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Mercoledì 25 OTTOBRE 2023
Ulss 6 Euganea. Lavoro senza sosta per 120 assistenti domiciliari, Fp Cgil: “Serve una migliore applicazione della Dgr”  

Una recente riorganizzazione, senza un precedente confronto, da ottobre impone agli operatori sanitari dell’assistenza domiciliare un ampliamento di tre ore di lavoro, 7 giorni su 7, togliendo tre reperibilità nel weekend e aggiungendo quella notturna. Per la Fp Cgil gli infermieri lavorano di più rimettendoci pure circa cento euro al mese. Fp Cgil: “Non discutiamo la legge, c’è e va applicata, ma non su sei giorni e con la reperibilità notturna”. Il documento dell'Ulss sulla riorganizzazione

Sono cinque i distretti territoriali nella Ulss 6 Euganea della provincia di Padova, dove circa 120 operatori sanitari, per la maggioranza infermieri che ogni giorno si prendono cura degli ammalati non deambulabili. Un servizio preziosissimo che agevola il malato che non si può spostare e le stesse famiglie che lo hanno in carico, ma la cui organizzazione è diventata insostenibile per gli operatori, denuncia la Fp Cgil di Padova. Da questo mese, spiega infatti il sindacato, la Ulss 6 fa applicare agli operatori sanitari, che si occupano delle cure a domicilio la legge regionale 1075/2017 ampliando le fasce di lavoro di tre ore in più ogni giorno oltre al sabato e alla domenica tutto il giorno, togliendo tutte le reperibilità che fino a prima c’erano e aggiungendoci la reperibilità notturna.

“Con l’applicazione del nuovo contratto, in forza all’applicazione alla Dgr 1075/2017 – spiega Raffaela Megna della segreteria provinciale Fp Cgil – si amplia l’orario di lavoro passando dalle 07:30 - 19:30 di prima con sabato e domenica in reperibilità, alle 07: -00 - 21:00 di adesso, 7 giorni su 7, aggiungendoci il sabato pomeriggio, domenica mattina e domenica pomeriggio. Con l’aggiunta che l’azienda, in forza del vecchio contratto, lascia la reperibilità notturna. Praticamente una persona resta sempre a lavoro o quasi”.

La Fp Cgil non discute la legge regionale in sé ma come viene applicata. Infatti per Megna in altri distretti regionali la legge viene applicata su 5 giorni lavorativi e 2 di riposo a ciclo continuo festività comprese.

“Se fosse applicata la nuova disposizione su 5 giorni di lavoro e 2 di riposo, in questo modo un infermiere/operatore sanitario sa il turno in anticipo organizzando famiglia e figli di conseguenza. L’azienda invece cosa fa: applica la legge regionale su 6 giorni più la reperibilità notturne. In questo modo non c’è più conciliazione fra lavoro e vita personale”, conclude Raffaela Megna.

Altro tema che la Fp Cgil solleva dopo la nuova riorganizzazione quello della sicurezza. Come riferito da Daniele Olivieri Gorga, un infermiere che lavora sul campo, tesserato Cgil, in alcuni distretti si chiudono i battenti alle 21:00 di sera, da soli, mentre in precedenza si usciva in 5-6 persone fra infermieri in fine turno e donna delle pulizie. Un problema, questo, che per Olivieri e Megna doveva essere affrontato fra azienda e OO.SS. attraverso un tavolo di confronto, “come del resto si sarebbe dovuto fare per tutto l’impianto sulla nuova riorganizzazione, che per ora è stato solo che imposto e privo di qualsiasi confronto”.

Endrius Salvalaggio

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