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Mercoledì 04 OTTOBRE 2023
Progetto MORe, focus sullo stato dell’arte della salute mentale in Italia

Nel mondo, secondo i dati OMS, circa 1 miliardo di persone soffre di disturbi mentali. La pandemia Covid-19 ha incrementato di oltre il 25% questi disturbi. Si tratta, a tutti gli effetti, di un’emergenza sanitaria. L’Italia si colloca fra gli ultimi posti in Europa per quota di spesa sanitaria dedicata alla salute mentale, destinando a essa circa il 3,4% della spesa sanitaria complessiva, mentre i principali Paesi ad alto reddito ne dedicano più del 10%.

I disturbi mentali ad oggi rappresentano una delle principali fonti di sofferenza e disabilità nel mondo e sono in progressivo aumento. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), quasi 1 miliardo di persone nel mondo vive con almeno un disturbo mentale (una persona su dieci a livello globale). Si stima, inoltre, che la pandemia COVID-19 abbia incrementato di oltre il 25% questi disturbi. L’Italia si colloca fra gli ultimi posti in Europa per quota di spesa sanitaria dedicata alla salute mentale, destinando a essa circa il 3,4% della spesa sanitaria complessiva, mentre i principali Paesi ad alto reddito ne dedicano più del 10%.

D tutto questo e delle prospettive di intervento si è discusso a Roma mercoledì 4 ottobre, presso la Sala Capranichetta dell’Hotel Nazionale, nell’ambito dell’evento di presentazione dei risultati del Progetto MORe, Mental health Optimization of Resources, realizzato da Deloitte Consulting in collaborazione con Janssen Italia, l’azienda farmaceutica del gruppo Johnson & Johnson, con la partecipazione di rappresentanti delle Società Scientifiche, dell’Accademia, delle Associazioni di Pazienti, delle Istituzioni e del settore farmaceutico.

Il Progetto si è avvalso del supporto di un Advisory Board composto da società scientifiche come la Società Italiana di Psichiatria (SIP), la Società Italiana di Psicopatologia (SOPSI),la Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure primarie (SIMG), e da Istituzioni Nazionali, tra cui referenti della Conferenza Stato-Regioni, da Patient Advocacy Groups, quali Progetto Itaca e Fondazione Onda e da KOL accademici.

Il Progetto si è proposto di analizzare le principali criticità di tipo organizzativo e gestionale presenti lungo il percorso di cura e assistenza dei pazienti affetti da disturbi mentali, al fine di fornire indicazioni preliminari alle Istituzioni per la futura programmazione delle risorse necessarie nell’ambito della salute mentale, evidenziando le aree prioritarie di investimento, quali personale medico e sociosanitario nei Dipartimenti di Salute Mentale (DSM), campagne informative e di sensibilizzazione, trattamenti farmacologici e non, strutture dedicate all’assistenza e Digital health.

Le evidenze dello studio

A fronte dei 4 miliardi attuali dedicati alla spesa per la salute mentale, secondo quanto rilevato dallo studio, la necessità calcolata è di incrementare gli investimenti di almeno 1,9 miliardi in tre anni. Un obiettivo in linea con i numerosi interventi promossi dalla Società Italiana di Psichiatria (SIP) e con la lettera di appello del Gennaio 2023, in cui 91 Direttori dei DSM hanno richiesto alle Istituzioni di “destinare, al massimo in un triennio, oltre 2 miliardi aggiuntivi rispetto ai 4 miliardi di euro attuali, al fine di raggiungere l’obiettivo minimo del 5% del fondo sanitario per la salute mentale”.

1,9 miliardi aggiuntivi in tre anni che, secondo le analisi dello studio, dovrebbero andare a colmare le necessità del settore, attuali e in prospettiva, in termini di:

– Aumento del personale sanitario dedicato del 47,2%, per 1 Mld di euro di investimento;

– Aumento del 50% delle campagne di sensibilizzazione, che comporterebbe un investimento di circa 1 Mln Euro;

– Aumento degli investimenti in corsi di aggiornamento per i clinici del 30%, ovvero di oltre 4 Mln di euro e incremento del 10% del numero degli esami di approfondimento, per un investimento di circa 20 Mln di euro;

– Incremento delle risorse dedicate per gli interventi psicoterapici e psicoeducativi, prevedendo circa 500 Mln di euro, e adeguamento dei trattamenti farmacologici, prevedendo un investimento futuro di oltre 250 Mln di euro;

– Investimento di circa 100 Mln di euro solo per sostenere i costi di gestione per un adeguamento del numero delle strutture dedicate (es. CSM/CPS, CD, SR, ambulatori dedicati) e dei posti letto nei Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC);

– Aumento del numero di visite erogate in telemedicina del 30%, prevendendo un investimento di 3 Mln di euro.

