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Lunedì 02 OTTOBRE 2023
Come il geco del Madagascar



Gentile direttore,
il Codice deontologico di un Ordine professionale assomiglia un po’ ad un geco del Madagascar: se sta fermo non lo vede nessuno, ma se si muove scatta l’allarme. Anche se, francamente, allarme di che? Il Codice deontologico delle Psicologhe e degli Psicologi appena revisionato dopo 25 anni, infatti, introduce alcune maggiori garanzie verso la persona.

Qualche esempio:

una più ampia tutela contro ogni discriminazione (sparisce l’elenco della precedente versione, si chiarisce che dobbiamo contrastare OGNI comportamento discriminatorio, anche quelli che oggi non riusciamo ad immaginare);

una minore “libertà “ di movimento nel lavoro sanitario con le persone minorenni in assenza di consenso da parte dei genitori (prima, in mancanza di questo, lo psicologo poteva iniziare o proseguire informando il giudice, oggi deve essere da lui autorizzato);

una doverosa attenzione alla compliance della persona minorenne di fronte a qualsivoglia trattamento psicologico o psicoterapeutico;

un rispetto anche linguistico della parità di genere...

Troppo poco?

Forse, ma non sono cambiamenti irrilevanti sul piano dei diritti.

La persona minorenne, secondo il nostro Codice, oggi ha diritto di parola: nella precedente versione non l’aveva.

L’84% delle persone iscritte all’Ordine oggi è per la prima volta individuata con il genere corretto. Fino a ieri no.

Il segreto professionale è delineato in modo più chiaro ed incisivo anche nelle fasi pre-processuali: né l’operatore di polizia giudiziaria né il pubblico ministero possono chiederci una deroga; lo può fare solo il giudice, motivatamente.

Ma il geco del Madagascar si è mosso un po’, ha fatto qualche passo e quindi lo si vede.

E ci si accorge improvvisamente che le Psicologhe e gli Psicologi hanno un codice di comportamento al quale rispondono.

Viene da chiedersi perché questo crei spavento al punto da capovolgere la realtà, dato che alcuni organi di stampa ci attribuiscono paradossalmente un aumento di autonomia decisionale proprio là dove questa autonomia è stata circoscritta...

Forse perché la percezione della professione psicologica da parte della società civile sta cambiando e il Codice Deontologico è la manifestazione di un pensiero, di una riflessione su se stessa e sulla propria etica specifica.

Se riflettiamo sulla nostra etica non siamo omologabili: ci assumiamo delle responsabilità con consapevolezza e fierezza. È un “piccolo” movimento, forse, ma significa che ci siamo.

Angela Maria Quaquero
Presidente Ordine Psicologi della Sardegna

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