità di portare le innovazioni sul territorio e possibilmente anche a casa”. Più in generale, ha annunciato, “faremo subito, ci stiamo lavorando, all'inizio di dicembre la prima Conferenza nazionale sulla prevenzione”, in cui i temi legati alle liste d'attesa “non saranno solamente affrontati come fatto teorico, ma anche come pratiche: metteremo in campo un Progetto obiettivo, con delle azioni che possano” incidere e che impegnano anche il cittadino che “con gli stili di vita sani può ridurre i problemi di salute” e quindi l'aumento della domanda di prestazioni. Per Vaia si tratta di “un cambio di cultura”. Qualcosa che deve coinvolgere “noi tutti, sistema Paese, come ci ha insegnato la pandemia, con l'unità e la visione sindemica (cittadino, strutture di governo del Paese ai vari livelli), tutti insieme per un progetto obiettivo in grado di abbattere questa cosa vergognosa, una vera piaga che sono le liste d'attesa”.
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Lunedì 30 OTTOBRE 2023
Liste d’attesa. Vaia: “Incidere su stili di vita e prevenzione per fermare domanda. Ma serve il coraggio di rivedere intramoenia”
Il Dg della Prevenzione del Ministero: “Rivedere la disciplina dell'attività libero professionale intramoenia che viene vissuta un po' come estorsiva, diciamo la verità, da parte di cittadini”. E poi serve rivedere anche “il ruolo del privato accreditato che deve partecipare e offrire di più”.
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