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Martedì 17 OTTOBRE 2023
Guerra Israele-Palestina. Ostetriche: “Donne, neonati e bambini i più vulnerabili. Siano rispettati i diritti umani” 

Tra le bombe si cerca di garantire l‘assistenza alla gravidanza e al parto, il supporto postnatale o l'assistenza ai neonati, ma il conflitto mette a rischio i servizi e la vita di donne e neonati. In guerra “anche garantire l’igiene e la dignità durante un ciclo mestruale regolare diventa difficile o impossibile”. L’International Confederation of Midwives chiede di negoziare una “soluzione duratura che rispetti i diritti e la dignità di tutte le persone”.

L’International Confederation of Midwives (Icm) lancia un appello alla pace in Israele e Palestina e a soluzioni che garantiscano assistenza alle donne e ai neonati e il rispetto dei diritti umani.

Nel messaggio, condiviso in Italia anche da Syrio (la Società italiana di Scienze ostetrico-ginecologico-neonatali), la Confederazione internazionale delle ostetriche spiega di essere in contatto con le associazioni di ostetriche palestinese e israeliana, che hanno descritto “l'eroismo, la dedizione e il lavoro delle colleghe ostetriche, che rischiano la propria vita per fornire la migliore assistenza possibile alle donne e ai neonati in un momento di crescente violenza”. Entrambe le associazioni hanno chiesto sostegno, fine alla violenza e ripristino della pace.

L’Icm e le sue associazioni si uniscono a livello globale per chiedere la fine del conflitto armato e della violenza, il ripristino delle infrastrutture essenziali, la protezione e il finanziamento degli operatori sanitari e delle strutture sanitarie. Icm chiede inoltre che venga prestata particolare attenzione alle azioni che tutelano la salute riproduttiva, i diritti umani e l’accesso ai servizi sanitari. “La violenza e la guerra – scrive l’Icm nel suo messaggio - gravano pesantemente sui civili vulnerabili, in particolare sulle donne, sui neonati e sulle famiglie con bambini piccoli. L’erogazione di assistenza per la gravidanza o le complicazioni della gravidanza, il parto, il supporto postnatale o l'assistenza ai neonati continuano mentre si sganciano le bombe e le sirene dei raid aerei suonano. L’assenza di adeguati servizi di salute materna aggrava ulteriormente una situazione già pericolosa, mettendo a repentaglio la vita delle donne e dei neonati”.

Nei conflitti inoltre, prosegue il messaggio, “si diffonde la violenza sessuale, il crimine di guerra più antico, più taciuto e meno condannato. Le situazioni quotidiane, come garantire l’igiene e la dignità durante un ciclo mestruale regolare, diventano difficili o impossibili. Tutto questo in aggiunta allo stress, alle perdite e ai traumi a cui sono sottoposte le comunità”.

L’appello è perché “i leader di tutte le parti si uniscano per negoziare una soluzione duratura che rispetti i diritti e la dignità di tutte le persone colpite da questo conflitto”.

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