I commenti dei protagonisti

“Raggiungere traguardi ambiziosi verso un accesso più equo e tempestivo delle terapie ai pazienti che ne hanno bisogno, questo è l’obiettivo che ci siamo prefissati – afferma Giuseppe Pompilio, Direttore Market Access di Janssen Italia – Per questo motivo in un quadro in continua evoluzione, il ruolo delle aziende farmaceutiche è fondamentale nel far percepire il senso di urgenza nei confronti delle malattie mentali e creare un dialogo con tutti gli attori del sistema”.

“Lo studio ci consegna una fotografia amara della situazione di disagio in cui verte il settore della salute mentale nel nostro Paese, dove il gap con le altre realtà internazionali è purtroppo evidente. Anche nell’ambito della Salute Mentale, così come per altri capitoli della spesa sanitaria, sarebbe opportuno un ripensamento della spesa, considerando le risorse impiegate in un’ottica di investimento, di costi evitati e di migliore qualità di vita della popolazione e non come mero costo per il sistema. – sottolinea Monica Gibellini, Direttore Government Affairs, Policy & Patient Engagement di Janssen Italia – Come Janssen siamo sempre pronti a dialogare con la società scientifica, le Istituzioni e le Associazioni pazienti per trovare partnership e soluzioni che consentano di sostenere l’innovazione e la corretta informazione mantenendo al centro della nostra mission il benessere del Paziente.”

“Urge portare all’attenzione delle istituzioni e dei cittadini il tema della salute mentale e delle criticità oggi presenti nel percorso di presa in carico, cura ed assistenza dei pazienti con disturbi mentali – aggiunge Elisa Costantini, Partner, Life Science & Healthcare di Deloitte Consulting – Secondo i dati dell’OMS, a livello internazionale almeno 1 persona su 10 vive con un disturbo mentale. In Italia, la spesa per la salute mentale non è sufficiente e si è attestata negli anni dal 2015 al 2018 su valori intorno al 3,5% – 3,6% del FSN (circa 4 Mld €) mentre i dati del 2019 pre-pandemia hanno evidenziato una spesa addirittura al di sotto del 3% del FSN. L’OMS in più occasioni ha negli ultimi anni sottolineato l’urgenza di intervenire nei Paesi membri per concretizzare un cambio di rotta, come anche ribadito nel Piano d’azione globale per la salute mentale 2020-2030”

“Questo perché la salute mentale – continua Costantini – è direttamente correlata non solo all’aspettativa di vita, ai tassi di morte e suicidi e alla disabilità, ma anche alla produttività, all’assenteismo e al turnover. I suoi impatti, dunque, sono non solo sanitari, ma anche sociali ed economici. In questo contesto, Deloitte ha supportato Janssen, azienda farmaceutica del gruppo Johnson & Johnson, nel disegno e sviluppo di una progettualità di partnership pubblico-privato volta a quantificare le risorse da incrementare nell’area salute mentale e le aree prioritarie su cui investire. Abbiamo individuato la necessità di incrementare gli investimenti di almeno 1,9 Mld € in tre anni per sopperire alla carenza di personale sociosanitario (circa 1 Mld €), per adeguare la spesa necessaria per trattamenti farmacologici e non (oltre 750 Mln €), per formare tramite i corsi di aggiornamento i clinici ed informare i cittadini (circa 24 Mln €), per adeguare le strutture di assistenza preesistenti (circa 100 Mln €) e per aumentare l’utilizzo della telemedicina (circa 3 Mln €). Ci auspichiamo che le evidenze ed i risultati del Progetto MORe possano essere utilizzati dalle istituzioni preposte e dalla politica come punto di partenza per un rifinanziamento della spesa ed un miglioramento della presa in carico e cura dei pazienti con disturbi mentali.”

