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L’Anaao Assomed respinge il comportamento della Regione Lazio che prosegue, ormai dal mese di aprile, in una azione di “commissariamento” di fatto delle Aziende ed Enti del SSR avocando a sé decisioni, non solo in merito alle nomine dei direttori delle unità operative ma, fatto ancora più grave, riguardanti le carriere e il riconoscimento professionale dei dirigenti medici e sanitari. “La Regione – commentano Aldo Di Blasi, Segretario Anaao Assomed Regione Lazio e Pierino Di Silverio Segretario Nazionale dell’Associazione - perpetrando in tali azioni, si sta spingendo oltre il perimetro delle proprie competenze, invadendo un terreno proprio dell’autonomia aziendale e contrattuale, con inevitabili ripercussioni negative sui servizi ai cittadini e vanificando di fatto i sistemi di valutazione delle performance dirigenziali e i meccanismi di premialità, in aperto spregio ai principi di buon andamento, efficienza e imparzialità dell’azione amministrativa. Tutto ciò alimenterà inevitabilmente un ingente contenzioso nei prossimi mesi”. “A nulla è valsa la richiesta di un confronto regionale finalizzato ad avviare un percorso condiviso con le parti sociali; lo stesso accordo sulla valorizzazione del servizio prestato nei Ps e Dea non è stato regolarmente applicato. Chiediamo pertanto alla Regione – concludono gli esponenti Anaao Assomed - di rivedere le decisioni assunte e di ritornare a un modello di gestione sanitaria rispettoso delle autonomie aziendali, delle prerogative sindacali e dei diritti contrattuali dei professionisti che operano a salvaguardia del SSR. In mancanza di adeguate risposte, avvieremo le opportune iniziative per tutelare i diritti dei nostri iscritti per ripristinare la legittimità delle relazioni sindacali ed eliminare "il controproducente immobilismo" che sta affossando la Sanità Pubblica di questa regione”.
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Lunedì 30 OTTOBRE 2023
Lazio. Anaao: “Si curano i bilanci, si ignorano i servizi ai cittadini”
Il sindacato: “Regione si sta spingendo oltre il perimetro delle proprie competenze, invadendo un terreno proprio dell’autonomia aziendale e contrattuale, con inevitabili ripercussioni negative sui servizi ai cittadini e vanificando di fatto i sistemi di valutazione delle performance dirigenziali e i meccanismi di premialità, in aperto spregio ai principi di buon andamento, efficienza e imparzialità dell’azione amministrativa”.
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