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Venerdì 06 OTTOBRE 2023
Polemiche su ritardi agenda unica regionale. Anaao chiede maggiore collaborazione a sanità privata
Il segretario regionale, Stegano Magnone: "Negli ultimi anni stiamo assistendo a continue espansioni da parte dei maggiori gruppi privati, che evidentemente macinano utili, bontà loro, pagando i propri dipendenti medici e sanitari, laddove ve ne siano, meno che nel pubblico. Oppure tenendoli tutti fintamente come lavoratori autonomi. Le regole devono valere per tutti.”
In Lombardia sono giorni di polemiche a causa del ritardo del CUP - Centro unico di prenotazione. L’agenda unica regionale per le prenotazioni mediche, voluta dalla Regione con l’obiettivo di snellire le liste d’attesa, avrebbe dovuto essere pronta tra qualche settimana e invece si dovranno aspettare ancora un paio di anni prima che sia completa e pienamente operativa.
Una delle motivazioni di tale ritardo è dovuta agli imprenditori della sanità privata che, come già successo ai tempi dell'Assessore Gallera, hanno posto un freno al progetto per motivi economici e logistici. Anaao Assomed Lombardia chiede che venga rispettata la legge che, dai tempi della riforma Maroni del 2015, prevede ciò che non è mai stato realizzato: soprattutto in un momento come quello che si sta vivendo, in cui i cittadini faticano a prenotare le visite mediche a causa dei lunghi tempi di attesa, il sindacato dei medici e dei dirigenti sanitari lombardi chiede quindi che anche la sanità privata faccia la sua parte per rendere l’agenda accessibile a tutti, in modo che i cittadini possano scegliere in totale libertà. Già prima del periodo pandemico erano stati chiesti e ottenuti fondi dal Ministero della Salute, ma tutto si era concluso con un nulla di fatto, sia con Gallera sia con Moratti, sempre a causa della resistenza del settore privato.
Anaao Assomed Lombardia si schiera dalla parte di Bertolaso, Assessore al Welfare di Regione Lombardia: “Negli ultimi anni – afferma Stefano Magnone, Segretario Regionale Anaao Assomed Lombardia – stiamo assistendo a continue espansioni da parte dei maggiori gruppi privati, che evidentemente macinano utili, bontà loro, pagando i propri dipendenti medici e sanitari, laddove ve ne siano, meno che nel pubblico. Oppure tenendoli tutti fintamente come lavoratori autonomi. Le regole devono valere per tutti.”
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