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L’inaugurazione di un rapporto tra strutture pubbliche e private accreditate ad iniziare dalla rete ospedaliera di Emergenza/Urgenza può infatti avere un impatto rilevante per il destino del nostro SSN del quale fanno parte le strutture pubbliche e private accreditate. Fabio Florianello - Responsabile Sanità Privata Accreditata Anaao Assomed
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Giovedì 19 OTTOBRE 2023
Rapporto pubblico/privato, qualcosa si muove
La notizia del 28 settembre scorso dell’accordo tra ospedali pubblici e privati della provincia di Brescia “insieme per cercare delle soluzioni alla crisi dei pronto soccorso” potrebbe rappresentare una svolta di grande importanza. Accordo che va nella direzione che, come Anaao Assomed, abbiamo da tempo auspicato e più volte proposto a comporre quella “rete di Emergenza/Urgenza” prevista dal DM 70/2015 e non applicata
L’accordo siglato a Brescia, con la regia della Direzione Generale di ATS/Brescia, ha coinvolto tre ASST della stessa provincia, ASST Brescia, ASST Garda e ASST Franciacorta e quattro ospedali privati accreditati, l’Istituto Clinico Città di Brescia, l’Istituto Clinico S. Anna, l’Istituto Clinico S. Rocco, tutte del Gruppo San Donato e la Fondazione Poliambulanza ospedale no profit della Congregazione delle Suore Ancelle con il concorso dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, della Diocesi di Brescia e dell’Opera Don Calabria.
La provincia di Brescia con 1 mln. 260.000 abitanti è la più estesa della Lombardia con una densità abitativa di circa 264 abitanti per km², 205 comuni, 107mila imprese: alimentari, meccaniche, della carta, estrattive, chimiche, tessili, edilizie, dei trasporti, ecc. con 402mila occupati e la presenza di 194,7 ultrasessantacinquenni ogni 100 giovani (ISTAT 2022). Diffusa e trafficata la rete stradale e autostradale con incidenti automobilistici che ne fanno la seconda in Regione per mortalità.
Dunque una composizione della popolazione e delle attività che necessita di una efficace protezione sanitaria.
Il sistema ospedaliero bresciano (con esclusione della Valcamonica che non rientra nell’accordo siglato) comprende 12 presidi pubblici per acuti di cui 9 dotati di servizi di Dea/PS e 9 presidi privati accreditati per acuti di cui 4 con servizi di DEA/PS. I posti letto /acuti totali sono 4.816 di cui 4.555 dotati di Dea/PS suddivisi in 3.232 pubblici e 1.323 privati. Gli accessi in DEA/PS erano oltre 500.00 nel 2019 e sono diminuiti a meno di 300.000 nel 2020 (ultimi dati pubblicati) rappresentando comunque il 15% degli accessi dell’intera Regione.
I numeri in questione avvalorano ulteriormente l’importanza dell’accordo siglato.
Nelle dichiarazioni rilasciate dai vertici istituzionali si legge che “il sistema pur essendo dislocato su più sedi può operare in modo univoco” e che “la rete di collegamento tra ospedali è già ben organizzata quando si tratta di pazienti che arrivano in ambulanza, più difficile è la gestione di quel 60 % in autopresentazione e che di solito sono codici bianchi o verdi”.
Tuttavia la “rete” permetterà un minore ricorso alle cooperative e al Personale gettonista, un miglioramento del sistema di accoglienza con diminuzione dell’affollamento dei locali di pronto soccorso. In particolare la diminuzione del fenomeno del boarding (pazienti già valutati e in attesa di ricovero) per il maggior numero di posti letto a disposizione dei medici urgentisti che non fanno più riferimento ad un solo presidio ma a tutti i presidi che compongono la “rete”.
A proposito di Personale occorre ricordare che tutte le prestazioni sono garantite dal SSN sotto il profilo della qualità, appropriatezza, sicurezza, responsabilità pur appartenendo a diversi sistemi, pubblico e privato accreditato.
Ed è lo stesso Personale a permettere l’accreditamento delle prestazioni nelle strutture dove opera nel rispetto dei requisiti minimi per l’esercizio delle attività sanitarie (DPR 14 gennaio 1997), vale a dire analoga dotazione qualitativa e quantitativa, analoga selezione, formazione e omogenea retribuzione tabellare (voci stipendiali fisse) dato che il SSN paga le prestazioni assistenziali con le stesse modalità, sia al pubblico che al privato. Il quale, tuttavia, ha fin qui applicato nei Contratti una sorta di retribuzioni low cost (qui) in contrasto con l’art. 36 della Costituzione: La retribuzione costituisce il corrispettivo della prestazione fornita dal lavoratore che ha diritto ad un compenso proporzionato alla quantità e qualità del suo lavoro e in contrasto inoltre con la sentenza n. 103/1989 della Corte Costituzionale che ha richiamato l’attenzione sulla proporzionalità tra retribuzione e quantità e qualità di lavoro ... e, in via più specifica, la pari dignità sociale anche dei lavoratori. Per non parlare dei rilievi della Commissione Europea Affari Sociali (relatore Guillaume Balas) che ha puntato il dito sullo sviluppo di concorrenza sleale quando si pratichi una riduzione illegittima dei costi operativi e di manodopera per analoghe attività lavorative.
Non va dimenticato infatti che il SSN non è libero mercato ma servizio pubblico al quale il privato ha liberamente aderito.
In ogni caso l’accordo siglato a Brescia riveste un valore di grande rilevanza per il SSN pur non avendo avuto, stranamente, quella diffusione che avrebbe meritato. Accordo che va nella direzione che, come ANAAO ASSOMED, abbiamo da tempo auspicato e più volte proposto anche recentemente dalle colonne di questo giornale (qui) a comporre quella “rete di Emergenza/Urgenza” prevista dalla norma vigente (DM 70/2015) e non applicata, ma soprattutto decisiva se si vogliono gestire efficacemente i pronto soccorso. E dare un contributo fondamentale a mantenere in vita il nostro insostituibile SSN.
Rossana Caron - Consigliere Nazionale Anaao Assomed
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