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Lunedì 23 OTTOBRE 2023
Puglia. La Giunta approva i piani assunzioni delle aziende sanitarie

Tra nuove assunzioni e stabilizzazioni si parla di circa 2.500 unità di personale. Le nuove assunzioni sono, in particolare, 1.287, di cui 582 dirigenti medici, 37 veterinari, 24 dirigenti sanitari non medici, 10 dirigenti tecnico professionali, 327 infermieri, 47 unità di personale ostetrico, 43 unità di personale della prevenzione, 65 personale della riabilitazione, 102 unità di personale tecnico sanitario e 50 personale tecnico professionale.

La Giunta regionale della Puglia fa sapere di avere approvato, “dopo un impegnativo lavoro istruttorio svolto dal Dipartimento Salute”, i piani assunzionali delle Aziende ed Enti del Servizio Sanitario Regionale.

“Il piano assunzionale, nelle more della definizione del riparto del Fondo Sanitario Nazionale, è stato definito sulla base dello spazio finanziario derivante dalle cessazioni che si determineranno nell’ultimo trimestre 2023 e nell’anno 2024”, spiega la Regione in una nota. Si è inteso dare priorità al personale sanitario, direttamente coinvolto all’assistenza e dunque alla erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), agli adempimenti del PNRR e alla alimentazione dei flussi informativi nei confronti del Ministero della Salute.

Un piano assunzionale che prevede complessivamente n. 1287 unità, di cui n. 582 dirigenti medici, n. 37 Dirigenti veterinari, n. 24 Dirigenti sanitari non medici, n. 10 Dirigenti tecnico professionali, n. 327 infermieri, n. 47 unità di personale ostetrico, n. 43 unità di personale della prevenzione, n. 65 personale della riabilitazione, n. 102 unità di personale tecnico sanitario e n. 50 personale tecnico professionale (autisti di ambulanza, assistenti sociali e tecnici informatici).

Inoltre, il piano prevede la stabilizzazione del personale che ha maturato i requisiti ex Legge Madia e Legge di Bilancio 2022 (comprensivo del Milleproroghe). Saranno stabilizzate circa 1237 unità che hanno già maturato i requisiti e circa n. 491 che matureranno il requisito.

La stabilizzazione riguarda indicativamente: n. 113 dirigenti medici, n. 650 infermieri e la restante parte sa tecnici sanitari, n. 93 amministrativi, n. 77 tecnici – professionali, n. 39 Dirigenti sanitari non medici, n. 6 veterinari , n. 38 personale della riabilitazione, n. 36 ostetriche e n. 12 personale della prevenzione ed altre figure professionali.

In sintesi dunque, si dice la nota, “tra stabilizzazione e nuove assunzioni, i piani approvati dalla Giunta riguardano circa 2.500 unità di personale”.

“Con queste assunzioni – dichiara il presidente della Giunta regionale, Michele Emiliano - diamo un’iniezione di fiducia al sistema sanitario, sapendo che esso si basa essenzialmente sulle competenze del suo capitale umano. Lavoreremo ancora duramente per ridurre il gap con le altre regioni che hanno lo stesso numero di abitanti, ma più personale: si tratta di una delle vertenze aperte con il Governo per mettere alla pari il Mezzogiorno con regioni storicamente più fortunate, mentre qui dobbiamo affrontare le emergenze solo con più passione e abnegazione, ma con meno lavoratori al fronte”.

L’assessore alla Sanità, Rocco Palese esprime “grande soddisfazione per il gran lavoro svolto dal Dipartimento Salute, in stretta collaborazione con le direzioni strategiche delle Aziende ed Enti del SSR. Si tratta di un provvedimento di assoluta rilevanza per il sistema sanitario, con il quale intendiamo consentire nuove assunzioni, nei limiti dello spazio finanziario derivante dalle cessazioni e stabilizzare il personale che ha dato particolare supporto nella gestione dell’emergenza COVID. La metodologia adottata determina un vero cambiamento virtuoso per il sistema”.

Il direttore del Dipartimento Salute, Vito Montanaro precisa che “è stato effettuato un lavoro di elevato livello tecnico, che ci ha consentito di fotografare in modo puntuale il personale in servizio e le necessità assunzionali prioritarie. Il percorso è stato condiviso con le Aziende ed Enti del Servizio Sanitario Regionale. Contiamo per il futuro di avviare un percorso di premialità che tenga conto della produzione e della qualità delle prestazioni rese, anche al fine di ridurre la mobilità passiva”.

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