“Stiamo lavorando in Commissione Affari Sociali all’esame di numerose proposte di legge per l’istituzione dello psicologo di base sulle quali sono relatore, nonché primo firmatario di una di queste – afferma l’Onorevole Ciocchetti, Vicepresidente della Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati – Siamo convinti che questa figura andrà ad integrare l’organizzazione territoriale dei servizi di salute mentale all’interno della rete nascente delle case di comunità. Lo psicologo si base sarà una prima porta di accesso per accompagnare i pazienti verso un percorso di cura personalizzato. Nell’organizzazione dei servizi sul territorio è fondamentale procedere con un’integrazione pubblico-privato che veda coinvolti anche i centri coordinati dalle associazioni non profit e privati accreditati al fine di fornire una risposta complessiva alle esigenze dei pazienti e valorizzare le risorse a disposizione. La legge sullo psicologo di base è calendarizzata in Aula a novembre e questo significa voler dare una spinta alla sua approvazione. Riteniamo infatti fondamentale approdare ad un’organizzazione che superi la logica dei bonus in favore di una presa in carico del paziente strutturale e multidisciplinare.”

“In vista dell’implementazione della riforma dell’assistenza territoriale prevista dal PNRR, è fondamentale intervenire per adeguare le strutture territoriali dedicate all’assistenza, cura e riabilitazione dei pazienti con disturbi mentali al fine di favorire una tempestiva presa in carico – aggiunge la Senatrice Elena Murelli, componente della Commissione Affari Sociali del Senato. – E’ inoltre fondamentale promuovere un cambiamento culturale rivolto a superare lo stigma così da consentire un intervento tempestivo di supporto psicologico nei giovani e nelle scuole.”

“Guardando ai dati del consumo di antidepressivi tra la popolazione è evidente che assistiamo ad un disagio complessivo nel nostro Paese di cui la politica e le istituzioni devono farsi carico. La prima volta che ho visionato i dati del progetto MORe, mi ha colpito il fatto che il 47% delle persone accedono con ritardo al supporto psicologico di cui hanno bisogno e questo significa una presa in carico tardiva con conseguente disagio per il paziente e i famigliari. – sottolinea l’Onorevole Ilenia Malavasi, membro della Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati – Con la proposta di legge per l’istituzione dello psicologo di base, di cui sono prima firmataria, andiamo proprio nella direzione di voler dare più risposte ai cittadini garantendo un accesso immediato e agile alle cure per la salute mentale.”

“Il Covid ci ha messo di fronte alle debolezze dei sistemi sanitari e alla fragilità della società. Alcuni recenti dati sullo stato di benessere della popolazione europea denunciano infatti che più della metà dei cittadini (55%) è stata considerata a rischio di depressione. – osserva la Senatrice Beatrice Lorenzin, Vicepresidente del Gruppo PD e componente della Commissione Bilancio del Senato della Repubblica – Un particolare allarme deriva dal mondo pediatrico e giovanile. Ci troviamo nel mezzo di una trasformazione dirompente delle nostre relazioni sociali e famigliari, ma non possiamo affrontarle con i soliti strumenti. Educazione e Salute sono le priorità per il futuro del nostro Paese. In quest’ottica, nell’ambito della riorganizzazione del Ministero della Salute spiace sia saltata la prevista direzione per la salute mentale, un segnale non confortante su priorità del sistema. Serve aumento strutturale del fondo sanitario e vincolo certo per personale per rafforzare tutta la rete della salute mentale sul territorio e le neuropsichiatrie infantili.”

“Ringrazio molto i partner del progetto per aver coinvolto Fondazione Progetto Itaca in questa iniziativa per amplificare la voce e l’impegno di una Organizzazione (associazione) vicina ai pazienti e ai loro familiari. – conclude la dottoressa Felicia Giagnotti, presidente del Progetto ITACA – C’è ancora un grave problema di stigma sulle malattie mentali, e Fondazione si impegna quotidianamente per combatterlo attraverso progetti e iniziative di formazione e informazione rivolte alla cittadinanza e ai giovani. A breve ripartirà in tante città italiane, come ogni anno in questo periodo a partire dal 2001, il progetto di informazione e prevenzione per le Scuole superiori di Fondazione Progetto Itaca che dedica a più di 10.000 studenti un’informazione di base sulla salute mentale, a cura di professionisti, e rivolge ai giovani l’invito a non vergognarsi delle proprie difficoltà e a chiedere aiuto.”

All’evento hanno preso parte:

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