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Mercoledì 27 SETTEMBRE 2023
Pon Gov Cronicità. Cura e tecnologia: casa come primo luogo di cura con la telemedicina

I più recenti sviluppi della digitalizzazione della sanità come l’intelligenza artificiale o le nanotecnologie e la robotica, sostituiranno medici, infermieri e gli altri professionisti del settore sanitario? Oppure li affiancheranno consegnando vantaggi enormi per una migliore assistenza sanitaria, per trasformare pratiche obsolete in tecniche più moderne e fornire soluzioni più economiche, rapide e soprattutto più efficaci per contrastare l’epidemia globale delle malattie croniche?

I più recenti sviluppi della digitalizzazione della sanità come l’intelligenza artificiale, le stampanti 3D, la realtà virtuale e aumentata, la nanotecnologia e la robotica, sostituiranno medici, infermieri e gli altri professionisti del settore sanitario? Oppure li affiancheranno consegnando vantaggi enormi per una migliore assistenza sanitaria, per trasformare pratiche obsolete in tecniche più moderne, fornire soluzioni più economiche, rapide e soprattutto più efficaci per contrastare l’epidemia globale delle malattie croniche in atto?

Osserviamo gli sviluppi della tecnologia digitale in sanità: essi si basano su un ecosistema che è sempre più interconnesso e che vede protagoniste tecnologie come l’IoT, i big data, il cloud, l’Intelligenza Artificiale (AI) e il Machine Learning. Questo ecosistema è denominato Connected Care. Tende a condividere le informazioni sanitarie con tutti i soggetti coinvolti nel processo di cura (infermieri, medici, operatori sanitari in ospedale e sul territorio) con l'adozione di dispositivi diagnostici e medici direttamente al domicilio del paziente. Queste tecnologie includono:

Le tecnologie che vengono utilizzate per supportare e rendere più efficiente l’assistenza a casa sono:

Osserviamo, d’altro canto, che la raccolta, la conservazione e l’analisi dei dati sanitari deve sempre essere in compliance al “Codice dell’Amministrazione Digitale” (CAD), al General Data Protection Regulation (GDPR), in modo da garantire la tutela della Privacy.

Preso atto che il settore sanitario è soggetto al processo di innovazione tecnologia digitale e delle nuove tecnologie per la diagnosi e la cura, la promessa del beneficio sia per gli operatori sanitari che per gli utenti, li espone però a nuovi rischi, vulnerabilità e minacce. Tutti i sistemi informativi possono essere oggetto di “data breach” dovuti ad eventi accidentali o intenzionali ad esempio tramite attacchi di Cybersecurity.

A tal proposito le pubbliche amministrazioni e le aziende stanno elevando al massimo il livello di attenzione sulla sicurezza. Il dato sanitario è un dato sensibile in quanto può essere, ad esempio, utilizzato a fini discriminatori; ad oggi sono in essere strumenti giuridici per la protezione del dato sia singolo che aggregato, da usi non leciti. Di recente la cronaca registra un aumento degli attacchi dei cyber criminali, in particolare sui dati sanitari, più redditizi per richiedere “riscatti” maggiormente onerosi.

La tutela del dato richiede quindi sempre maggiori misure e ulteriori tecnologie per prevenire/contrastare le minacce e accrescere sempre di più una cultura della security dei dati. L'adozione di queste tecnologie, quindi, offre numerosi vantaggi per i pazienti: maggiore comodità e accessibilità, una maggiore precisione nella personalizzazione delle cure e riduzione dei costi, ma anche problemi di sicurezza e di controllo degli apparati tecnologici.

In questo senso possiamo accogliere le parole di Papa Francesco: «la forma tecnologica dell’esperienza umana sta diventando ogni giorno più pervasiva: nelle distinzioni tra “naturale” e “artificiale”, “biologico” e “tecnologico”, i criteri con cui discernere il proprio dell’umano e della tecnica diventano sempre più difficili»[1].

La direzione per risolvere questa dicotomia, pensiamo sia insita nel vero valore aggiunto della tecnologia applicata all’assistenza socio-sanitaria, che risiede soprattutto nel potenziale di trasformazione del modo in cui forniamo assistenza, in quanto rende disponibile direttamente a casa delle persone alcune forme della tecnologia diagnostica, terapeutica e assistenziale finora riservata unicamente agli ambienti ospedalieri e ambulatoriali.

In questo senso si rende necessario porre maggiore enfasi sulle caratteristiche del nuovo modello di cura proposto con l'Investimento 1.2 “Casa come primo luogo di cura e telemedicina” della Missione 6 del PNRR, che vede Agenas impegnata in qualità di ente attuatore. Questo modello è stato rafforzato dalla riforma del DM 77/22[2], e integrata con la riforma sul Sistema degli interventi in favore degli anziani non autosufficienti[3], che colgono queste innovazioni tecnologiche e le iscrivono in un disegno che si basa su tre pilastri fondamentali:

Il nuovo modello di cura si propone, quindi, di migliorare l'accessibilità alle cure, ridurre i costi sanitari e migliorare la qualità della vita dei pazienti, ma a condizione che sia accompagnato da un'importante innovazione nell’organizzazione della cura. La sua attuazione richiede un massiccio investimento in infrastrutture e competenze, sviluppando il potenziale di trasformazione del modo in cui forniamo assistenza sanitaria alle persone fragili.

La digitalizzazione dei servizi sanitari è un elemento imprescindibile per una più moderna, efficace ed efficiente erogazione di prestazioni e servizi ai pazienti. Il legislatore, riconoscendo il ruolo cruciale della tecnologia nei processi sanitari, ha costituito in seno ad Agenas l’Agenzia per la sanità digitale proprio al fine di potenziare la digitalizzazione dei servizi sanitari e promuovere la creazione di ecosistemi digitali uniformi nei territori del paese.

Il progetto Pon Gov “Sostenere la sfida alla Cronicità con il supporto dell’ICT”, per contribuire a questo obiettivo, ha elaborato un Manuale operativo, valutando le buone pratiche per ispirare e supportare l’implementazione del PNRR. Al manuale saranno allegati due glossari tematici: “Telemedicina” e “Casa come primo luogo di cura”.

Il Manuale operativo ed i glossari chiariscono i termini, i concetti ed i valori che accompagnano la consapevolezza della trasformazione verso il nuovo modello di assistenza erogata a Casa, intesa come comunità familiare, con l’uso intelligente della tecnologia digitale. Consapevolezza che richiede modalità e attenzioni particolari, che peraltro conoscono già i medici e gli infermieri di famiglia che svolgono “apposite attività di ascolto e di supporto psicologico e di socializzazione” quando entrano a casa di qualcuno, con abitudini, stili e ambienti privati.

Come afferma padre Benanti[4] ”Viviamo in una realtà immersa nella tecnologia, la cui comprensione non è semplice né banale”. Quando usiamo la tecnologia dobbiamo sempre ricordarci che la persona è il centro della nostra attenzione, non la tecnologia. “Lo sviluppo umano è da intendersi come un fine e non come un mezzo che caratterizza il progresso definendo delle priorità e dei criteri”. Dobbiamo sempre tenere a mente la legittimità del principio latino secondo cui ognuno è padrone in casa propria (Domi suae quilibet rex).

La conclusione di questo intervento è tutta iscritta nell’affermazione a pag. 229 del PNRR: “Solo attraverso l'integrazione dell'assistenza sanitaria domiciliare con interventi di tipo sociale si potrà realmente raggiungere la piena autonomia e indipendenza della persona anziana/disabile presso la propria abitazione, riducendo il rischio di ricoveri inappropriati. Ciò sarà possibile anche grazie all'introduzione di strumenti di domotica, telemedicina e tele monitoraggio.”



[1] Pontificia Accademia Vita. Il Papa: tecnologie sempre più pervasive, difendiamo l'uomo Avvenire 20 febbraio 2023

[2] DECRETO 23 maggio 2022 , n. 77 . Regolamento recante la definizione di modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel Servizio sanitario nazionale

[3] LEGGE 23 marzo 2023, n. 33 Deleghe al Governo in materia di politiche in favore delle persone anziane (LD 33/23).

[4] Paolo Benanti Tecnologia per l’uomo - Cura e innovazione Edizioni San Paolo 2021. Francescano del Terzo Ordine Regolare, docente alla Pontificia Università Gregoriana ed è il maggior studioso italiano di etica delle tecnologie e impatto del Digital Age.

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